“Qualsiasi riflessione sul futuro della Basilicata non può prescindere dal tema lavoro, in particolare dal numero di lucani occupati e da quelli in cerca di occupazione”. Lo sostiene in un comunicato Medinlucania, l’associazione socio-culturale che da vari mesi si occupa di analisi e approfondimenti sulla situazione politico-economica della regione. “Avere il quadro e le tendenze su queste tematiche significa capire qual è lo stato di salute della Basilicata, cosa si prospetta nei prossimi anni e come stanno agendo le pubbliche istituzioni, la politica e il mondo produttivo lucano per affrontare le problematiche in corso. Quindi – sottolinea l’associazione -, è importante leggere i numeri di alcune macro questioni riferite al contesto lucano: gli ultimi dati Istat annuali disponibili dicono che la Basilicata è al 17° posto tra le 20 regioni italiane per il tasso di occupazione e al 10° posto per il tasso di disoccupazione. Nello specifico, i lucani tra i 20 e i 64 anni che lavorano sono solo il 54,6 %, dieci punti in meno dalla media nazionale che raggiunge il 64,8%, mentre le regioni meridionali che hanno una situazione migliore della Basilicata sono quattro.
Rispetto alle tipologie contrattuali rilevate dall’Istat, va evidenziato che la Basilicata è in una situazione negativa per i contratti a tempo determinato (66,8%), superiore sia alla media del Mezzogiorno (64,8%) che a quella italiana (55,9%), il che incide inevitabilmente sul fattore precarietà. Altri dati negativi – precisa Medinlucania – riguardano i primi mesi del 2023 in relazione alla crescita delle ore di cassa integrazione e di altri strumenti con funzione di ammortizzatori sociali. Esse sono state 11,5 milioni, unica regione che registra un aumento del 130,7% rispetto al primo bimestre 2022. A conferma che i problemi occupazionali della Basilicata stanno attraversando una fase molto difficile – evidenzia la compagine socio-culturale lucana – ci sono anche i preoccupanti dati che arrivano da Stellantis e dal polo automotive dell’area industriale di San Nicola di Melfi. In questa realtà, che è l’area produttiva più importante della regione, la transizione verso le auto elettriche sta portando ad una forte riduzione degli occupati diretti e dell’indotto.
Come si evince, gli indicatori negativi sono tanti. Però, per correttezza, – afferma Medinlucania – va anche detto che c’è qualche luce rispetto a due aspetti potenziali: le previsioni del Pil lucano del 2023, che stando ad uno studio della Cgia dovrebbe crescere dello 0,7%, e ad alcuni progetti in itinere predisposti per il mondo del lavoro lucano dall’ex assessore regionale alle Attività produttive Alessandro Galella. Poi – conclude l’associazione – c’è anche il decreto sottoscritto alcune settimane fa dal governo nazionale per il riconoscimento dell’area di crisi complessa del comparto industriale San Nicola di Melfi che prevede un primo stanziamento di 20 milioni di euro per il finanziamento di progetti di riqualificazione e riconversione produttiva in quell’area e in altri 43 comuni lucani. Sono solo piccoli segnali, sicuramente insufficienti, ma, in attesa di interventi più profondi e articolati, potrebbero almeno attenuare le crisi più urgenti”.