Il Prefetto Michele Campanaro ha adottato oggi tre nuove interdittive antimafia, rispettivamente nei confronti di una impresa individuale e di due aziende societarie della provincia di Potenza, queste ultime operanti nel settore della fornitura di servizi ad amministrazioni sub-centrali, ed in quello dei noli a freddo di macchinari, rigettando di conseguenza la richiesta di iscrizione
Con quelle di oggi, sono già otto le interdittive antimafia adottate da inizio d’anno dal Prefetto di Potenza, con un ulteriore, lieve incremento rispetto a quelle assunte nello stesso periodo dello scorso anno, quando erano sette.
A suggellare gli esiti istruttori sono state le valutazioni del G.I.A. – Gruppo Interforze Antimafia che opera in Prefettura, a cui il Prefetto ha voluto rinnovare il personale riconoscimento per l’ impegno sul fronte dell’attività di prevenzione al rischio di infiltrazione criminale. “E’ necessaria una attenzione costante sul versante della prevenzione antimafia, perché è fondamentale tutelare al massimo l’ordine pubblico economico. Devo, perciò, ringraziare i componenti del nostro Gruppo Interforze Antimafia, perché stanno portando avanti un grande lavoro in questa provincia sul versante delle misure amministrative di prevenzione delle infiltrazioni mafiose, trovando senza dubbio giovamento dalla istituzione, lo scorso anno qui a Potenza, della Sezione Operativa della Direzione Investigativa Antimafia – ha dichiarato il Prefetto Michele Campanaro – Dal rafforzamento dei presidi di prevenzione antimafia – incluso quello costituito nei giorni scorsi con la Ragioneria territoriale dello Stato, per i controlli antimafia sulle Misure del P.N.R.R. – la provincia di Potenza non può che trarre vantaggio, facendo così muro ai sodalizi criminali autoctoni di cui l’ultima relazione semestrale della D.I.A. ha, tra l’altro, evidenziato la graduale evoluzione verso formazioni a ‘gestione imprenditoriale’ che incrementano i rischi d’infiltrazione nella pubblica amministrazione”.
I tre provvedimenti sono stati adottati dal Prefetto a conclusione di una complessa attività istruttoria, con un quadro indiziario fatto di rapporti personali ed economici – con intestazioni fittizie di beni e passaggi di quote societarie in strutture “a scatola”, a fini elusivi delle norme in materia di prevenzione patrimoniale ed antiriciclaggio – da cui è emersa la sussistenza di elementi sintomatici di un pericolo di infiltrazione, di condizionamento e di contiguità a consorterie appartenenti alla criminalità organizzata autoctona, tali da giustificare l’adozione delle informazioni interdittive antimafia.