Un viaggio attraverso laboratori esperienziali inserito nel progetto “Sawabona”, che afferisce alla campagna di politiche sociali “Nessuno è da solo” messa in atto dall’ Amministrazione comunale di Sasso di Castalda e gestito dalla coop. “Ethos” di Potenza. L’idea del progetto nasce dall’esigenza di mettere in campo attività educative a supporto delle fasce di età più fragili e delicate, bambini e adolescenti, che hanno subito ricadute negative dovute alla pandemia e alla guerra. Infatti, La drammatica esperienza della pandemia e il conflitto bellico in Europa hanno aggravato situazioni familiari critiche che hanno sviluppato, alimentato e accentuato paura, ansia, apprensione, angoscia e irritazione nei più giovani, compromettendo, in alcuni casi, lo sviluppo psicofisico nelle fasi fondamentali della loro crescita.
la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia) esprime profonda preoccupazione per gli effetti e della guerra in Ucraina sulla salute fisica, mentale e sociale dei soggetti più fragili come sono i bambini e gli adolescenti. Secondo gli esperti, i conflitti armati hanno gravi conseguenze sulla salute mentale dei minori. Non solo per bambini e adolescenti direttamente coinvolti nella tragedia della guerra in Ucraina, come in altre parti del pianeta, ma anche per quelli italiani e di tutto il mondo, già provati duramente dagli effetti della Pandemia. “Sono fortemente vulnerabili allo stress e con minori capacità di adattamento ai traumi, con conseguenze devastanti sul loro sviluppo e quindi sul loro futuro che è il futuro del mondo”, spiega Elisa Fazzi, Presidente della Sinpia e direttore della Uo Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza Asst Spedali Civili e Università di Brescia.
“È con infinito sconforto, incredulità e dolore che siamo testimoni, dopo due anni di Pandemia che ha duramente provato tutta la comunità mondiale ed in modo specifico la salute mentale dei bambini e degli adolescenti, del palesarsi dei venti di guerra nel continente europeo con uno scenario che non ci saremmo mai aspettati di rivedere dopo la Seconda Guerra Mondiale. Non pensavamo che ciò sarebbe mai accaduto di nuovo in Europa”. La guerra arriva in un momento già critico per il benessere dei soggetti più fragili. Secondo i dati di un ampio studio internazionale sull’impatto della Pandemia sulla salute mentale e fisica di bambini e adolescenti recentemente presentato al Congresso Sinpia, il benessere psichico dei minori è diminuito di più del 10% a livello globale, con il raddoppio dei bambini con bisogno di supporto specialistico, e con un aumento di rabbia, noia, difficoltà di concentrazione, senso di solitudine e di impotenza, stress, disturbi del sonno.
A questo scenario ora si aggiungono le conseguenze della guerra scoppiata in Europa. La letteratura riporta numerosi studi sulle conseguenze dei conflitti armati sugli individui in età evolutiva, come ad esempio un più elevato rischio di nascita prematura ed un incremento di mortalità infantile e l’aumento del numero di bambini orfani. Durante l’infanzia e l’adolescenza viene segnalata una più alta incidenza di disturbi d’ansia e dell’umore, con evoluzione, nel 30-40% dei casi, in un disturbo post-traumatico da stress. Tale condizione psicopatologica determina un’importante compromissione della salute psichica anche in età adulta. Recenti ricerche evidenziano inoltre come le conseguenze psichiche della guerra perdurino nelle generazioni successive, determinando ripercussioni negative transgenerazionali sulla salute mentale. Questo vale per i bambini dei Paesi dove la guerra c’è, ma vale in qualche misura anche per i bambini che la guerra la vedono alla televisione o attraverso i racconti degli adulti.
Intervenendo con alleanze educative efficaci, quali famiglia, scuola, enti ecc, e con strumenti ad hoc, è possibile porre ‘rimedio’ e/o ridurre le ricadute negative che tali situazioni hanno causato. Uno strumento che può rispondere a questo bisogno è rappresentato dai percorsi di educazione emotiva che permettono di accompagnare i bambini e gli adolescenti al riconoscimento e all’accettazione della propria sfera emozionale. Ciò significa consegnare loro uno strumento valido che funge da guida e supporto nel difficile processo di crescita. Infatti, un’alfabetizzazione emotiva efficace permette ad un bambino di sviluppare empatia per relazionarsi con gli altri in maniera positiva. Un bambino in grado di esprimere e vigilare sulla sua emotività, che comunica e si relaziona positivamente con gli altri, è mosso da maggiore curiosità, ha voglia di apprendere e sceglie di prendersi cura della propria persona, orientato a gestire con autonomia se stesso con ricadute positive anche nella relazioni sociali e familiari.
Il laboratorio di natura socio/educatica, condotto da Maddalena Langone, Consulente Familiare A.I.C.C.eF. (Associazione Italiana Consulenti Coniugali e Familiari) e da Maria Pascale assistente co-conduttrice , è rivolto a preadolescenti di età compresa tra i 6 e 10 anni e si sviluppa intorno alla figura di Mariele Ventre storica direttrice ed educatrice del piccolo coro dell’Antoniano originaria di Sasso di Castalda. «Mariele Ventre per decenni ha incarnato quegli ideali etici e pedagogici che l’Antoniano ha posto a fondamento delle sue attività musicali, ricreative e sociali per i più piccoli. Alle doti indiscusse di grande musicista e di educatrice, Mariele univa certe caratteristiche del suo temperamento – lo sguardo magnetico, il piglio dolce e autorevole, il rigore, la tenacia, il valore del sacrificio e la capacità di apprezzare le piccole cose della vita, uniti ad una fede radicata e vissuta – che l’hanno resa straordinariamente popolare e vicina al cuore della gente».