Al giorno d’oggi il gioco viene visto anche come un’opportunità per provare sbancare e sperare di cambiare vita. Almeno una volta tutti noi abbiamo sognato di vincere alla lotteria fantasticando su come spendere una grossa vincita. Anche se la tecnologia ha invaso il nostro quotidiano e la società vive costantemente connessa alla rete, in molti sono rimasti legati alle vecchie tradizioni e soprattutto alle antiche credenze. Non solo sono in tanti a partecipare a qualche concorso o a sedersi al tavolo verde, ma le loro scelte sono talvolta condizionate da un fattore più che curioso: la superstizione. Già, perché dal momento in cui ci si affida alla sorte e a presunte forze astratte, allora vale tutto.
La superstizione è folklore e non sorprende che riesca ad invadere anche il campo dell’intrattenimento. Col passare degli anni alcune credenze sono entrate a far parte prepotentemente della cultura popolare, diventando note anche a chi bazzica poco nel settore. La superstizione più famosa è sicuramente quella relativa al numero 17, da sempre visto come portatore di sfortuna. Non tutti sanno che la ragione di ciò risiede nei numeri romani, in quanto “17” si scriveva infatti “XVII” che è l’anagramma di “vixi”, ossia “vissi”, cioè “sono morto”. Spesso e volentieri bastano poche spiegazioni per far sì che un giocatore si spaventi di fronte ad una specifica circostanza e cambi strada. La paura per il 17 ha assunto nel tempo persino una denominazione specifica, vale a dire la cosiddetta ”eptacaidecafobia”.
Così come il 17, anche il 13 è visto male e ad esso è legata la triscaidecafobia. In questo caso il numero è ritenuto sfortunato perché coincide semplicemente con quello dei commensali presenti in occasione dell’Ultima Cena di Gesù. Molte persone tendono quindi ad evitarlo. Queste superstizioni sono sentite soprattutto in America: basti pensare che in alcuni ascensori o in alcune stanze non viene mai indicato il 17. Come intuibile, l’eptacaidecafobia e la triscaidecafobia inficiano i pensieri di chi si ritrova a che fare con un gioco in cui i numeri sono protagonisti, come la roulette.
Nei casi più esagerati si rinuncia a ricorrere a qualche mossa specifica, anche se potenzialmente vincente. Ad esempio, le permanenze alla roulette coinvolgono necessariamente anche il 13 e il 17, ma i più creduloni preferiscono non affidarsi a questi metodi matematici pur di non fare i conti con la superstizione. Anche i giorni della settimana, comunque, sono legati ad aspetti scaramantici: il venerdì è il giorno in cui si svolse la fine dei Templari e pertanto diversi giocatori rimandano il da farsi dal giovedì al sabato pur di non avere rimorsi in caso di esiti negativi al tavolo.
Difficilmente il tema della superstizione nel gioco passerà mai di moda. Stiamo parlando pur sempre di un fenomeno che va avanti da secoli. Se si gioca si crede nella fortuna, di conseguenza non si può fare a meno di credere anche nell’eventualità della sfortuna. Nemmeno l’avvento del web e del digitale è riuscito ad allontanare certi giocatori da abitudini datate. La scaramanzia viene applicata anche dietro ad uno schermo. Nel complesso, comunque, l’esperienza ludica non viene rovinata per così poco…