Dio è morto. Gesù, povero Cristo, pure, e anche i comuni mortali non stanno molto bene, ovvero: dopo la pandemia, ecco la follia criminale

L’ubi consistam del titolo di testa, parafrasi di un aforisma di Eugene Ionesco, trae ispirazione da un  crimine perpetrato con modalità inedite a danno di un essere umano, in Italia. Il pensiero, inutile dirlo, è diretto al gravissimo fatto di Latina, dove un povero bracciante indiano, Satnam Singh, 31enne, impiegato nella raccolta di prodotti ortofrutticoli, dopo aver subito l’amputazione di un braccio da una macchina agricola, è stato dapprima caricato su un furgone, insieme al suo arto reciso (deposto in una cassetta della frutta!) e poi scaricato davanti all’uscio di casa sua, anziché ricoverarlo subito in ospedale (dove avrebbero in primis fermato l’emorragia e poi riattaccato chirurgicamente il braccio allo sventurato), contravvenendo così al più elementare senso civico, etico e morale. Ma il datore di lavoro, non si è limitato a non prestare soccorso al malcapitato, ha pure impedito che lo facessero altri, sequestrando i rispettivi telefonini in uso al ferito e a sua moglie (sic!), tutto per nascondere non solo l’accaduto ma anche il modus operandi illegale e disumano con cui l’imprenditore agricolo, già sub iudice, trattava quei poveretti, remunerati con una misera ”mancia” di 2,5 euro all’ora! Far morire in questa maniera barbara una persona onesta, un lavoratore, è un atto che fa ribrezzo, tanto più che ci dichiariamo “cristiani, italiani, i migliori al mondo”, bella roba!

Ma non siamo quelli che cantavamo, a squarciagola, dai balconi, l’Inno di Mameli, durante il lockdown, promettendo coram populo  che saremmo stati più buoni, solidali, empatici etc.? Che vergogna! Secondo D. Kesselgross: “Pandemia fa rima con follia”. Come dargli torto, alla luce di quanta efferatezza emerge dalla cronaca quotidiana, dagli stupri minorili di Caivano e Palermo, passando per il femminicidio ad opera di Turetta della povera Giulia Cecchettin, uccisa a tradimento con decine di coltellate, e il barman a Milano, che somministrava il veleno per topi alla sua compagna, ignara, incinta di lui medesimo, prima di ucciderla a coltellate, senza pietà, col feto di sette mesi in grembo? E che dire della donna che, a Rimini, si è lanciata nel vuoto col bambino di 6 anni, dal tetto del 5° piano? E del 59enne che, in provincia di Benevento, ha sgozzato suo fratello 65enne e ne ha buttato la testa dal balcone? E l’elenco potrebbe continuare, purtroppo, all’infinito, data la continuità con cui questo bollettino tragico registra nuovi crimini sempre più assurdi, in una spirale macabra senza fine che si alimenta attraverso il pernicioso spirito di emulazione, favorito dalla cattiva Tv e dai social media, sempre più dominatori del pensiero umano. Sembra proprio che la pandemia si sia portata via i famosi “neuroni specchio”, alla base dell’empatia,  ed i bias cognitivi che regolano l’agire umano.

E il fenomeno investe tutto l’ecumene. Basti pensare, ad es. ad Israele, dove i sionisti israeliani, per reazione all’assalto del 7 ottobre 2023, ad opera di Hamas, da tale data hanno iniziato un abominevole genocidio del popolo palestinese, nell’indifferenza generale del mondo globalizzato, avvolto in un senso di colpa che lascia “carta bianca” all’animus pugnandi  dell’ex capitano B. Netanyahu, grande protetto dagli USA di Joe Biden, il campione di gaffes memorabili che, per giustificare la sua figuraccia live in Tv contro il “genio” Trump, ha affermato di aver fatto, recentemente, troppi viaggi intorno al mondo, attraversando troppi fusi orari, tali da procurargli il classico jet lag di fronte al nemico politico, durante il duello televisivo, dove lo aveva definito: “un criminale con l’etica di un gatto randagio” (ndr: metafora anglosassone per ” puttaniere”).

Alla luce del fatto che, un paio di giorni dopo il duello televisivo, proprio Trump ha subito una specie di attentato con strane modalità fantozziane, rialzandosi subito dopo, ed ora, ritenendosi unto dal Signore, continua la sua campagna elettorale alzando il pugno chiuso, al ritmico grido di “fight!”, mentre il povero Biden, in evidente fase di non compos mentis, non si dà pace, attribuendosi la colpa di aver istigato all’odio contro Trump, e non manca di recitare in continuazione un penoso mea culpa, tale da causarne, finalmente, il suo ritiro dalla campagna elettorale, è lecito chiedersi: che succederà con la possibile nomination della  guerrafondaia  Kamala Harris?

