L’indagine di Altroconsumo: fare la spesa in Basilicata costa il 17% del reddito complessivo

In Basilicata quasi un quinto del reddito serve per fare la spesa. I lucani secondo l’indagine sono tra coloro che spendono il 5% in più del bilancio rispetto alle regioni più ricche, a fronte di introiti più bassi ed a prezzi uguali

La spesa sul reddito pesa in Basilicata – considerata una delle regioni con il reddito familiare annuo più basso (40-43mila euro)- dal 16 al 17%. E non è una buona notizia perché vuol dire si spende fino al 5% in più del proprio bilancio rispetto alle regioni più ricche: a fronte però di redditi molto più bassi e di prezzi rilevati che sono simili o superiori rispetto a quelli delle regioni più ricche.

L’INDAGINE DI ALTROCONSUMO CHE EVIDENZA QUANTO PESA LA SPESA SUL REDDITO DEI CITTADINI DELLA BASILICATA – È uno dei dati che emerge dall’Indagine supermercati di Altroconsumo, che quest’anno compie 35 anni ed è nata con l’obiettivo di confrontare il posizionamento di prezzo dei supermercati per aiutare il consumatore a scegliere il punto vendita in cui fare la propria spesa e contribuire alla trasparenza e alla competitività del mercato. Lo scenario del 2023, infatti, ha visto l’inflazione continuare a correre e, nonostante l’aumento dei redditi (+4,7%), il potere d’acquisto degli italiani si è ridotto di un ulteriore 0,5%, dopo la netta contrazione (-1,8%) registrata nel 2022, con conseguente erosione del risparmio delle famiglie.

In questo quadro, l’Indagine supermercati elaborata dall’Organizzazione si propone di essere un supporto efficace per risparmiare sul «carrello della spesa», costo difficilmente comprimibile, che rappresenta una voce consistente nel bilancio familiare.
Grazie ai dati di Altroconsumo, infatti, una coppia con 2 figli, che spende mediamente 9.128 euro l’anno può arrivare a risparmiare fino a 3.400 euro acquistando i prodotti in assoluto più economici in vendita nel discount più conveniente dell’indagine per questo tipo di spesa. Ma anche un single può ottenere un risparmio significativo di 2.100 euro su una spesa media annuale di 5.548. In entrambi i casi si tratta di un risparmio di oltre il 35%.

LA SPESA PESA SUL REDDITO DEI CITTADINI DELLA BASILICATA PER IL 17% – L’indagine è stata effettuata dal 4 marzo al 31 marzo 2024 in ben 1.140 negozi distribuiti in 65 città italiane e misura il posizionamento di prezzo dei punti vendita e delle catene della GDO sulla base di 4 possibili panieri di spesa (prodotti di marca, a marchio commerciale, più economici e misto), sintetizzando l’analisi di 1.400.000 prezzi di tutti i prodotti presenti a scaffale in 126 categorie di prodotti alimentari, per la cura della casa e della persona e alimenti per animali. Ecco una selezione dei risultati.

Il primo: rallenta la corsa dei prezzo +0,25% nei discount, +1,74% nei super e + 1,6% negli Iper. A fronte di un tasso di inflazione in calo, ma ancora alto nel 2023, la buona notizia è che nei 12 mesi da marzo 2023 a marzo 2024 i prezzi nei punti vendita presi in esame hanno mostrato mediamente aumenti contenuti e in alcuni casi quasi nulli. La tipologia di punto vendita che ha aumentato maggiormente i prezzi è quella dei super con un incremento dell’1,74%, seguiti dagli Iper, +1,6%. Chiudono i discount che, con lo 0,25% di aumento, non hanno variato i prezzi. Si tratta quindi di incrementi molto contenuti, che segnano un cambio di passo nella dinamica dei prezzi del carrello che negli scorsi anni aveva registrato un’impennata. Basti pensare che nel 2023 l’aumento medio dei prezzi sull’anno precedente nei discount, ipermercati e supermercati si attestava al + 12,6%.

IN BASILICATA LA SPESA INCIDE FINO AL 17% DEL REDDITO – Ottavo: le regioni meno care al supermercato. Altroconsumo ha calcolato anche la spesa annua per regione considerando la spesa media delle famiglie italiane al supermercato (Istat, 2023) e i prezzi rilevati in tutti i punti vendita visitati. Il Trentino Alto-Adige è la regione più economica dell’indagine, seguita da Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Calabria e Toscana. Le più care sono Valle d’Aosta, dove si spende il 16% in più della regione più economica, Lazio (+10%), Umbria e Marche (+9%) ed Emilia-Romagna (+8%). La spesa sul reddito pesa dal 12% al 14% nelle regioni con il reddito familiare annuo più alto (50-58mila euro), cioè Trentino-Alto Adige, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte e Lazio. Mentre pesa dal 16 al 17% nelle regioni con il reddito familiare annuo più basso (40-43mila euro), cioè Calabria, Molise, Basilicata, Sardegna e Sicilia. In quelle più povere, quindi, si spende fino al 5% in più del proprio bilancio rispetto alle regioni più ricche: a fronte di redditi molto più bassi i prezzi rilevati erano comunque simili o anche superiori rispetto a quelli delle regioni più ricche.

Fonte: Il Quotidiano del Sud – Basilicata

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