Quando nel 1982 Jack Lang e Maurice Fleuret diedero vita alla prima edizione della Festa della Musica forse non sapevano di aver organizzato una sorta di flash mob strumentale ante litteram, invitando tutti i musicisti amatori e professionisti a scendere nelle piazze, “appropriarsi” dei chioschi, delle stazioni e suonare liberamente ovunque per trenta minuti.
Forse non immaginavano che, partendo dal loro slogan: “la musica dappertutto, concerti in nessun luogo”, ma soprattutto l’idea di “mettere in valore la molteplicità e la diversità delle pratiche musicali, per tutti i generi di musica” (art. 2 della Carta di Budapest) sarebbe rifiorita l’opportunità di quest’arte d’essere espressione concreta di democrazia. Di uguaglianza e pari dignità.
Il 21 giugno, in voluta coincidenza col solstizio d’estate, anche in Italia come dal ’97 in più di 120 Paesi, la musica si diffonde su strade, piazze, cortili. In contesti urbani che solitamente non vengono usati per allestire spettacoli. La volontà è quella di una celebrazione di ogni genere musicale. Il battere è sull’universalità che quest’arte possiede. Il levare è sul potere di svolgere funzione di integrazione e coesione sociale.
La Festa della musica “invade” pacificamente anche ospedali, carceri e luoghi del disagio sociale dove più forte diventa l’esigenza di una melodia che tocchi e consoli le corde del cuore. Per questo filo forte di congiunzione fra gli ideali della Festa della Musica ed il sogno di Elisa di scegliere la missione della medicina da praticare in Africa, l’edizione 2024 a Potenza diventa occasione di concorso alla realizzazione dell’ambulatorio medico “Elisa Claps” a Goma, Repubblica Democratica del Congo.
Si tratta di un evento di rilevanza nazionale che si terrà attraverso la collaborazione tra la Pro Loco di Potenza, il Conservatorio “Carlo Gesualdo da Venosa”, il Museo archeologico nazionale “Dinu Adamesteanu” e con il patrocinio del Comune di Potenza, perché il mondo della cultura e quello civile si uniscano in un unico coro in favore della causa.
Se da alcune delle Opere liriche al di là della tragedia si percepisce la presenza del germe della speranza e se da una tragedia familiare nasce quello stesso potente germoglio, allora non si può fare a meno di annaffiarlo insieme. Di aiutare Elisa Claps a realizzare il suo sogno per gli altri.
La “Festa della Musica” 2024 – La prima Orchestra siamo noi – è dedicata alle bande musicali. A diffondere meravigliosa Musica saranno due momenti, uno pomeridiano alle ore 18:30 presso il Museo Archeologico “Dinu Adamesteanu” (Ingresso Libero) ed uno serale alle ore 21:00 in Piazza Matteotti (Ingresso su invito con accesso ai posti dalle ore 20:00) che sarà presentato dai giornalisti Angela Di Maggio e Nico Basile. L’appuntamento pomeridiano vedrà la rappresentazione di “Siate soltanto giovani”, organizzato dalla DRM-Basilicata in collaborazione con Metamorfosi ed Orchestra Maldestra. Per l’appuntamento serale saranno protagonisti la Wind Orchestra del Conservatorio “Carlo Gesualdo da Venosa” di Potenza ed il pianista Potentino Donatello Giambersio diretti dal M° Rocco Eletto, con la collaborazione delle cantanti Giusi e Paola Telesca.
L’evento inizierà con l’esecuzione de “il Fiore Bianco” (composizione di Matteo Buzzanca per la sigla di testa della fiction Rai dedicata ad Elisa Claps) che sarà interpretata dal solista al pianoforte Donatello Giambersio e dalle cantanti Giusi e Paola Telesca.
Il Programma musicale dell’Orchestra si aprirà con “I pini della via Appia”, quarto Movimento del Poema Sinfonico “I pini di Roma” di Ottorino Respighi, raffigura i pini lungo l’antica arteria consolare romana Via Appia. In un’alba nebbiosa, una legione avanza lungo la via Appia nel fulgore del sole appena sorto. Respighi voleva far sentire la terra tremare sotto i passi di un esercito; questo pezzo richiede l’impiego delle buccine (antiche trombe attualmente rappresentate dal flicorno). Il pezzo si conclude con un trionfo di trombe delle legioni sul Campidoglio.
Seguirà l’Ouverture da “Cavalleria leggera”, Operetta di Franz von Suppé ambientata nel XIX secolo in un villaggio austriaco dove le vicende dell’intreccio drammaturgico sono accompagnate dalla venuta di un reggimento di Ussari.
Sarà poi la volta di “In un mercato persiano” di Albert William Ketelbey che è un tipico esempio di musica a programma, in cui suoni e melodie orientali sono mescolate con la scrittura sinfonica della tradizione europea, per descrivere una scena di mercato mediorientale.
Seguirà la “Marcia Slava”, scritta da Čajkovskij nel settembre del 1876 in occasione di una beneficenza in favore dei soldati slavi che erano rimasti feriti durante la guerra serbo-turca di quegli anni. Il tema principale, tratto da una canzone del folklore serbo ne inizia l’introduzione che poi, mano a mano, va sviluppandosi con perfetto disegno orchestrale concludendo il lavoro con toni festosi e con una splendida marcia in cui è evidenziato sempre di più il vecchio inno nazionale “Bože, Zarja chrani!”, l’inno zarista.
Al centro del Programma, troveremo a questo punto Rhapsody in Blue che è una delle più famose opere del compositore Statunitense George Gershwin e che avrà come solista il pianista Potentino Donatello Giambersio. Questa fonde due generi musicali, musica jazz e colta. La cultura musicale dalla quale proviene Gershwin lo porta sicuramente a inserire in un genere classico sonorità e arrangiamenti jazz o blues da cui il titolo della composizione. La Rapsodia è fortemente rappresentativa della realtà metropolitana newyorkese e più in generale della cultura americana. Il titolo originario pensato da Gershwin infatti era American Rhapsody; l’autore stesso dichiarò: «… la udii come una sorta di multicroma fantasia, un caleidoscopio musicale dell’America, col nostro miscuglio di razze, il nostro incomparabile brio nazionale, i nostri blues, la nostra pazzia metropolitana.».
A seguire “Danzón n. 2” di Arturo Márquez: brano celeberrimo, include assoli per clarinetto, oboe, pianoforte, corno francese, tromba, flauto ed ottavino; grazie all’arrangiamento di Oliver Nickel, si è guadagnato un posto importante nella moderna letteratura delle orchestre da concerto.
Concluderà il concerto “Tico-Tico no Fubá” (“Passero dal collare rossiccio nella farina di mais”) che è una canzone choro brasiliana scritta da Zequinha de Abreu nel 1917. Il suo titolo originale era “Tico-Tico no farelo” (“passero nella crusca”), ma poiché il chitarrista brasiliano Américo Jacomino “Canhoto” aveva un’opera con lo stesso titolo, all’opera di Abreu venne dato il nome attuale nel 1931.
L’INGRESSO è su Invito. Gli INVITI sono disponibili fino ad esaurimento presso Punto Service, Via Messina 223, Potenza.