“Too Good to Go”, ossia, troppo buono per buttarlo (il cibo). Sì, specialmente in un periodo di “vacche magre” come questo

Nella puntata del 15 dicembre 2024 della gloriosa trasmissione “Mi manda Raitre” si è parlato, molto opportunamente, di spreco  alimentare, aumentato, paradossalmente, nonostante la forte crisi economica, del 50% nel 2023, per un ammontare di 7 miliardi di euro, buttati nella spazzatura. Uno scandalo non solo sul piano economico, ma soprattutto etico, visto che, specie nelle grandi città, le mense dei poveri diversamente denominate stanno registrando alti picchi d’ingresso di nuovi bisognosi, mentre i cassonetti dell’immondizia sono sempre più “visitati”  non solo dai … cinghiali, ma anche e soprattutto da umani impoveriti. E’ un fenomeno che, purtroppo, si sta trasformando sempre più in un modus vivendi-operandi, frutto di un intreccio perverso tra involuzione culturale e pubblicità ingannevole, messo in  atto attraverso la  complicità dei mass media, la televisione e certe mode culinarie malsane, importate pedissequamente da oltre oceano. Insomma, la nostra ex osannata cucina mediterranea viene costantemente sacrificata sull’altare del cosiddetto “junk food”: eufonica locuzione anglosassone che fa rima con “fast food” (cibo veloce) ma designa niente meno che il “cibo spazzatura”.

Ma torniamo alla trasmissione televisiva sabato-domenicale di Federico  Ruffo, dove, tra gli altri  consulenti tecnici, troviamo il potentino dr. Dario Vista, noto tecnologo alimentare di lungo corso e notevole esperienza, il quale, tra le altre cose, ci spiega che la maggioranza dei frutti importati dall’estero, specie quelli esotici come le banane, gli avocadi etc. vengono raccolti completamente verdi (leggasi immaturi), per  poter affrontare un lungo viaggio a bordo di aerei cargo o di navi mercantili. Una volta giunti in Italia, nei siti  di stoccaggio, vengono trattati con etilene aggiunto: un gas accelerante di maturazione, per stimolare nel frutto la produzione del colore tipico del prodotto importato. Per quanto concerne i frutti “europei”, invece, sappiamo che la UE, prevaricando e violentando la natura, impone delle caratteristiche ad hoc per ciascun prodotto agricolo (ricordate le misure delle famose zucchine?) in termini di forma, peso e colore; senza questi tre requisiti, esacerbati dai supermercati, il prodotto non è commercializzabile e, quindi, è destinato inesorabilmente alla … discarica (che peccato!).

Il dr. Vista, con la sua solita foga professionale, ha spiegato a noi telespettatori che ad es.: ”quando una mela prende una botta e si scurisce, per lo stress subito produce polifenolossidanti e rammollisce a causa dell’etilene prodotto”. Incuriositi da queste importantissime “informazioni di servizio”, siamo andati a consultare Wikipedia per saperne di più su ciò che mangiamo quotidianamente, venendo così a sapere che i frutti si dividono in due maxicategorie: climaterici e non climaterici. I primi (mele, pere, banane etc.) sono quelli che continuano a maturare sempre, anche dopo il distacco dal ramo. I secondi, invece, se staccati  dalla pianta, diminuiscono la loro respirazione ed interrompono la maturazione. Comunque sia, Mi Manda Raitre ci ha fatto sapere anche che è nata un’app coniata emblematicamente  “Too Good to Go”, che conduce ai negozi, bar e ristoranti aderenti all’iniziativa etico-commerciale, che vendono le loro eccedenze alimentari prossime alla scadenza, ma ancora buone da mangiare, al prezzo  di solo circa 1/3 di quello di vendita normale. Evviva! Let’s go! Finalmente un’applicazione utile, a favore  dell’ambiente e dei meno abbienti (si perdoni questa attrazione paronimica, quasi dovuta). Last but not least, corre l’obbligo al reporter di segnalare che il citato programma televisivo di Federico Ruffo & company, nella puntata del 22 dicembre, ha scoperto che i fichi secchi provenienti dalla Turchia contengono le micidiali, cancerogene  aflatossine e, i pistacchi, le noci, le nocciole etc. le ocratossine. Che cosa sono? Nulla di buono! Ma andate anche voi, a consultare la famosa enciclopedia telematica veloce! Chi sta scrivendo, non vuole guastarvi le feste di Natale e Capodanno. Auguri!

Prof. Domenico Calderone

1 comments

  1. Danila Marchi

    Ringrazio i miei genitori per avermi insegnato il risparmio e la parsimonia nell’uso delle risorse anche e soprattutto alimentari. “Non si spreca nulla” si diceva un tempo nel mondo contadino. Il cibo costa tempo, denaro e fatica ed era un sacrilegio lasciare “qualcosa” nel piatto. “Ci sono persone, bambini e bambine che fanno la fame, che patiscono la malnutrizione, come si può lasciare questo ben di Dio nel piatto? ed io ero indotta a fare” scarpetta”. Non ho mai compreso le persone schizzinose che rifiutavano il cibo selezionandolo con la precisione certosina di un minuzioso orologiaio. “Mi disgusta”. “Mi fa schifo”. “Mi fa vomitare”, ma come si può dire questo, non si può disprezzare il cibo: il pesce, le verdure, la carne, la frutta e tutto ciò che ha lo scopo di sfamarci, di farci vivere, soprattutto quando è costato il tempo di persone che hanno cucinato per noi con amore. Non l’ho mai capito, lo spreco di cibo è qualcosa di assurdo e volgare che occorrerebbe evitare centellinandolo, diminuendo le dosi per permettere a tutti di sfamarsi.
    So che in certe città, il cibo avanzato dalle mense, viene dato a chi non ne ha e mi sembra un’ottima esperienza da ripetere altrove amplificandone gli effetti benefici. In tempi di carestia, certe persone schifiltose, comprenderebbero che non si sciupa e non si denigra il dono della vita. Coloro che hanno vissuto e vivono in tempi e luoghi di guerra e hanno conosciuto la miseria sanno, cos’è la fame. Ringrazio i miei genitori che hanno coltivato la terra per darci, a noi figli, frutta e verdura più sana e di stagione. Un plauso ai contadini che continuano a farlo. Credo che sarebbe opportuno cambiare le regole del gioco e comprare i prodotti della nostra terra a chilometro zero, quelli di stagione tipici del periodo piuttosto che rischiare di mangiare alimenti trattati con prodotti chimici malsani per rispondere alle leggi economiche del mercato globale che spesso non coincidono con le nostre e soprattutto, con quelle della tutela della nostra salute. Complimenti professore, bellissimo articolo che apre a numerosi approfondimenti e riflessioni. Grazie mille!

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