Da un po’ di tempo, i più attenti sentono parlare di aumento dei tumori nelle persone sotto i 50 anni d’età, in Europa, in special modo in talia, e i tuttologi non hanno perso l‘occasione per sfruttare maldestramente lo sbandamento psicologico causato dalla pandemia da Covid-19, formulando ipotesi assurde. Ma per fortuna che c’è non Riccardo, tributo a Gaber, ma una trasmissione televisiva “salvavita” che si chiama “Mi Manda RAITRE”, condotta dall’eroico giornalista Federico Ruffo che, attraverso i suoi coraggiosi inviati, agisce da fact- checker ed informatore scientifico, quasi in stile Piero Angela, per disinnescare le tante fake news che costellano l’infodemia. L’unico problema è rappresentato dal fatto che questo programma “storico” ideato dal famoso Antonio Lubrano alcuni decenni fa, una volta re della prima serata della 3^ Rete Rai, ora è stato, inopinatamente, relegato all’orario mattutino, dalle 9:00 alle 10:00, il sabato e la domenica, ossia quando la gente dorme: non tutta, per fortuna. Cosicché, attraverso questo programma televisivo siamo venuti a sapere, tra le altre cose, che, in Trentino – Alto Adige, c’è un bambino, Mattia Maestri che, a soli 11 anni, ha già fatto 4 anni di dialisi, avendo, per giunta avuto, fino a 35 crisi epilettiche al giorno, ed ora vive allo stato neurovegetativo, per l’unica “colpa” di aver assaggiato, 7 anni fa, un pezzettino di formaggio derivante da latte crudo, non pastorizzato, prodotto da un’azienda locale, infetto da listeria ed altri batteri derivanti da mancanza d’igiene nella fase di raccolta e trasformazione del latte.
Poi veniamo a sapere che nella pizza Buitoni, prodotta in Francia, è stata accertata la presenza del mortale batterio Escherichia coli Stec, che ha già causato la morte di alcune decine di consumatori francesi. E ancora, che nel 2023 sono morti circa 62,7 milioni di salmoni, in Norvegia, dove si pratica l’affumicatura tossica di questo pesce, allevato in gabbie molto anguste, in mare, dove questi animali acquatici vengono assaliti dai pidocchi e mangiati vivi a pezzi. Viene loro somministrato dell’insetticida nel mangime, per tentare di “immunizzarli” da tali parassiti, e, per dare il colore rosso vivo alle loro carni, vengono aggiunti degli additivi chimici genotossici: una pratica criminale che sta svuotando i mari dai pesci selvatici, visto che, oltretutto, un Kg di salmone mangia ben 5kg di altri pesci.
Nella puntata del 10 novembre 2024, poi, riprendendo un servizio precedente, il grande Federico ci ha informato anche che un famoso marchio lattiero-caseario delle valli marchigiane, per anni ha utilizzato il latte guasto, rancido, quindi da buttare, facendone invece formaggi, grazie alla soda caustica e all’acqua ossigenata: due sostanze chimiche molto efficaci nelle pulizie domestiche e dei bagni pubblici e privati, ma evidentemente capaci anche di rendere miracolosamente commestibili il latte avariato ed i suoi derivati! Che prodigi riesce a fare la chimica! E, al danno, come sempre, si unisce sempre la beffa, visto che a fare scoprire tale truffa è stata una lavoratrice che, per anni, ha lavorato a questo tipo di sofisticazione alimentare a danno della salute umana, in quello stabilimento, prima di essere colta da una crisi di coscienza e decidere, finalmente, di svuotare il sacco denunciando tutto alle autorità competenti in materia. Esito finale: indagini su indagini, analisi e controanalisi per accertare la colpevolezza della fabbrica, poi condannata a risarcire alcuni consumatori. Ma, nel frattempo, la povera lavoratrice, anziché un encomio, ha ricevuto la classica lettera di licenziamento senza preavviso “per aver provocato un grosso danno d’immagine alla reputazione dell’azienda, mettendo a rischio molti posti di lavoro”, sic! Sì, così è in Italia, se vi pare, e per non farci mancare niente, dulcis in fundo, nel programma che si avvale anche della preziosa consulenza tecnica e scientifica del dr. Dario Vista, nutrizionista e tecnologo alimentare potentino, è stato anche dimostrato che nel campo della macellazione c’è chi aggiunge acqua, nitrati, nitriti e solfiti alla carne, per darle un colore rosso acceso, farla pesare di più e conservare più a lungo. Ma non si finisce mai d’imparare. Eravamo abituati a leggere i solfiti sulle etichette dei vini, e invece ce li troviamo dove meno te li aspetti: anche nel pesce che acquistiamo al mercato! Poi ci lamentiamo dell’aumento dei tumori, dimenticandoci di Lavoisier, quando nel suo Postulato Fondamentale affermava scientificamente che: “Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”, corroborato, circa un secolo dopo, da Ludwig Feuerbach, attraverso il suo celeberrimo, lapidario motto: “L’uomo è ciò che mangia!”. Alla faccia dell’osannata dieta mediterranea, sempre più soppiantata dal MacFood americano. Intelligenti pauca.
