Nel 2022 il numero di rapporti di lavoro cessati per dimissioni in Basilicata 12.231, su un totale di 59.650 cessazioni di lavoro avvenute per cause varie (licenziamenti di natura economica e disciplinare, dimissioni, fine contratto, risoluzione consensuale, altre motivazioni) e a fronte di 61.194 nuovi rapporti di lavoro (di questi ultimo solo 8mila a tempo indeterminato).
Le dimissioni costituiscono in Basilicata la seconda causa dopo la scadenza dei contratti.
DIMISSIONI PER SESSO 2022:
– Maschi, 8.444
– Femmine, 3.787
DIMISSIONI PER CLASSE D’ETÀ 2022:
– Fino a 29 anni, 3.652
– Tra 30-50 anni, 5.899
– 51 e oltre, 2.680
DIMISSIONI NEGLI ANNI:
– 2022, 12.231;
– 2021, 11.552;
– 2020, 8.963;
– 2019, 10.943;
– 2018, 9.844.
Variazione percentuale 2018-2022: + 25% di contratti cessati per dimissioni
SETTORI ATTIVITÀ ECONOMICA MAGGIORMENTE COINVOLTI DALLE DIMISSIONI 2022:
1. Commercio all’ingrosso e al dettaglio – riparazione di autoveicoli e motocicli – trasporto e magazzinaggio – servizi di alloggio e di ristorazione, 4.833
2. costruzioni, 2.383
3. att. estrattiva- att. manifatturiera- fornitura energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata- fornitura acqua- reti fognarie, att. trattamento dei rifiuti e risanamento, 2.129
4. Amministrazione pubblica e difesa – assicurazione sociale obbligatoria – istruzione – sanita’ e assistenza sociale 65
2023:
Nei primi 6 mesi del 2023 (gennaio-giugno) le cessazioni di rapporti di lavoro in Basilicata sono state 23.522, per dimissioni 5.721. Di queste 1.678 hanno riguardato lavoratrici.
Le attivazioni di nuovi contratti sono state 30.956, solo 4.343 a tempo indeterminato.
DIMISSIONI gennaio-giugno anni precedenti:
– 2022, 6.183;
– 2021, 4.956;
– 2020, 3.796;
– 2019, 5.278;
– 2018, 4.696.
COMMENTO Sofia Di Pierro, componente segreteria UIL Basilicata: L’aumento delle dimissioni, rispetto al periodo pre-pandemico, è un segno di come le priorità si siano modificate anche nella testa dei lavoratori lucani: se da qualche parte c’è uno smart-working più flessibile, se la retribuzione è troppo bassa o gli orari disagevoli, un lavoro, anche se sicuro, lo si può lasciare. Crediamo, dunque, che ci sia una legittima, quanto condivisibile, mobilità interna volta alla ricerca di posti di lavoro qualitativamente migliori, il che significa anche meglio retribuiti. Un aspetto specifico “di genere” delle dimissioni: cresce il numero di quelle convalidate dall’Inl (Ispettorato nazionale del lavoro) perché presentate dalle madri-lavoratrici nei primi tre anni di vita del figlio nel 2022. Complessivamente sono state oltre 61mila, con un aumento del 17,1% rispetto al 2021; circa 200 in Basilicata. Il fenomeno riguarda soprattutto le donne (72,8% dei provvedimenti) ed è legato strettamente alle difficoltà di conciliazione tra vita e lavoro. Il 63% delle neo mamme infatti mette tra le motivazioni la fatica nel tenere insieme l’impiego e il lavoro di cura. E’ l’ulteriore testimonianza che risulta ancora difficile, per le donne, conciliare figli e lavoro. La maggior parte dei destinatari delle convalide (il 79,4% del totale), si colloca nella fascia di età tra i 29 e i 44 anni. Come per gli anni precedenti, il maggior numero di provvedimenti si riferisce a lavoratori e lavoratrici con un solo figlio (o in attesa del primo figlio), il 58% del totale. Più modesta si conferma invece la percentuale di genitori con 2 figli (oltre il 32,5% del totale) e resta contenuta (il 7,5%) quella dei lavoratori e delle lavoratrici con più di 2 figli. Ciò conferma, che la fascia critica per restare nel mercato del lavoro sia proprio quella immediatamente successiva all’arrivo del primo figlio. Causa principale: la carenza di servizi ed in primo luogo per l’infanzia.