Basilicata seconda regione per calo avvocati e con più bassa presenza femminile. Cresce il reddito medio

La Basilicata si conferma tra le regioni con più bassa presenza femminile (46,1%), è al quart’ultimo posto. Il reddito è cresciuto del 5,6% ma, nonostante questo, è la seconda regione per il più basso reddito totale degli avvocati, nel 2023. “Il calo degli avvocati è fisiologico”, secondo Antonello Martinez, presidente dell’Associazione Italiana Avvocati.

Nel 2023 la Basilicata è stata la seconda regione italiana per calo degli avvocati iscritti alla Cassa Forense: -4,7% a fronte dell’1,8% a livello nazionale. Nella regione gli avvocati attivi sono passati dai 2.450 del 2022 ai 2.335 nel 2023. La Basilicata è preceduta solo dalla Calabria (-4,8%) e viene seguita da Puglia (-4,1%), Molise (-4%) e Sicilia (-3,6%).

Il numero totale degli avvocati in Italia – afferma Antonello Martinez, presidente dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa – è sceso dai 225.513 del 2022 ai 221.523 del 2023. Si tratta di un calo fisiologico per un Paese che ha la più alta densità di avvocati in Europa. Solo in Lussemburgo, Cipro e Grecia ce ne sono di più. Fra le grandi nazioni europee siamo al primo posto con quasi 400 legali ogni 100 mila abitanti, dato che scende a 300 per la Spagna, a 200 per la Germania e a 100 per la Francia. È anche normale che il calo maggiore in Italia si sia registrato in Calabria dove la densità di legali rimane ancora la più alta”.

In Basilicata si trova il distretto giudiziario di Potenza, composto dagli ordini di Lagonegro, Matera e Potenza, che si colloca al 4° posto a livello nazionale per la diminuzione più consistente: -3,8%. Gli iscritti sono scesi da 2.6134 nel 2022 a 2.513 nel 2023. All’interno di questo distretto, l’Ordine di Potenza registra la variazione più significativa con un calo del 5,1 del totale degli iscritti, passando dai 1.220 nel 2022 ai 1.158 nel 2023.

In merito alla parità di genere, la Basilicata è la quarta regione in Italia per percentuale più bassa di presenza femminile nel 2023, subito dopo Campania, Puglia e Molise. Le professioniste sono passate dal 47,2% nel 2022 al 46,1% nel 2023, con una riduzione da 1.156 a 1.077 avvocate, mentre i colleghi uomini sono scesi da 1.294 a 1.258.

Sul fronte economico – spiega Antonello Martinez, fondatore e naming partner dello studio Martinez&Novebaci – il calo degli iscritti in Calabria, Basilicata, Puglia e Molise ha fatto salire i redditi medi degli avvocati che rimangono comunque inferiori del 40-50% alla media nazionale (44.654 euro). Tra il 2022 e il 2023 il reddito medio degli avvocati della Basilicata è cresciuto del 5,6%, passando dai 23.073 euro del 2022 ai 24.375 euro del 2023. Nonostante questo, la Basilicata è la seconda regione in Italia, seconda solo alla Calabria, per il più basso reddito totale degli avvocati nel 2023”.

Ci troviamo – aggiunge Martinez – in un mercato nazionale sovraffollato, dove i grandi studi legali d’affari sono concentrati tra Milano e Roma con un processo di aggregazioni che è ancora in corso e una parcellizzazione nel resto del Paese che non garantisce redditi ai livelli di altri Paesi europei. Ci sono anche i tanti legali che lavorano nelle aziende ma è un mondo diverso dalla libera professione. In Italia il percorso formativo e d’ingresso nella professione è più lungo e selettivo rispetto a tantissimi Paesi del Mondo, forse si dovrebbe intervenire anche in questa direzione per imprimere una svolta a questa professione”.

L’analisi congiunta dei dati sul reddito e della presenza femminile confermano un notevole divario tra uomini e donne negli studi legali della Basilicata. Nel 2023, le avvocate hanno guadagnato il 46,8% in meno dei colleghi uomini (16.357 euro contro 30.720 euro), registrando un lieve miglioramento rispetto al 2022, quando il divario era del 49% (15.129 euro vs. 29.643 euro). La Basilicata si posiziona come la seconda regione in Italia sia per il più basso reddito medio degli avvocati che per il più basso reddito femminile (16.357 euro), preceduta solo dalla Calabria (14.742 euro).

L’inversione di tendenza nella composizione di genere dell’avvocatura italiana e la persistenza di significativi divari reddituali meritano un’attenta analisi e azioni concrete – conclude Antonello MartinezÈ fondamentale lavorare per ridurre il divario di genere, sia in termini di presenza che di retribuzione, e per creare condizioni che favoriscano l’ingresso e la valorizzazione dei giovani professionisti nel settore legale”.

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