Per il “Firma Day Uil”, con gazebo e banchetti in più di 100 piazze italiane e nei luoghi di lavoro e socialità, per fermare la legge sull’autonomia differenziata, la Uil e la Uil Fpl in Basilicata hanno allestito banchetti all’ingresso principale dell’Azienda Ospedaliera “San Carlo” di Potenza e dell’Ospedale “Madonna delle Grazie” di Matera. La scelta dei principali ospedali lucani – spiegano Uil e Uil Fpl – cade alla luce delle determinazioni che in materia sanitaria, con il DDL Calderoli, ricadranno drammaticamente sul personale medico ed infermieristico, sui dipendenti amministrativi e tecnici, ed a cascata sulla qualità del servizio sanitario, già in grande difficoltà, sui cittadini, sugli utenti. Anche se sulla piattaforma è stato superato abbondantemente il quorum delle 500 mila firme, necessarie per richiedere il referendum – sottolineano Uil e Uil Fpl – prosegue il nostro impegno per raccogliere ulteriori firme e per parlare direttamente con le persone spiegando loro gli effetti negativi di questa legge. Siamo in presenza di una norma profondamente sbagliata che non dà prospettive di crescita sociale, economica e occupazionale all’intero territorio nazionale. Vanno respinte tutte le differenziazioni, che tendono ad aumentare le disuguaglianze, non solo tra Nord e Sud, ma anche tra aree urbane e aree interne. Il nostro Paese ha bisogno di ridurre i divari territoriali e sociali e garantire i livelli essenziali delle prestazioni uniformi su tutto il territorio nazionale. L’universalità dei diritti e la dignità delle persone sono valori irrinunciabili. Vogliamo costruire – è scritto nella nota – un Paese che salvaguardi l’indivisibilità dell’Italia, tuteli la sanità pubblica e universale, protegga la scuola e l’unitarietà dell’insegnamento, difenda i contratti nazionali di lavoro, sostenga la competitività dei sistemi produttivi e industriali. Quanto ai problemi specifici dei lavoratori della sanità per Rita Longobardi, Segretaria Generale Uil-Fpl “il Ministro Zangrillo è consapevole delle difficoltà in cui versa la Pubblica Amministrazione con la perdita di un milione di lavoratrici e lavoratori entro il 2030 e aggiungiamo con il pensionamento di oltre il 60% del personale entro il 2038, ma non individua le giuste soluzioni. Basta misure spot, servono interventi strutturali” “Le 170.000 assunzioni che intende proseguire anche per il 2024 e 2025 non sono sufficienti neanche per coprire il fisiologico turn-over. Serve un Piano straordinario di assunzioni, almeno pari al doppio previsto dal Ministro, la stabilizzazioni dei precari, lo scorrimento delle graduatorie degli idonei, l’abolizione del tetto di spesa del personale” prosegue Longobardi che afferma “anche la recente dichiarazione di prevedere la permanenza in servizio per ulteriori 3 anni è la chiara dimostrazione che si vuole continuare a fare cassa sui dipendenti pubblici, risparmiando la spesa previdenziale. La carenza di personale sta diventando ormai cronica e rischia di affossare definitivamente la Pubblica Amministrazione, che invece ha bisogno di risorse fresche e giovani per affrontare le nuove sfide a partire dall’ineluttabile transizione ecologica e digitale”.
“Il Governo non sta affrontando neanche l’altra faccia della medaglia. Se non si aumentano gli stipendi, attraverso maggiori risorse per i rinnovi contrattuali, le professioni all’interno della P.a. stanno perdendo completamente attrattività rispetto ai settori privati. Stiamo perdendo le migliori risorse formate nel Paese”-continua Longobardi, che conclude “serve un’inversione di tendenza.Basta propaganda, sono sempre più urgenti riforme e interventi strutturali affinché la Pubblica Amministrazione torni ad essere il vero volano di sviluppo economico e sociale del Paese”.