In Basilicata, la decisione di Poste Italiane di ridurre gli orari di apertura degli uffici postali durante l’estate sta suscitando un’ondata di indignazione tra i cittadini. La razionalizzazione del servizio in ben 31 uffici della provincia di Potenza e 4 di quella di Matera, senza un’adeguata considerazione delle esigenze degli utenti, rischia di colpire duramente i piccoli comuni, specialmente quelli montani e rurali. Una chiusura, si precisa, a giorni alterni, senza considerare la soppressione del turno pomeridiano di lavoro in decine di uffici principali.
La Situazione in Basilicata. Il piano di razionalizzazione prevede la chiusura a giorni alterni di numerosi uffici postali. Nel capoluogo di provincia, Potenza, ben 5 uffici subiranno questa riduzione, tra cui quello della borgata Bucaletto, già spesso trascurata e bisognosa di servizi stabili. Molti comuni vedranno chiudere a giorni alterni tutti gli uffici ivi dislocati, persino piccoli uffici monoperatore ubicati nelle zone montane. Un caso emblematico è quello di Rionero in Vulture, dove l’unico ufficio funzionante, già ridotto a due soli sportelli, subirà ulteriori riduzioni. Questo comune è già in difficoltà a causa della chiusura per furto e scasso dell’ufficio postale principale dal 22 febbraio, che non è stato ancora ripristinato. Anche la provincia di Matera non è immune da queste problematiche, con la borgata di La Martella, distante 8 km dal centro di Matera, che affronterà difficoltà simili.
Le Conseguenze. Le decisioni di ridurre gli orari di apertura degli uffici postali in queste aree sono basate esclusivamente su criteri di efficienza economica, ignorando completamente le necessità specifiche delle comunità locali. Questo approccio miope non tiene conto della peculiare conformazione territoriale, sociale e infrastrutturale dei comuni lucani, molti dei quali hanno una popolazione prevalentemente anziana e con difficoltà di accesso ai servizi a causa delle distanze e delle condizioni stradali.
Una Logica Inaccettabile. Il principio di “universalità” del servizio postale, sancito sia dalle direttive europee (97/67/CE e 2008/6/CE) che dalla normativa nazionale (Dlgs 261/1999, legge 190/2014), impone che le scelte imprenditoriali di Poste Italiane debbano bilanciare ragionevolmente le esigenze economiche con quelle degli utenti. La recente sentenza del Tar Marche n. 586 del 20 giugno 2024 ha chiarito che qualsiasi ridimensionamento deve tenere conto delle specifiche esigenze degli utenti e delle caratteristiche del territorio, evitando decisioni basate esclusivamente su criteri economici.
La Denuncia del Sindacato. A prendere posizione contro l’operato di Poste Italiane sono ben 5 sigle sindacali su 6, che denunciano con forza l’impatto negativo delle chiusure estive sugli uffici postali. Il sindacato sottolinea come queste decisioni mettano a rischio l’accesso ai servizi essenziali per le comunità locali, accentuando il divario tra aree urbane e rurali e lasciando i cittadini più vulnerabili senza il necessario supporto. La decisione di Poste Italiane di chiudere a giorni alterni gli uffici postali durante l’estate è stata fortemente criticata da tutte le sigle sindacali, confederali e autonome, ad eccezione della CISL. Il 27 maggio, queste organizzazioni hanno richiesto un incontro diretto con i dirigenti della Macro Area SUD a Napoli per discutere delle problematiche reiterate, ma ancora una volta, Poste Italiane ha ignorato quanto lamentato. Come possiamo interpretare diversamente questo atteggiamento se non come un affronto alla dignità dei lavoratori, confermando l’opinione diffusa che la SLP-CISL sia diventata un sindacato giallo, a servizio della dirigenza aziendale? Siamo un’Azienda floridissima, ebbene, si dia slancio all’investimento su risorse fresche negli Uffici, anziché sperperare utili come sponsor sportivi: Meno Nazionale e più Nazione! Meno Calcio e più Rispetto!
L’Impatto sui Dipendenti. Non solo le chiusure estive degli Uffici Postali minacciano l’accessibilità ai servizi, ma si traducono anche nella forzata presa di ferie per i dipendenti. Queste razionalizzazioni sembrano mirare principalmente a raggiungere obiettivi di efficienza aziendale e a conseguire premi per i dirigenti, a discapito dei lavoratori costretti a prendere le ferie non desiderate.
Un Appello per la Basilicata. Le autorità locali e le comunità della Basilicata devono mobilitarsi immediatamente per chiedere una revisione delle decisioni di Poste Italiane. La chiusura degli uffici postali o la riduzione dei loro orari senza un’adeguata considerazione delle necessità locali rischia di isolare ulteriormente le comunità rurali e montane, già penalizzate da altre carenze infrastrutturali. È fondamentale che si agisca con urgenza per impedire l’ulteriore degrado dei servizi essenziali in queste aree.
Conclusioni delle sigle sindacali. La razionalizzazione degli uffici postali nei piccoli comuni lucani non può essere giustificata esclusivamente da ragioni economiche. È necessario considerare le peculiarità territoriali e le esigenze degli utenti, garantendo un servizio postale universale e accessibile. La sentenza del TAR Marche rappresenta un importante precedente che deve essere utilizzato per influenzare positivamente le decisioni future in materia di servizi postali nelle aree rurali e montane della Basilicata. La comunità lucana deve vigilare affinché i diritti dei cittadini siano tutelati e che il servizio postale continui a essere un punto di riferimento fondamentale, soprattutto per le fasce di popolazione più vulnerabili. La Basilicata non può permettersi di perdere ulteriori servizi essenziali. No alle chiusure estive!
Le Segreterie Regionali e Prov.li di Basilicata FAILP-CISAL SLC-CGIL FNC-UGL UILPOSTE CONFSAL