Tennis, non solo Sinner e Panatta: i 5 italiani più forti di sempre

Questa è l’epoca d’oro del tennis italiano, su questo non vi è alcun dubbio. Oltre al fenomeno Jannik Sinner, adesso numero uno al mondo nella classifica ATP, dietro di lui si è creata una schiera di tennisti tricolore che riescono a imporsi nei tornei internazionali alla pari dei grandi campioni. Ma in Italia non è sempre stato così e negli ultimi decenni si possono contare uno sparuto numero di atleti che si sono ben distinti, con isolate eccezioni che comunque hanno reso tanto orgogliosa l’Italia. D’altra parte c’è stato per un breve periodo in cui, negli anni ‘60/’70, è emersa un’altra generazione aurea che ha regalato tante gioie agli appassionati della racchetta. Gioie che sono arrivate nei maggiori tornei mondiali come ad esempio Coppa Davis o il torneo di Wimbledon, proprio una delle competizioni che più sta a cuore e tra gli obiettivi di carriera di Jannik Sinner per scalare la classifica dei migliori tennisti italiani. E proprio per questo i pronostici e le quote su Wimbledon non potevano non tenere in considerazione anche il fuoriclasse bolzanino per i possibili vincitori alla vigilia del torneo. Ma con l’altoatesino in cima alla classifica mondiale, chi nella storia del tennis italiano ha scritto le più belle pagine di questo sport e fissato i ricordi di tanti appassionati?

Nicola Pietrangeli

In cima alle classifiche del tennis tricolore non poteva che esserci lui, Nicola Pietrangeli, un vero mito per chi ama questo sport. Vero è che appartiene anche ad un’altra epoca del tennis con dinamiche diverse ma parliamo comunque di un atleta che ha vinto 44 tornei in carriera perdendo 21 finali. Due volte vincitore del Roland Garros (1959-1960), due Internazionali d’Italia (1957-1961) e bronzo olimpico nel 1968. A Wimbledon poi arrivò in semifinale nel 1960 ma trionfò in doppio con Orlando Sirola al Roland Garros. Impossibile dimenticare la vittoria da capitano della Coppa Davis del 1976.

Jannik Sinner

Al secondo posto non può non figurare il Golden Boy del tennis italiano, numero uno al mondo nella classifica ATP e trascinatore dell’Italia nella favolosa vittoria della seconda Coppa Davis nel 2023. Nella sua giovane carriera ha già battuto diversi record: è il più giovane tennista dell’era Open ad aver vinto i primi 16 incontri di una stagione ed è il più giovane vincitore nella storia delle Next Generation ATP Finals, a soli 18 anni, 2 mesi e 24 giorni. Poi nel solo circuito ATP è già arrivato a 14 vittorie, scalzando Panatta, compreso anche uno slam con la vittoria a gennaio 2024 dell’Australian Open. In questi ultimi due anni è cresciuto tantissimo sotto il punto di vista tecnico, fisico ma anche caratteriale. Conquistata la prima posizione in classifica mondiale i suoi obiettivi ormai sono principalmente due: mantenere il più a lungo possibile la testa del ranking ed essere il primo italiano nella storia non solo a vincere più di due slam ma, chissà, anche arrivare ad entrare nell’Olimpo del tennis vincendo il grande slam.

Adriano Panatta

Appunto Panatta. Certo ha vinto meno di Pietrangeli, ma lui è arrivato già nell’era Open, un gradino superiore al passato. E lì ha innanzitutto conquistato la quarta posizione nel ranking mondiale nel 1976. Proprio in quell’anno vince il Roland Garros, arrivando così a 10 vittorie totali in carriera tra i tornei più prestigiosi insieme agli Internazionali di Roma. Panatta è infatti l’unico nell’epoca moderna del tennis, tra gli italiani, ad aver vinto a Roma e a Parigi nello stesso anno.

Matteo Berrettini

Prima di Sinner gli occhi del tennis italiano erano tutti puntati sul tennista romano che, prima degli infortuni che hanno funestato la sua carriera recente, aveva raggiunto la posizione numero 6 nel ranking ATP. D’altronde di strada ne aveva fatta e si stava imponendo sui campi di tutto il mondo, considerando ad esempio una finale a Wimbledon e la semifinale agli Australian Open e agli US Open. Nel 2019 si è infatti giocato le Atp Finals 2019, quarantuno anni dopo Corrado Barazzutti, e nel 2021 è stato l’unico azzurro a centrare il risultato per due volte in carriera. Il 2023 è stato un anno da dimenticare totalmente e lentamente nel 2024 sta risalendo la china sperando che adesso abbia passato il peggio e si stia davvero rilanciando verso i primi posti della classifica mondiale.

Corrado Barazzuti

È stato certamente uno dei tre alfieri del tennis italiano degli anni ’70 insieme a Paolo Bertolucci ed Adriano Panatta. Con questi vinse nel 1976 la Coppa Davis del 1976 a cui si aggiungono tre finali nel ‘77, ‘79 e ‘80. Il suo best personale è arrivato nel 1978 raggiungendo la settima posizione in classifica Atp ed è stato, al pari di Panatta, l’unico italiano ad aver ottenuto la qualificazione ai Masters, quelli che oggi vengono chiamate finali ATP. Ma prendendo i numeri si possono citare le 5 vittorie nei tornei ATP e le 8 finali perse, incrociando diverse volte il fenomeno svedese Borg. Negli Slam, invece, il massimo risultato che ha raggiunto è stato quello di due semifinali, una al Roland Garros nel 1978 e una agli Us Open nel 1977.

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