Per Federfarma, “i nuovi compiti in Basilicata tardano ad essere applicati nonostante la disponibilità dei farmacisti”
Stando ai dati Istat, le farmacie rientrano tra i principali servizi di pubblica utilità a cui la popolazione riesce ad accedere in maniera più celere: per la Basilicata, i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica registrano solo nel 17% dei casi esaminati difficoltà ad accedere alle farmacie contro il 24% dell’accesso a supermercati e uffici comunali e addirittura contro il 54% dell’accesso ai Pronto Soccorso. Le farmacie si pongono, perciò, a presidio sanitario di prossimità grazie anche alla capillarità territoriale che fa registrare in Basilicata una farmacia ogni 2395 abitanti contro una media nazionale di una ogni 3032 abitanti.
La presenza delle farmacie diventa strategica, ponendosi come prima infrastruttura sanitaria di riferimento sul territorio soprattutto nei piccoli comuni dell’hinterland dove è massiccia la popolazione anziana. Per cui, capacità di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini, efficienza ed efficacia nel reperimento di farmaci e presìdi sanitari in brevissimo tempo e presenza h24 per tutto l’anno grazie alle turnazioni diurne, notturne e festive, fanno delle farmacie il nuovo punto di riferimento per la popolazione. Il ruolo si è rafforzato soprattutto nel periodo pandemico con l’effettuazione di test antigenici per la ricerca del virus Covid 19, impegnando gli operatori a rispondere a tutte le esigenze e alle difficoltà degli utenti. Non solo, le farmacie da un biennio partecipano anche alla campagna di vaccinazione antinfluenzale (nonostante fossero state invece tagliate fuori dalla campagna per il vaccino anti-covid) e da qualche mese sono parte attiva nella campagna di screening dell’epatite C rivolta alla popolazione residente nata tra il 1969 e il 1989. Il nuovo assetto delle farmacie, ridisegnato da regole e opportunità già dettate dalla legge 153 del 2009, affianca ai classici e storici compiti anche il nuovo identikit che si sviluppa e fa sintesi attorno a quella che deve essere la “farmacia dei servizi”.
Il ruolo oggi viene ridefinito anche dalla regione Basilicata che sperimenta finalmente il nuovo assetto pur non colmando alcune carenze organizzative che porterebbero le farmacie a camminare di pari passo con le strutture sanitarie rendendole collaborative nell’abbattimento delle liste d’attesa. Più di novanta in Basilicata (56 in provincia di Potenza e 36 nel materano) le farmacie che hanno espletato tutte le procedure necessarie per adeguarsi alle nuove norme: dai corsi di aggiornamento obbligatori e certificati al noleggio o all’acquisto delle strumentazioni, per finire con l’adeguamento logistico di spazi e locali idonei ad effettuare elettrocardiogrammi, holter pressori, holter cardiaci, tele-spirometria. Si tratta di esami che potranno essere effettuati in farmacia (in forma totalmente gratuita per i cittadini muniti di impegnativa del medico di medicina generale recante esenzione per patologia) e refertati in breve tempo e a distanza da medici specialisti. In questo modo, oltre a consentire di fronteggiare per tempo alcune emergenze (come accaduto nelle scorse settimane proprio nel materano con immediate diagnosi di infarto, miocardite, pericardite che hanno salvato la vita ad alcuni utenti), tali prestazioni risulterebbero fondamentali per garantire assistenza sanitaria nelle zone più interne della regione, dove la farmacia rurale è spesso l’unico riferimento per i cittadini.
Per il Presidente di Federfarma Basilicata, Antonio Guerricchio, sarebbe opportuno che “le istituzioni trovassero un punto di raccordo reale con le farmacie dislocate sul territorio lucano per offrire quelle prestazioni utili non solo al cittadino impossibilitato a spostarsi a chilometri di distanza per effettuare un esame, ma soprattutto per accelerare l’iter diagnostico di alcune patologie le cui diagnosi potrebbero arrivare con ritardo qualora ci si basasse solo sulle lungaggini delle liste d’attesa”. Per Guerricchio sarebbe utile proporre anche in Basilicata “l’esperienza maturata già in altre regioni italiane, trovando soluzione ad una situazione ferma ancora ai nastri di partenza nonostante la disponibilità dei farmacisti lucani sempre pronti a collaborare con le istituzioni per migliorare il livello di tutela della salute della popolazione”.