PROGETTO – Il direttore dell’Apt di Basilicata, Antonio Nicoletti, spiega la genesi del progetto: “In gergo tecnico potremmo dire che la realizzazione di questa produzione internazionale in Basilicata è un effetto indotto. L’iniziativa, infatti, approda in Basilicata a seguito delle attività legate al progetto di Apt “Roots-in”, la Borsa internazionale del turismo delle origini. La produzione brasiliana – precisa Nicoletti – era in cerca di un borgo in cui ambientare le riprese in Italia e tramite Enit, nell’ambito della collaborazione legata proprio al tema del turismo delle radici, l’Apt ha colto l’occasione per intercettare la produzione per quanto di sua competenza, mettendola in connessione con la Lucana Film Commission che si è resa subito disponibile all’ascolto”.
STORIA – “Nel film – dice il regista De Rosa Avancini – raccontiamo la storia di tre donne brasiliane della stessa famiglia approdate in Basilicata per una vacanza ma anche per scoprire le proprie radici lucane e trovare il vero amore. Tre donne forti e determinate, tre generazioni diverse, tre prospettive differenti. Ognuna di loro alle prese con una fase peculiare della vita, affrontando dilemmi, vulnerabilità e sfide. L’unica cosa in comune tra loro è la ricerca della felicità”. “Siamo rimasti particolarmente colpiti dalla Basilicata –
TURISMO – Il film non è solo intrattenimento. Può rivelarsi un grande attrattore turistico. Nel caso di “Pazzi amori liquidi” va ad intercettare uno sconfinato mercato, quello brasiliano, finora inesplorato. Nicola Timpone, direttore di Marateale, il festival del cinema che si svolge ogni estate a Maratea, da sempre sottolinea i riflessi in ambito turistico delle produzioni cinematografiche: “Costituiscono una vetrina importante, in grado di veicolare la nostra immagine su un pubblico vastissimo. Quanto al film brasiliano, grazie anche alla presenza di attori di primo piano del Paese carioca, sono sicuro che confermerà questa mia riflessione. Spero di riuscire a presentare il trailer durante la prossima edizione di Marateale”.
SINDACI – La storia narrata in “Pazzi amori liquidi” si sviluppa – come dicevamo – in vari paesi lucani i cui sindaci comprendono benissimo l’importanza, in termini promozionali, di una produzione del genere. “Il cinema – evidenzia Teresa Colucci, primo cittadino di Pietrapertosa – ci proietta verso mercati che fiere e manifestazioni spesso non riescono ad intercettare. Quello brasiliano è un bacino ampio e consistente da un punto di vista strettamente economico: chi decide di attraversare l’Oceano, d’altra parte, di certo non ha problemi di spesa. Sono convinta che il film è la strada giusta per veicolare la nostra immagine. Ancora oggi – conclude Colucci – arriva gente in paese dopo aver visto “Basilicata coast to coast”, il film di Rocco Papaleo”. Sulla stessa lunghezza d’onda Michele Ungaro, sindaco di Laurenzana, che sottolinea un effetto indotto: “Non guardiamo solo al pubblico che vedrà il film nelle sale cinematografiche o in televisione. Io penso anche alla troupe, alle maestranze, agli attori che restando nel nostro territorio per girare le scene avranno modo di apprezzarne il paesaggio, la cultura, le tradizioni e le peculiarità eno gastronomiche, diventando, di fatto, nostri ambasciatori in Brasile e negli altri Paesi di provenienza”. Anche Anna Cantisani, sindaco di Calvello, sottolinea come il cinema rappresenti un importante strumento di marketing territoriale: “Diventa – aggiunge – vetrina per il paniere delle produzioni locali, che trovano nel product placement un ulteriore canale di posizionamento sul mercato. Guardare un film può ispirare un viaggio alla scoperta dei luoghi che fanno da set al film e, come noto, il turista che visita il territorio genera economie indotte. Senza parlare delle
maestranze locali che possono essere coinvolte e trovare una strategica opportunità di diversificazione delle fonti di reddito, specializzandosi, perché no, nel settore. Non ultima, la possibilità di scoprire talenti locali. Un film – conclude Cantisani – può raccontare la bellezza che siamo e permettere anche a chi vive all’altro capo del mondo di scoprire quanto possiamo offrire”.