In Basilicata l’82,2 per cento di bambini e adolescenti tra i 6 e i 17 anni utilizza internet tutti i giorni e lo fa soprattutto attraverso lo smartphone (superiore alla media nazionale, che è del 73%). In Italia il 65,9% usa lo smartphone tutti i giorni, in Basilicata la percentuale sale al 76,6%. Questi alcuni dei dati della XIV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Tempi digitali”, diffusi da Save the Children – l’organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro -, in vista della Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che si celebra lunedì 20 novembre. Si abbassa sempre di più l’età in cui si possiede o utilizza uno smartphone, con un aumento significativo di bambini tra i 6 e i 10 anni che utilizzano il cellulare tutti i giorni dopo la pandemia: nelle regioni del Sud la percentuale è passata dal 28,3% al 42,8% tra il biennio 2018–19 e il 2021–22. Nonostante questo utilizzo diffuso, nella mappa europea sulle competenze digitali dei 16-19enni, l’Italia si posiziona quart’ultima: la quota di giovanissimi con scarse o nessuna competenza è del 42% rispetto a una media europea del 31%. Il dato medio italiano nasconde ampi divari territoriali, con il Nord e il Centro più vicini ai valori medi europei (34% e 39%) e il Sud che ha oltre la metà dei ragazzi con scarse o nessuna competenza (52%). Se guardiamo ai giovanissimi che hanno acquisito elevate competenze digitali, gli italiani sono poco più di 1 su 4 (il 27%) a fronte del 50% dei coetanei francesi e del 47% degli spagnoli.
In Basilicata – aggiunge Save the Children – la rete ultraveloce con fibra fino all’abitazione raggiunge il 43% nella provincia di Matera e il 34,5% nella provincia di Potenza. Le famiglie ultraconnesse con fibra Fith (fino all’abitazione) rappresentano l’11% nella provincia di Matera e il 4% nella provincia di Potenza. Nonostante la legge preveda che un utente possa avere accesso ai social solo dopo aver compiuto 13 anni, la realtà mostra una presenza massiccia di preadolescenti che hanno aperto un profilo indicando un’età maggiore o hanno usato quello di un adulto, spesso un genitore più o meno consapevole: il 40,7% degli 11–13enni in Italia usa i social media, con una prevalenza femminile (47,1%) rispetto a quella maschile (34,5%). Il tema non riguarda però solo i social e il problema della verifica dell’età è diventato centrale per chi si occupa di attività online: bambini e adolescenti utilizzano piattaforme, tecnologie, software, algoritmi che non sono stati progettati per loro, correndo numerosi rischi.
Inoltre,tra gli 11 e i 13 anni sono in aumento gli atti di cyberbullismo: in Basilicata gli adolescenti vittime di questi episodi sono il 14%. Le ragazze sono più frequentemente vittime di atti di cyberbullismo, ma esiste anche una quota di “bulle” che colpiscono le compagne per isolarle e deriderle soprattutto negli anni della pre-adolescenza, quando i tempi di crescita non sono uguali per tutte. Ragazze e ragazzi sfruttano la connessione per molteplici attività, a partire dalla messaggeria istantanea, utilizzata dal 93% dei 14-17enni. Tra le altre attività preferite dagli adolescenti online ci sono: guardare i video (84%, in crescita), frequentare i social media (79%) – con Facebook in drastico declino mentre avanzano Instagram, TikTok e Snapchat – e l’uso dei videogiochi(72,4%). Se le ragazze frequentano con più costanza e intensità i social media (84% contro il 74% dei maschi), il gaming impegna di più i ragazzi (81% contro il 64% delle ragazze), anche se le videogiocatrici sono in crescita. Ma i giovani utilizzano la connessione anche per informarsi: il 28,5% degli 11-17enni legge riviste e giornali online (percentuale che sale al 37% nella fascia 14-17 anni) e sfrutta i social media come canali di informazione, anche se non sempre dichiara di sapersi difendere dalle insidie delle fake news. I giovani usano sempre di più i social media per diffondere conoscenze e informazioni e fare attivismo, sfruttando anche la facilità di collaborazione e di partecipazione che offrono le piattaforme digitali.
Da una fotografia che scatta l’Istat sulla lettura dei più piccoli – conclude Save the Children – emergono differenze territoriali e di genere: l’Italia è spaccata quasi a metà tra lettori e non lettori. Analizzando la popolazione di 6-17 anni, nel 2022, i maschi non lettori sono stati oltre la metà (54,1%) mentre la percentuale di bambine e ragazze che non ha letto alcun libro nell’ intero anno è di quasi 13 punti percentuali più bassa (41,5%), a confermare lo storico trend di bambine e adolescenti che leggono più dei loro coetanei. In Basilicata la percentuale di chi non legge è del 60,2% (quarta nella classifica dopo Sicilia, 69,5%, Calabria, 64,5% e Campania 62,5%).
Fonte: Il Quotidiano del Sud