In particolare, nelle ultime due sentenze, il Consiglio di Stato ha definitivamente dato ragione al Comune, che aveva intimato (ad agosto 2022) alla Società che gestiva la cava di demolire un fabbricato che risultava essere di consistenza volumetrica di circa 2.900 metri cubi, raddoppiato rispetto al permesso di costruire e in contrasto con le norme. Nel dettaglio gli accertamenti dell’Ente hanno rilevato che il capannone realizzato dalla Società che gestiva la cava “risulta in totale difformità dalla concessione edilizia e anche dal successivo permesso di costruire in variante”.
Dall’ordinanza di demolizione notificata dal Comune ai rappresentanti dell’ex Società, quest’ultimi hanno fatto ricorso al Tar e poi al Consiglio di Stato. Due ricorsi, sia contro l’ordinanza di demolizione che contro il mancato accoglimento, da parte del Comune, di due sanatorie. In particolare, il Collegio del Consiglio di Stato – nella sentenza – ha riportato che “il Comune, nell’illustrare nel provvedimento le ragioni alla base del diniego, abbia dato conto dell’effettuazione di un’adeguata istruttoria”. Dando ragione definitivamente all’Ente sull’abusivismo delle opere realizzate all’interno della cava.
Pertanto, il Consiglio di Stato – in due sentenze pubblicate il 3 e 9 dicembre – ha respinto gli appelli ritenendoli infondati e ha condannato i due rappresentanti della Società (difesi dagli avvocati Marcello Fortunato, Dario Gioia e Paolo Galante) al pagamento delle spese processuali in favore del Comune nella somma di 8mila euro oltre accessori di legge. Con queste due sentenze, si chiude un ciclo che riguarda Cava Pedali. Emerge un quadro abbastanza chiaro relativo alla correttezza dei provvedimenti attuati dal Comune di Vietri di Potenza, difeso in giudizio dall’avv. Alessandro Singetta.
Ricordiamo che qualche settimana fa, sempre per fatti relativi alla Cava Pedali, il Tribunale di Potenza ha condannato a 1 anno e 8 mesi uno degli ex gestori accusato di furto aggravato per il prelievo del materiale inerte. Inoltre, sempre come appurato e sentenziato, il Comune risulta creditore dall’azienda che gestiva la cava della somma di circa 2,4 milioni di euro (per 2,2 milioni è stata emessa ordinanza di ingiunzione).
Lo comunica il Comune di Vietri di Potenza in una nota stampa.