Last but not least, un consiglio utile: su Raiplay, guardatevi anche tutte le puntate precedenti del programma televisivo del servizio pubblico citato, ne vale veramente la pena. Grazie, Rai 3!
Prof. Domenico Calderone
Dr.Giuseppe Giannini
C’erano una volta il giornalismo di inchiesta, ma anche Tg e programmi di intrattenimento caratterizzati da professionalità e sobrietà. Oggi le TV rincorrono i giovani con il trash (non solo le pubblicità ma anche i telegiornali inguardabili e faziosi di Rai 1 e Rai 2) e sedano gli adulti con programmi di cronaca e talk (La 7), dove tra urlatori ed ospiti strapagati (politici, criminologi, virologi ecc. – ma quando lavorano costoro?) si porta a compimento quell’operazione di distrazione di massa, che contribuisce ad incattivire (le reti Mediaset). I pochi spazi di libertà ed approfondimento presenti in televisione sono la trasmissione citata, Presa Diretta, Report. E solo grazie a loro veniamo a conoscenza di questi fatti incresciosi.
Dietro ci sta sempre l’avidità. L’arricchimento facile che disconosce ogni forma di etica mettendo a repentaglio il vissuto. L’aumento esponenziale delle malattie, il diffondersi di determinate patologie, le intolleranze alimentari.
E poi la qualità dei prodotti, soprattutto quelli destinati al nostro sostentamento. E mentre il 10% della popolazione è in povertà, non potendosi permettere una dieta equilibrata con il sufficiente apporto di calorie, anche i “sani” debbono ricorrere ad integrare l’alimentazione, perchè tutto ciò che assorbiamo (basti leggere le etichette) è ricco solo di grassi di pessimo livello, zuccheri e tanta chimica. E se i pesci sono pieni di microplastiche, le carni spesso provengono da animali “gonfiati”. Mentre l’apporto nutrizionale bilanciato di proteine, vitamine, fibre, carboidrati è difficilmente raggiungibile comprando i prodotti industriali (di pessima qualità) presenti nei supermercati. Il sovrappeso e il diabete, oltre che da una scarsa attività fisica, trovano la loro origine nel junk food. E il tanto decantato made in Italy vede furbastri, che alterando la composizione degli alimenti, ci avvelenano, e ci intossicano.
