Un bilancio più nero del solito attende la platea dei Tis e Rmi lucani poiché questa giunta regionale ha deciso di sbarazzarsi di loro dopo tanti anni di lavoro nero legalizzato svolto per la pubblica amministrazione. Quattro mesi di protesta e un presidio permanente arrivato ormai al settantesimo giorno sembrano scivolare addosso alle istituzioni regionali, indifferenti difronte alle legittime richieste di stabilizzazione che questi lavoratori rivendicano. Nonostante il menefreghismo di un palazzo sordo e barricato dall’interno, i Tis e i Rmi lucani non hanno intenzione di fermarsi, le richieste sono chiare; stralcio della delibera Arlab del 12 aprile ( che avvia ufficialmente la nuova fase e la fuoriuscita di questa platea dagli attuali progetti, senza alcuna futura garanzia occupazionale ) e nell’attesa di una definitiva stabilizzazione la prosecuzione delle attività finora svolte ad un salario dignitoso e gli istituti previsti da un regolare contratto di lavoro. Non si può nemmeno sopravvivere con il misero sussidio di 550 euro mensili, così come non è accettabile la mancanza dei minimi diritti riconosciuti a qualsiasi lavoratore italiano. Il 16 Maggio i lavoratori Tis e Rmi lucani torneranno a far sentire la propria voce e continueranno fino a quando non verranno accolte le loro richieste.
comunicato stampa
CUB e USB