Angeli vestiti di bianco, dotati di una umanità infinita, professionisti di primo livello come tanti altri operatori che lavorano nella sanità. Angeli che hanno salvato vite nel periodo più buio dell’emergenza sanitaria. Che sono stati elogiati da tutti, ma che oggi vengono quasi dimenticati anziché essere giustamente contrattualizzati e stabilizzati. Sono gli OSS, gli operatori socio sanitari, e gli infermieri lucani. In particolare, ci sono 23 OSS che aspettano risposte positive in merito allo scorrimento di una graduatoria regionale, che per il momento ha stabilizzato – grazie a una legge dello Stato – due terzi di quelli in lista. E gli altri 23? Niente, messi da parte, ancora. Mentre i politici decantano con grande successo questa iniziativa, per loro sono rimasti solo i complimenti.
Bloccare e il non terminare lo scorrimento della graduatoria viene considerato non corretto moralmente, “per coloro che non devono sentirsi operatori di serie B o semplicemente buttati via, soprattutto perchè il chiudere un percorso iniziato a causa di una pandemia, potrebbe far loro solo onore. Mentre al contrario si può pensare a giochi politici che fanno sentire le persone numeri o matricole e non angeli o eroi che senza esitare hanno messo la loro vita, salute e professionalità al servizio del pubblico”, dicono alcuni di loro a Melandro News, in rappresentanza dei 23 in attesa di sistemazione definitiva. Hanno scritto una lettera, che pubblichiamo integralmente.
“Si chiamava Lucia…è stata con noi 2 mesi ed è venuta a mancare il giorno dopo che il suo unico figlio, dopo che quasi tutti i giorni veniva a chiedere di lei, ha poggiato una scala sotto la finestra dove la sua mamma era ricoverata e…desiderando di scorgerla dal vivo, si è arrampicato e l’ha salutata per l’ultima volta… Si chiamava Antonio, era un bravo pasticcere e dopo aver provato a togliere il casco per la seconda volta, ha provato a salutare la moglie a telefono e lì, lei ci ha confessato di avergli lasciato un breve biglietto di incoraggiamento fra la biancheria…Antonio era troppo debole per leggere e l’ho fatto io x lui ma…non ce l’ho fatta a finirla… perché mi son messa a piangere…il biglietto terminava con le parole più belle del mondo…Ti Voglio Bene!!! Antonio è venuto a mancare il giorno dopo in rianimazione…. è stato il più giovane a morire in Basilicata…era lì da noi…è arrivato già troppo tardi per essere salvato…il covid era ancora troppo forte e troppo sconosciuto per noi….è morto con il casco, che non riusciva però ad appagare la sua fame d’aria.…erano ricoverati insieme…marito e moglie…lei tenace e determinata a vincere …lui più debole e più colpito…in tempi diversi…sono riusciti a tornare a casa!
….ho 5 figli raccontava e la foto della sua splendida famiglia sul comodino lo ha aiutato a vincere la paura di morire. Spaventati e senza alcuna conoscenza del mostro che andavamo ad affrontare, abbiamo accettato la chiamata e siamo entrati lì…era il 2020. Il terrore di non riuscire a bardarsi bene… il terrore di contaminarsi ad ogni turno ci ha accompagnati ogni giorno…Dormivamo lontani dai nostri familiari a casa, perché il mostro poteva impossessarsi anche di loro e poteva portarceli via e mai ci saremmo perdonati la colpa di averlo portato a casa. Il sudore intenso…un bagno di sudore era il quotidiano ….il senso di svenimento avuto più volte per mancanza d’aria, causa tre mascherine e una visiera, più occhiali, cuffia, tuta e calzari e le docce di candeggina vaporizzata, erano il check out dalla zona sporca. Di noi potevano vedere gli occhi, potevano riconoscere la voce ma dicevano che eravamo comunque tutti uguali. Ogni volta che uno di loro e capitava anche più volte al giorno, non ce la faceva…era per noi…un morire con loro e una sconfitta forte da sopportare!
Oggi per fortuna, benchè i reparti covid esistano ancora, grazie ai vaccini si lavora con abbigliamento più leggero e meno timorosi della morte. Oggi la maggior parte di noi OSS, ma anche Infermieri è stata ridistribuita in reparti diversi e a causa di problemi che noi non comprendiamo, alcuni di noi non potranno continuare a fare il proprio lavoro, con passione, amore e dedizione come vorrebbe, tutto questo perché, una buona parte è stata assunta e quindi stabilizzata, grazie a quella legge che altro non voleva fare che premiare quegli angeli che vi hanno protetti in momenti terribili per il pianeta, altri saranno mandati a casa, trattati con 2 pesi e 2 misure, dimenticando che loro…le paure…gli incoraggiamenti a non arrendersi facendo squadra…i segni sul viso per la bardatura…gli sguardi terrorizzati…le cose non dette e taciute per non consumare aria nella tuta…le hanno condivise insieme…di notte e di giorno e molto spesso anche in doppi turni.
Non vogliamo sentirci sconfitti e amiamo il nostro lavoro. Chiediamo alla politica di essere premiati tutti insieme, affinchè si possa dire che anche in questo caso il premio che in tutta Italia ha raggiunto i sanitari precari del Covid, raggiunga anche noi al San Carlo e in Basilicata e possa esser d’esempio alle generazioni future…perché se…sacrificio è stato, il tutto si possa chiudere positivamente per ognuno di noi, con successo e condivisione di un percorso iniziato e concluso insieme! Tutto questo per un inno alla vita, alla giustizia e al lavoro!
Gli Operatori Socio Sanitari