Savoia di Lucania, minoranza all’attacco dopo il primo consiglio comunale: “Nessuna donna in giunta”

Nemmeno il tempo di insediarsi ed ecco le prime polemiche a Savoia di Lucania, a seguito dell’elezione del sindaco Rocco Mastroberti e del nuovo consiglio comunale. Dopo il primo consiglio di giovedì sera, il gruppo di opposizione “Uniti per Savoia”, capeggiato dall’ex sindaco Rosina Ricciardi, passa all’attacco e contesta al neo eletto sindaco di aver nominato la nuova giunta comunale senza alcuna rappresentanza femminile. La giunta, infatti, è composta dal Sindaco, dall’assessore e vice sindaco Michele Potenza e dall’assessore Orlando Festa. 

Questa la nota stampa diramata dal gruppo di minoranza, a margine del consiglio comunale: “Dietro ogni grande uomo… Dietro ogni grande uomo, è così che inizia un vecchio adagio popolare. Vecchio e non antico perché l’antico merita di essere conservato, il vecchio no: il vecchio, se non può essere riparato, andrebbe solo buttato via. E così pensavamo di aver fatto. Così pensavamo, molte e molti di noi e invece…e invece, qui a Savoia, dopo la prima sindaca donna, dopo continue conferme alla possibilità di scelta fino al vertice della comunità si è tornati alla restaurazione. Che dire: se la ormai ex sindaca Ricciardi veniva vista come una Napoleone al femminile, una accentratrice e rigida donna di potere, altrettanto è innegabile che la svolta avuta in seguito alla sua sconfitta vede chi le è subentrato come novello principe von Metternich. E la restaurazione, bellezza. Ed è così che dopo anni di “Pink Power” ci tocca assistere al triste spettacolo del confino delle figure femminili a semplice e funzionale accessorio, a immagine di sfondo, a sacrificabile comparsa. Savoia non ha più spazio rosa: Savoia si fa buia. Ed è triste. È triste tutto ciò perché si nasconde sotto il vestito della novità, perché si esprime in termini di visione e poi, invece, altro non è che mero gioco di potere. E più triste è accorgersi, oggi, che le voci che più si alzavano ieri e si spendevano in rivendicazioni soffrono, d’un tratto, di improvvise distrazioni di cambi di prospettiva, di quella malattia chiamata giustificazionismo che addormenta e spegne le coscienze. Ma quello era ieri, appunto. Si sapeva. Era prevedibile. Era atteso. Si. Si a tutto. Eppure…eppure fa male perché non era giusto. Non lo è. Non perché, appunto, da oggi il posto di una grande donna torna dietro ad un grande uomo. Non al suo fianco. Dietro”.

redazione

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