Prof.ssa Maria Muccia
Tutto ciò che mangiamo non è sano. Neppure ciò che produciamo nel nostro orto, perché, nonostante si utilizzino meno fertilizzanti, le piogge ormai sono acide dappertutto. Spesso è lo stesso individuo che pretende tutto ciò che è bello. Noi non mangiamo la frutta naturale perché è ruvida, non uniforme, non bella, quella undustrile sì. Le carni nostrane sono dure e la pasta fresca fatta nei vicoli pugliesi o a casa non si presenta igienica; però non si pensa al contenuto tossico della frutta o del grano dovuto agli anticrittogamici, ai disserbanti e ai concimi. Sono devoluti finanziamenti all’agricoltura per sviluppare le coltivazioni eco: che ridere! Sapessero almeno il significato e le procedure per poter attuare tali coltivazioni. È vero che non utilizzano i disserbanti e altre sostanze chimiche ma di raccolto non se ne parla proprio perché l’erba avanza sul grano. Non sanno che per raccogliere bisogna disserbare, comunque, tirando l’erba con le mani e utilizzare i concimi naturali, tra cui il letame. Ma come si fa se l’agricoltore è specializzato: o semina o tiene gli animali, oppure tiene i vigneti. Non c’è più il contadino a produzione integrata. C’è lo siamo quasi meritato questo trattamento. Il contadino che da sempre è stato giudicato analfabeta, ignorante, povero quasi per natura, persona di poca considerazione, rozzo, oggi manda un messaggio molto forte: non sono ignorante, ma son capace di fare di tutto, utilizzando la scienza a proprio piacimento per creare cose gradevoli (dall’apoarenza) a tutti, pur nascondendo sorprese poco piacevoli che poi, in definitiva sono a tutti note. L’uomo, purtroppo, per sua natura, ama prendersi in giro pur di non ammettere le proprie responsabilità: l’importante è vedere gozzo il “dio denaro”.
Vincenzo De Fabrizio
Siamo quello che mangiamo e, purtroppo, gli effetti si vedono tanto nel breve quanto nel lungo periodo.
Come il buon Prof. Calderone ci ricorda, citando anche il giornalismo d’inchiesta della trasmissione “Mi Manda RAITRE”, le problematiche legate all’industria alimentare, soprattutto per i danni alla salute connessi al consumo di cibi contaminati o dei trattamenti industriali che i cibi subiscono, deriva da una disinformazione generalizzata riguardo al connubio cibo-salute.
Purtroppo si assiste sempre più a una mancata presa di coscienza di come una dieta poco equilibrata o ricca di alimenti processati sia la base di partenza per alcune malattie croniche e infiammatorie che poi sfociano in patologie ben più gravi. Ci sfugge un altro fattore: l’ecosostenibilità di questi cibi smart e fast, dalla produzione e il processamento, fino ai rifiuti per gli imballaggi, la plastica dei contenitori, la carta e via dicendo. Ultimamente, si è persa anche l’abitudine di leggere le etichette e di capire cosa stiamo portando in tavola.
È auspicabile tornare alle vecchie abitudini alimentari di cui, noi cittadini dell’area mediterranea, abbiamo segnato il passo per secoli ma tutto questo può avvenire solo con una sensibilizzazione riguardo al tema e a una corretta informazione che deve partire soprattutto con i più giovani.
La storia citata dal Professore sul latte chimico è, poi, la testimonianza di un caso estremo ma che rientra in un concetto di alimentazione industriale dove, ahimé, la chimica (non imputabile se da nobile scienza viene usata per scopi poco leciti) gioca un ruolo decisivo e dove la quantità (considerando anche lo smaltimento e i costi legati) non tiene conto della qualità e della sicurezza del consumatore.
Danila Marchi
Scoprire che la soda caustica e l’acqua ossigenata siano state usate per rendere il latte rancido commestibile fa rabbrividire. Certamente non sono l’equivalente di ingerire un fungo velenoso soltanto perché nel qual caso la morte avverrebbe in forma rapida e fulminea e tutta la dietrologia del male sarebbe così evidente.
Certamente noi siamo quello che mangiamo, che beviamo, che respiriamo che purtroppo non sappiamo e non possiamo controllare direttamente.Accade così che ci ammaliamo e la malattia segna il nostro passo e ci avvicina alla morte lentamente e a volte neppure tanto. Come ci si può fidare più e di chi? Resta ancora qualcosa di sano e salubre a questo mondo?Forse no finché la guerra, il potere, la ricchezza saranno i valori dominanti.Occorre tornare ad una vita più semplice ,più umile,ma più ricca di valori buoni e genuini.