“Nel giro di alcuni mesi sarà possibile utilizzare la Sala ibrida, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente le attività della Cardiochirurgia coniugando la sala operatoria tradizionale con quella di emodinamica, con la possibilità di eseguire contemporaneamente, su uno stesso paziente, procedure di tipo interventistico, quali ad esempio angioplastiche coronariche, e interventi con accessi mini-invasivi sulle valvole”. Dichiara il direttore generale dell’Aor San Carlo di Potenza Giuseppe Spera.
La “sala operatoria ibrida” coniuga le caratteristiche di una sala operatoria tradizionale alla presenza di apparecchiature radiologiche di altissimo livello, capaci di fornire qualità di immagine superiore, affidabilità durante l’intervento e tecniche innovative di imaging direttamente in sala operatoria; tale sala garantisce sia l’esecuzione di interventi chirurgici tradizionali, sia l’esecuzione di interventi endovascolari, tramite la conversione della sala in tempo reale, senza la necessità di dover spostare il paziente e realizzando, in un unico ambiente, le fasi diagnostica, terapeutica, endovascolare ed eventualmente chirurgica con l’alternanza, al bisogno, di diverse equipe specialistiche.
L’esigenza dell’A.O.R. San Carlo di Potenza è di garantire una risposta efficace, efficiente e tempestiva alle esigenze cliniche ed assistenziali dell’utente finale mediante la creazione di un ambiente operatorio di concezione avanzata quale la Sala operatoria ibrida. Quale tecnologia di punta di detto ambiente è previsto un sistema radiologico digitale (angiografo) di elevato livello tecnologico, capace di spostarsi all’interno della sala anche automaticamente, secondo percorsi programmati che riducano le interferenze con l’attività clinica.
Il nuovo ambiente dovrà avere un elevato grado di integrazione tecnologica e clinica mettendo gli operatori nelle condizioni di affrontare i casi più complessi potendo sviluppare inoltre procedure innovative mininvasive, con la finalità della maggior efficacia clinica e del minor impatto sul paziente, in termini di riduzione delle complicanze e dei tempi di recupero postoperatorio. La sala ibrida dovrà permettere l’effettuazione di procedure complesse in pazienti ad alto rischio, ad esempio nei casi di emergenza dei traumi, utilizzando tecniche “ibride” di diagnosi e terapia chirurgica, favorendo il lavoro d’equipe dei diversi specialisti, riducendo i rischi per il paziente che non deve essere trasportato in ambienti diversi per effettuare gli accertamenti necessari, con indubbi vantaggi soprattutto per i casi più critici. La sala ibrida dovrà consentire il lavoro di equipe di medici di specialità diverse “in concerto tra loro”, contemporaneamente e sullo stesso paziente: cardiochirurghi, emodinamisti, chirurghi vascolari, endoscopisti, radiologi, anestesisti e rianimatori.
Tutte le apparecchiature installate dovranno avere il più alto livello di integrazione tale da risultare all’operatore finale come un unico sistema dalle molteplici prestazioni.
All’interno della sala dovranno essere previsti dei sistemi di ripresa video e audio tali da favorire la documentazione delle procedure e gli aspetti didattici e formativi. A tal proposito dovrà essere prevista e realizzata una “sala learning” dedicata costituita da sistemi audio visivi connessi con la sala ibrida e arredi. In definitiva gli obiettivi che si vogliono raggiungere con la realizzazione di questo progetto sono i seguenti:
- Mettere a disposizione dell’equipe chirurgica ed interventistica un ambiente integrato che ottimizzi il workflow operatorio e aumenti l’efficienza generale del Blocco Operatorio;
- Eseguire procedure già note con un maggior livello di precisione ed accuratezza;
- Aumentare la sicurezza per il paziente;
- Razionalizzare gli interventi chirurgici;
- Risparmiare tempo e risorse;
- Disporre di strumenti ICT per la documentazione delle attività chirurgiche di sala operatoria;
- Disporre di nuovi strumenti didattici per la formazione del personale e/o degli studenti.