Si è parlato di autonomia differenziata a Picerno, durante il consiglio comunale. Un tema che in questo periodo sta interessando quasi tutti i consigli comunali, chiamati in diversi casi a deliberare sulla legge voluta dal governo Meloni. Questa la nota del gruppo di minoranza di Picerno, “Per Picerno”.
In data 3 settembre si è finalmente riunito anche a Picerno il consiglio comunale con oggetto di dibattito la legge n. 86 del 26 giugno 2024 riguardante le “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’art.116, terzo comma, della Costituzione”. Scopo originario di tale consiglio sarebbe stato quello di spronare la Giunta regionale lucana presieduta da Vito Bardi a mettere in discussione la legge citata e appoggiare le ragioni del referendum. A causa di un ritardo provocato dall’amministrazione comunale di Picerno non è stato possibile celebrare il consiglio in tempi utili; malgrado fortemente deprivato di valore, la minoranza ha comunque spinto affinché si tenesse, con lo scopo di cogliere una ulteriore occasione per tenere vivo il dibattito in sede istituzionale su un tema così importante e carico di conseguenze per le sorti non solo di Picerno, ma della nazione tutta, se non anche dell’Europa.
Sconcerta vedere che dopo una dettagliata ed esaustiva disamina ad opera dei consiglieri di minoranza circa le ragioni contrarie alla legge, l’assessore Giovanni Russo abbia opportunisticamente ridotto il tutto a una operazione faziosa del centrosinistra che a suo dire, è specializzato nel fare propaganda e – citiamo testualmente- creare “una politica del terrore”.
L’autonomia differenziata è una storica battaglia della Lega, ragione per cui ci risulta difficile comprendere perché una maggioranza nata da una lista civica si sia pronunciata quasi all’unanimità (eccezion fatta per l’astensione della presidente del consiglio C. Coletta e le assenze dei consiglieri di maggioranza M. Farenga e R. Venetucci) a sostegno della legge Calderoli, tanto che né prima né dopo la votazione la sindaca Scavone abbia ritenuto opportuno intervenire, lasciando all’aula un silenzio assordante. Alla luce di queste considerazioni ci è dispiaciuto abbandonare la sala consiliare con una votazione che all’interesse della nazione, del Mezzogiorno e dei lucani, ha anteposto il mero interesse di partito riducendosi più o meno consapevolmente a essere avvocato d’ufficio della Lega. Per quanto ci riguarda, la battaglia della “forza della comunità per Picerno” continua! Ci vedremo ancora l’8 settembre in piazza per proseguire nella raccolta delle firme contro la legge Calderoli, in vista del referendum!