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Minacce aggravate in occasione del matrimonio del Sindaco di Vietri di Potenza. Il Tribunale penale condanna un uomo del posto

Un uomo di Vietri di Potenza è stato condannato a due mesi di reclusione dalla sezione penale Tribunale di Potenza con l’accusa di minacce aggravate. Persona offesa nel procedimento penale è la moglie del sindaco di Vietri di Potenza, Isabella Tortoriello, per fatti che fanno riferimento al 24 agosto 2019, giorno del matrimonio del Sindaco Christian Giordano, appunto con Tortoriello, e di un periodo antecedente che ha visto la pubblicazione sui social di una serie di post social minacciosi, tanto poi da sfociare – secondo l’accusa – a creare problemi il giorno del matrimonio da parte dello stesso autore dei post, oggi condannato – oltre ai due mesi di reclusione con pena sospesa – anche al risarcimento dei danni nei confronti di Tortoriello, da liquidarsi in separato giudizio, e circa 1800 euro di spese legali oltre accessori di legge.

Secondo il capo di imputazione, il giorno del matrimonio l’uomo processato e condannato – difeso dall’avv. Domenico Stigliani – parcheggiava la sua in una stradina davanti all’abitazione della sposa, inibendo quindi il passaggio per recarsi in chiesa e sposarsi, tanto da essere iscritto nel registro degli indagati ed essere rinviato a giudizio.

Il giorno del matrimonio si rese necessario l’intervento della Polizia Locale e dei Carabinieri per far rimuovere l’auto che l’odierno condannato aveva – secondo l’accusa – volontariamente parcheggiato ostruendo un vicoletto a pochi metri dalla porta di casa della sposa.

La difesa di Tortoriello ha rimarcato come, da quando l’uomo non veniva eletto in consiglio comunale nel 2017, “ha iniziato una vera e propria azione di persecuzione nei confronti del sindaco e della sua famiglia”, con la situazione “precipitata con l’avvicinarsi del matrimonio, con minacce ripetute, anche di morte, nei confronti di Tortoriello e del Sindaco mediante la pubblicazione su Facebook di molteplici post”, tutti mostrati in giudizio, del tipo “Questo matrimonio non s’ha da fare”, “Ho solo una data in testa: il 24 agosto”, “la guerra porta guerra, la pace porta pace.. è guerra sia, la pace sia con voi”, “Manca poco, ancora un giorno” e pochi minuti prima del matrimonio, ancora “Finalmente ci siamo” con allegate alcune immagini raffiguranti teschi. Durante le udienza, l’avv. Alessandro Singetta – difensore di Tortoriello – ha spiegato come l’uomo “non solo si limitava a scrivere sui social, ma intraprendeva vere e proprie azioni tanto da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine, quando il giorno del matrimonio si posizionava davanti l’abitazione di Tortoriello con l’auto bloccando quindi il passaggio per arrivare in Chiesa per la celebrazione”. Visti i post sui social, la Questura di Potenza per quel giorno era già intervenuta preventivamente, ordinando alle forze dell’ordine di attenzionare l’uomo e intervenire, così come poi accaduto per allontanarlo.

Le indagini sono state portate avanti dal Pubblico Ministero Sarah Masecchia. Il verdetto di condanna è stato emesso nell’udienza del 29 gennaio e letto dal giudice della sezione penale Chiara Maglio.

Claudio Buono

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