E ora la fatidica domanda finale: potrebbe essere verosimile che questi anomali modus cogitandi /operandi, ai confini della follia anche in alto loco internazionale, siano frutti, oltre che del Covid-19 e dei vaccini, anche dell’esplosione del consumo del famigerato junk food (cibo spazzatura) nel mondo che, come ha ben rappresentato il fumettista Matteo Guerra nel suo satirico “Gesù Crispy McBacon”, irradiandosi dagli USA ( il popolo più obeso al mondo, dove vivono ragazzi che pesano anche oltre 300 chili), si sta diffondendo in tutto l’Occidente, avvalorando la tesi, mai confutata, del grande filosofo Feuerbach, quando affermava che: “L’uomo è ciò che mangia”? I dubbi ed i sospetti sono tanti; di certo c’è solo che, in ogni caso, noi americanizzati  senza voce in capitolo, per come siamo combinati, saremo sempre tra Scilla e Cariddi.

Prof. Domenico Calderone

 

2 comments

  1. Dr. Giuseppe Giannini

    Prendo spunto dall’intelligente disegno del simpatico e bravo fumettista Matteo Guerra che qualcuno, per ignoranza o atteggiamento pregiudiziale dovuto al fervore religioso, ha mal interpretato per porre alcune riflessioni. L’ironia, la satira e la provocazione sono tra le caratteristiche di ogni artista, che lascia al pubblico la libera interpretazione. In questo caso potremmo dire che Cristo si è immolato inutilmente, sacrificato da quella società dei consumi, che rende tutto merce. Anche l’esaltazione (dicasi fanatismo) religiosa. A tale proposito, soggetti come siamo a censure e controlli operati dagli algoritmi è accaduto che facebook abbia censurato la Via Crucis per nudità, mentre influencer e affini fanno della nudità ostentata sulle piattaforme il loro business. La volgarità non conosce freni. Basti guardare quello che ci propinano i media generalisti, in un connubio di demenzialità e trash, che vendono. Ed in questa società fondata sull’immagine (artefatta) dove l’apparire e la finzione superano la realtà è ovvio che i più sprovveduti, privi di strumenti culturali idonei, e vittime privilegiate delle truffe come dell’incapacità di discernere ciò che ha un contenuto ed una forma (la qualità) da quanto è puro marketing, siano i soggetti più a rischio. I tanti episodi di cronaca citati dal professor Calderone rientrano pienamente in quel circuito di perversione contiguo a questa società sulla via dell’implosione. All’interno della quale, anche per mancanza di tutto un bagaglio esperenziale, che fa crescere e confrontare, diventa difficile reggere i tempi liquidi, esposti a sollecitazioni continue, che rendono la mente incapace di elaborare i sentimenti. E quando la mente crolla ci si può aspettare di tutto.

  2. Danila Marchi

    “Dio è morto” cantava Guccini riferendosi alle guerre e a tante altre situazioni gravi della società e questo, purtroppo, continua ad essere vero. La veridicità traspira dalle frasi del professore Domenico Calderone che è riuscito, attraverso abili e significative parole a dar voce al pensiero di tanti, al grido muto di molti. Impossibile non dargliene atto e ragione. Dagli accadimenti nella società paiono andati perduti tanti valori etici, di onestà, moralità, vero amore e altruismo. Ragazzi cresciuti male che amazzano ragazze perché non possono “averle” come se fossero una cosa. Padri che anziché “prendere le distanze” dallo scempio che ha fatto il loro figlio e da loro stessi e condannare alla massima pena morale l’ingiustificabile gesto, rassicurano il figlio bambino “per paura che si suicidi”, senza un pensiero verso quella figlia che è stata uccisa per davvero e non si trattava di un gioco virtuale. Loro, i genitori hanno responsabilità per questo, per non aver capito, per non aver educato il figlio in modo sano. E allora, come non si può non dire:”Figlio mio, che cosa hai combinato! Hai ucciso! Hai ammazzato! Ti rendi conto! Questo non è amore! Per mano tua una ragazza, una persona è morta per sempre! Tu hai deciso sul suo destino! E quello di molti intorno a lei! Sei un bruto ed io, come padre, mi sento responsabile, colpevole di averti cresciuto così, senza etica, senza empatia, dove solo il tuo Ego, come se tu fossi un Dio, ha agito senza misericordia alcuna!” Invece niente, il padre lo conforta, lo rassicura:”uscirai, tanti altri hanno compiuto femminicidi” come se se fosse “mal comune mezzo gaudio” Vergogna! Non è possibile non indignarsi, non giudicare perché è da lì, dal cercare sempre alibi e scappatoie che non maturano le persone, che si crescono esseri incivili, incapaci di prendere coscienza della gravità di ciò che commettono. Non è importante soltanto la condanna materiale, ma quella etica, morale, deve tornare ad avere dignità e rispetto e potere e deve essere detta, in modo corale, unanime senza sconti di pena. Così per ogni gesto inconsulto che conduce ad una situazione estrema non più reparabile, dove ognuno è responsabile, perché dalla morte non si torna indietro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *