Potentino, donna accusata di atti persecutori nei confronti di un’altra donna. Primo braccialetto elettronico a Lagonegro

Braccialetto elettronico d’urgenza e divieto di avvicinamento alla parte offesa a 500 metri dai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima, nonché divieto di comunicare con la stessa, ad una donna di Lagonegro di 55 anni accusata di atti persecutori perpetrati contro un’altra giovane donna. L’accusa è di violazione dell’art. 612 bis c.p. perché con condotte reiterate, molestava e minacciava […], cagionandole un grave e perdurante stato di paura ed ingenerando in lei un fondato timore per la propria incolumità…

E’ il primo caso a Lagonegro dopo l’entrata in vigore delle modifiche al codice rosso, eseguite in data 9.12.2023 a seguito della morte di Giulia Cecchettin.

A fare scalpore è la circostanza che la misura cautelare sia stata applicata per la prima volta ad una donna verso atti illegali nei confronti di un’altra donna, elemento che conduce a pensare come i comportamenti violenti non siano legati solo al sesso e come, invece, il fenomeno sia sempre più di radice sociologica, in una società mancante sempre di più di tenuta etico-sociale.

Vite spezzate e/o fortemente limitate a causa di amori malati e possessivi.

La misura, come ben ha motivato il GIP Dott. Trivelli, del Tribunale di Lagonegro, arriva dopo un’inarrestabile progressione di condotte “che non si sono arrestate neanche di fronte alla consapevolezza di un procedimento penale a carico” e dopo che la donna ha accumulato altre condanne definitive per precedenti atti persecutori ed istigazione a delinquere a sfondo razziale.

Soddisfatta è l’avvocato Concetta Iannibelli (in foto) del foro di Lagonegro, difensore della parte offesa, per il lavoro encomiabile della locale Stazione dei Carabinieri guidata dal Maresciallo Leonardo Aversa, coadiuvato nel caso in esame dal Marescialle Felice Ruggiero.

Difendere le donne, oggi, aggiunge l’avvocato, richiede ancora coraggio, ancor di più se in un territorio piccolo e contro altra donna, perché nascere donna è ancora una sfida, oggi più di ieri.

Una battaglia inesauribile contro i pregiudizi di chi sostiene che un corpo ben fatto valga più dell’intelligenza che contiene e può sfociare in una molestia o, addirittura, come nel caso in esame in violenti e reiterati, atti persecutori con movente pseudo-sentimentale che affonda le radici in conflitti culturali, che sono risultano essere ben più angoscianti.

Conclude l’avvocato Iannibelli che Gaber cantava: “Sapessi parlare di Maria se sapessi davvero capire la sua esistenza avrei  capito esattamente la realtà, la paura, la tensione, la violenza”.

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