La battaglia che abbiamo intrapreso – sottolinea Cia – ha cominciato a ottenere alcuni importanti risultati, come la riattivazione della Commissione Sperimentale Nazionale sul prezzo del grano duro e il piano straordinario di controlli nei porti sul frumento importato. È chiaro, però, che questo non basta. Nel 2024, tutti devono essere impegnati a dare risposte ai produttori cerealicoli italiani e ai consumatori. Occorrono risposte concrete e positive sulla questione del valore riconosciuto al grano duro italiano, sulla redditività delle aziende cerealicole, sulla reale difesa e valorizzazione della produzione cerealicola nazionale.
I cerealicoltori italiani stanno ancora aspettando il pieno avvio di tutte le misure contenute in Granaio Italia, con l’attivazione del Registro Telematico e di tutte le misure sulla tracciabilità del grano duro importato in Italia. Il Governo deve attivare gli strumenti adeguati a certificare e garantire provenienza, qualità e salubrità del grano duro che arriva nei porti italiani. Inoltre – è scritto nella nota – invitiamo il Governo a promuovere una campagna di sensibilizzazione, rivolta ai consumatori, per sostenere l’acquisto e il consumo di pasta 100% italiana, realizzata interamente con grano duro prodotto in Italia”. La questione del valore ai produttori cerealicoli per il loro grano, con un impegno a favorire condizioni per una più equa distribuzione del valore aggiunto lungo la filiera, resta centrale e purtroppo in questo senso non ci sono ancora delle misure concrete da parte del Governo. I passi compiuti sono importanti, ma non ancora sufficienti, perché i problemi devono essere risolti e c’è ancora una questione importante a cui va data risposta, vale a dire l’attivazione delle misure di Granaio Italia, col registro telematico e tutte le altre azioni a tutela sia dei produttori cerealicoli sia dei consumatori sulla qualità dei grani e gli standard di sicurezza alimentare delle importazioni.