LA BASILICATA è la regione italiana con il minor tasso di dispersione scolastica: solo il 5,3 per cento degli studenti non raggiunge il titolo di studio di scuola secondaria di secondo grado. Ed al quinto posto per spesa pubblica per consumi finali per istruzione e formazione (5,1% del Pil regionale). Ma rimane all’ultimo posto per i contributi sociali riscossi dagli enti di previdenza (11,5% del Pil regionale) e al 20esimo (su 21) per spesa in servizi sociali (54 euro pro capite). Sono alcuni dati che emergono dalle classifiche del “Welfare Italia Index 2023”- strumento di monitoraggio che prende in considerazione gli ambiti di politiche sociali, sanità, previdenza e formazione e consente di identificare, a livello regionale, i punti di forza e le aree di criticità in cui è necessario intervenire – realizzato da “Welfare, Italia”, Think Tank nato su iniziativa di Unipol Gruppo in collaborazione con The European House – Ambrosetti. Dati che, nel complesso, sono sostanzialmente negativi, tanto che la Basilicata si è classificata nel 2023 al 19esimo posto tra le 21 regioni italiane e province autonome per efficacia e capacità di risposta del sistema di welfare.
Il Welfare Italia Index è basato – spiega Unipol Gruppo – su 22 Key performance indicator, che misurano dimensioni di input, ovvero indicatori di spesa (pubblica e privata) in welfare che raffigurano quante risorse sono allocate in un determinato territorio (ad esempio l’ammontare allocato tramite Fondo sanitario nazionale rapportato sul totale della popolazione regionale o l’assegno pensionistico medio mensile degli over 65) e dimensione di output, ovvero indicatori strutturali che rappresentano il contesto socio-economico in cui si inserisce la spesa in welfare (ad
esempio il tasso di disoccupazione o la quota di famiglie in povertà).
INDICATORI DI SPESA – Con riferimento agli indicatori di spesa, la Basilicata ottiene un punteggio di 66,5 posizionandosi all’ultimo posto nella graduatoria delle regioni italiane. In particolare, la Basilicata è al 19esimo posto per spesa previdenziale media su popolazione over-65 (924 euro contro 1.147 euro della media nazionale), al 21esimo posto per contributi sociali riscossi dagli enti di previdenza (11,5 per cento del Pil regionale contro 14,2% di media nazionale) e al 19esimo posto per contributo medio in forme pensionistiche integrative (6,2% del reddito medio contro 7,3% di media Italia). Inoltre – sempre dai dati del monitoraggio -, la regione si posiziona al 20esimo posto per spesa in interventi e servizi sociali pro capite (54 euro a fronte di 158 euro della media italiana) e per spesa media regionale per utente fruitore degli asili nido con 3.074 euro contro gli 8.913 euro della media nazionale. La Basilicata, però, ottiene risultati migliori negli indicatori di spesa riguardanti le politiche sociali e l’educazione e la formazione: in particolare, si conferma al quinto posto per spesa pubblica per consumi finali per l’istruzione e la formazione in percentuale del Pil regionale (5,1 per cento contro il 4,2% a livello nazionale) e al nono posto nell’importo medio di Reddito e Pensione di cittadinanza.
INDICATORI STRUTTURALI – In merito agli indicatori strutturali, la Basilicata si posiziona al 15esimo posto con un punteggio pari a 56,2. In particolare, la Basilicata primeggia per minor tasso di dispersione scolastica regionale: solo il 5,3% degli studenti di scuola secondaria di secondo grado non riescono a raggiungere il titolo di studio o non hanno le competenze previste dal titolo formale, a fronte di una media nazionale del 10,4%. In termini di occupazione, la regione ha confermato le posizioni registrate nel 2022: con un tasso di disoccupazione del 7,1% – in netto miglioramento rispetto all’8,4% del 2022 e inferiore alla media italiana (8,1%) – posizionandosi al 12esimo posto. È diminuita inoltre la percentuale dei giovani Neet, ovvero la percentuale di giovani tra i 15 e i 34 anni che non studiano né lavorano, che scendono dal 25,2% del 2022 al 23,4%, posizionando la regione al16esimo posto. La Basilicata è 17esima per cittadini inattivi (57,3 per cento contro il 50,8% di media Italia). E si attesta infine al18esimo posto per efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria mentre si classifica al 16esimo per stato di salute della popolazione.
Fonte: Il Quotidiano del Sud