In vista dell’autunno, stagione “tradizionale” di rincari, Confcommercio fa i conti in tasca alle famiglie che sono i clienti privilegiati degli esercizi commerciali e delle attività produttive. E’ l’Ufficio
“Il messaggio chiaro che emerge dalle elaborazioni (e dalle stime riferite al 2024) – commenta il presidente di Confcommercio Potenza Angelo Lovallo – è che a causa di prezzi fortemente crescenti e di quantità che si riducono meno che proporzionalmente, l’aggregato delle spese obbligate occupa quote crescenti del bilancio familiare. La domanda interna accusa il peso delle spese incomprimibili che zavorrano i conti delle famiglie alle prese con una spesa per gli alimentari di circa 3.300 euro pro-capite l’anno. E, cosa alquanto preoccupante, non sembra si ritornerà al 40% circa del 2019. Da questa consapevolezza ripartono nell’imminente stagione autunnale – continua Lovallo – l’impegno e la responsabilità dei titolari di piccole imprese a tenere i listini prezzi quanto più calmierati, nonostante l’impennata di costi aziendali. Non può non preoccuparci tra l’altro la previsione di oltre 750 euro pro-capite per la salute, un dato che è uniforme sull’intero territorio nazionale”. E se i consumi sono in crisi, per fare ripartire la spesa delle famiglie Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, chiede la riduzione del carico fiscale. «Le spese obbligate, soprattutto quelle legate all’abitazione, penalizzano sempre di più i bilanci delle famiglie e di conseguenza riducono i consumi – dice Sangalli -. I consumi sono la principale componente della domanda interna. Per sostenerli occorre confermare l’accorpamento delle aliquote Irpef e ridurre progressivamente, e in modo strutturale, il carico fiscale».