Ammonta a 143 milioni di euro, per la Basilicata, il valore di prodotti trasportati via mare attraverso il Mar Rosso. E’ quanto emerge dai dati del Centro studi di Confartigianato Imprese relativi ai danni per il commercio estero italiano a causa dell’attuale situazione, con un focus sull’impatto della crisi di Suez sulle esportazioni delle regioni italiane. La Basilicata si colloca al quart’ultimo posto della classifica nazionale per regioni (17esima) per quanto riguarda l’esposizione dell’export alla crisi. I settori più colpiti sono il mobile imbottito, l’agroalimentare e la meccanica. Gli effetti della crisi si manifestano con l’allungamento dei tempi di consegna delle merci, dovuto all’utilizzo di rotte che circumnavigano l’Africa, e all’aumento del costo del trasporto marittimo. Basti dire che l’indice del costo del trasporto marittimo dalla Cina nella settimana terminante al 12 gennaio 2024 è aumentato del 120,6% rispetto alla settimana precedente all’inizio degli attacchi alle navi occidentali.
I danni per il commercio estero italiano accumulati tra novembre 2023 e gennaio 2024 a causa della crisi nel Mar Rosso – secondo Confartigianato – ammontano a 8,8 miliardi, 95 milioni al giorno. In particolare, negli ultimi 3 mesi, l’Italia ha perso 3,3 miliardi, pari a 35 milioni al giorno, per mancate o ritardate esportazioni e 5,5 miliardi (60 milioni al giorno) per il mancato approvvigionamento di prodotti manifatturieri.
Confartigianato ha misurato anche le conseguenze della crisi sulle micro e piccole imprese italiane che, in Europa, sono quelle a maggiore rischio. La loro quota di export manifatturiero diretto nei Paesi extra Ue è infatti pari al 32,7% del totale europeo, con un valore addirittura doppio rispetto alle omologhe imprese tedesche. Nel 2023 ammonta a 30,8 miliardi di euro (pari a 1,5 punti di Pil) il flusso di import-export di merci dei settori made in Italy con maggiore presenza di Mpi che transita attraverso il Mar Rosso.
In particolare, le esportazioni di prodotti con il maggiore apporto delle nostre piccole imprese si attestano a 10,8 miliardi, con il valore più alto, pari a 4,2 miliardi, riguardante i prodotti alimentari, seguiti dai prodotti in metallo (1,8 miliardi), altri prodotti, tra cui gioielleria e occhialeria, sempre con 1,8 miliardi, moda con 1,5 miliardi e legno e mobili con 1 miliardo. A questi settori si aggiunge un comparto chiave dell’export made in Italy verso i mercati dei paesi emergenti dell’Asia, quello dei macchinari e impianti, anch’esso a forte presenza di micro e piccole imprese: nel 2023 è stato di 11,6 miliardi il valore di questi nostri prodotti transitati via mare attraverso il canale di Suez.
“L’escalation della crisi in Medio Oriente – sottolineano i Presidenti nazionali e provinciale di Matera di Confartigianato Marco Granelli e Rosa Gentile – penalizza il sistema del made in Italy e l’approvvigionamento di prodotti essenziali per la trasformazione della manifattura italiana, aggravando la frenata del commercio internazionale. Gli effetti della crisi del Mar Rosso, sommati alla stretta monetaria in corso e alla riattivazione delle regole europee di bilancio, potrebbero avere pesanti conseguenze sulla crescita economica italiana. E’ indispensabile mettere in campo tutte le misure, a cominciare dall’attuazione del Pnrr, per alimentare la fiducia e la propensione ad investire delle imprese e scongiurare il rischio di una frenata del ciclo espansivo dell’occupazione”. E per Gentile “è una nuova tegola sull’export del mobile imbottito e del food e beverage del Materano”.