Morti sul lavoro in Italia, Basilicata in zona rossa insieme ad altre quattro regioni

In zona rossa Valle d’Aosta, Basilicata, Umbria, Trentino Alto Adige e Sicilia. Veneto e Marche le regioni più sicure, con le incidenze di mortalità più basse di tutta la penisola. Da gennaio a fine settembre sono 776 le vittime: 15 decessi in più del 2023 (+ 2 %). Ogni mese sono oltre 48mila gli infortuni sul lavoro.

“È come assistere quotidianamente, e talvolta anche più di una volta al giorno, alla stessa e purtroppo nota tragedia. Una crudele moviola non stop. È questo che mostra l’emergenza morti sul lavoro in Italia. I dati alla fine del terzo trimestre non lasciano molte speranze su una proiezione confortante per la fine del 2024. Perché da gennaio a settembre le vittime sul lavoro sono già 776: 15 decessi in più del 2023 (+2%)”.

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, anticipa così gli ultimi dati elaborati dal proprio team di esperti. Ma come sempre pone l’accento sull’importanza delle incidenze di mortalità della popolazione lavorativa. “Invitiamo tutti coloro che si occupano di sicurezza sul lavoro a osservare l’incidenza infortunistica, cioè il numero di infortuni rispetto alla popolazione lavorativa, un indicatore che consente anche di identificare e mappare le regioni dove è maggiore il rischio di infortunio per i lavoratori”.

IL RISCHIO DI MORTE, REGIONE PER REGIONE, A FINE SETTEMBRE 2024. DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA

A finire in zona rossa a fine settembre 2024 con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 24 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige e Sicilia.

In zona arancione: Calabria, Molise, Campania, Sardegna, Emilia-Romagna, Puglia e Abruzzo.

In zona gialla: Lazio, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Piemonte e Toscana.

In zona bianca: Veneto e Marche.

IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER FASCE DI ETÀ: ANCORA A MAGGIOR RISCHIO I PIÙ ANZIANI

Anche nei primi nove mesi dell’anno l’Osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).

Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 98,0), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 38,9).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (199 su un totale di 567).

I LAVORATORI STRANIERI SOGGETTI AD UN RISCHIO DI INFORTUNIO MORTALE QUASI TRIPLO RISPETTO AGLI ITALIANI

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi nove mesi dell’anno sono 132 su un totale di 567, con un rischio di morte sul lavoro che continua a essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 55,6 morti ogni milione di occupati, contro i 20,5 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO E DEGLI INFORTUNI IN ITALIA A FINE SETTEMBRE 2024

Sono 776 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 567 in occasione di lavoro (26 in meno rispetto a settembre 2023) e 209 in itinere (41 in più rispetto a settembre 2023). Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (102). Seguono: Lazio (56), Emilia-Romagna (55), Campania (47), Sicilia (46), Veneto (36), Piemonte e Puglia (35), Toscana (30), Trentino-Alto Adige (19), Calabria e Sardegna (16), Umbria (14), Abruzzo e Liguria (13), Friuli-Venezia Giulia (11), Marche e Basilicata (8), Valle d’Aosta (4) e Molise (3)

(Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).

IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI È IL PIÙ COLPITO DAL FENOMENO DELLE MORTI SUL LAVORO

Alla fine dei primi nove mesi del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 106. Seguito dalle Attività Manifatturiere (71), da Trasporti e Magazzinaggio (66) e dal Commercio (39).

LE VITTIME PER GENERE E NAZIONALITÀ

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a fine settembre 2024 sono 38, mentre 25 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 132, mentre sono 39 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il martedì risulta essere anche a fine settembre il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi nove mesi dell’anno (19,9%).

LE DENUNCE DI INFORTUNIO IN CRESCITA, ANCHE SE DI POCO, RISPETTO A SETTEMBRE 2023

Le denunce di infortunio totali crescono dello 0,5% rispetto a settembre 2023. Le denunce erano 430.829 a fine settembre 2023, nel 2024 sono passate a 433.002.

I NUMERI DELLE DENUNCE TOTALI DI INFORTUNIO PER SETTORE: LA MAGLIA NERA VA ALLE ATTIVITÀ MANIFATTURIERE

Anche a fine settembre del 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (52.944). Seguono: Costruzioni (27.403), Sanità (26.915), Trasporto e Magazzinaggio (25.285) e Commercio (24.470).

LE DENUNCE TOTALI PER GENERE, NAZIONALITÀ ED ETÀ

  • Le denunce di infortunio delle lavoratrici da gennaio a settembre 2024 sono state 152.435, quelle dei colleghi uomini 280.567.
  • Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono 361.804 a fine settembre 2024: 118.692 le donne e 243.112 gli uomini.
  • Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 285.659, mentre degli stranieri sono 76.145.
  • La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 97.111 denunce (il 22,4% del totale).

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