Ferrone (IdV): dal Melandro al Metapontino netto “no” all’articolo 38 dello “Sblocca Italia”.

Carmine Ferrone, assessore comune di Bella (IDV)

Carmine Ferrone, assessore comune di Bella (IDV)

Il pronunciamento del Consiglio Comunale di Bella come quello di tanti altri del Melandro-Marmo, del Vulture-Alto Bradano, del Metapontino, della Val d’Agri-Sauro è chiaro e netto  contro l’art.38 dello “Sblocca Italia”: lo afferma l’assessore al Comune di Bella e dirigente regionale di Italia dei Valori Carmine Ferrone riferendo che in tutti i Consigli  Comunali in cui è presente IdV, in coerenza con la linea politica già espressa dalla segretaria Maria Luisa Cantisani in tante occasioni, ha presentato odg e documenti per il ricorso alla Corte Costituzionale contro gli effetti devastanti che potrebbe produrre il tanto discusso art. 38 dello Sblocca Italia. L’iniziativa che coinvolge il sistema delle autonomie locali su tutto il territorio – aggiunge – ha un obiettivo prioritario: la tutela del territorio, dell’ambiente e della salute. Per noi è un principio irrinunciabile al punto che abbiamo deciso il ricorso alla Corte di Strasburgo per i Diritti dell’Uomo ravvisando gravi violazioni dei diritti freeskipper.art38essenziali dell’uomo. I problemi di incostituzionalità degli art.37 e 38 vanno sostenuti “senza se e senza ma” in tutte le sedi istituzionali oltre che portati in piazza. Il Governatore e il Consiglio Regionale – continua Ferrone – non potranno non tenere conto della posizione di tantissimi Consigli Comunali come quello di Bella perché viene prima il bene delle nostre comunità locali, di attività agricole e zootecniche che a grandi sacrifici garantiscono la qualità e genuinità di produzioni lattiero-casearie e alimentari. Non possiamo permettere la ricerca di petrolio davanti le aziende rurali del nostro territorio. Noi in piazza e nei consigli comunali rivendichiamo il riconoscimento costituzionale di quei diritti umani che secondo noi sono stati calpestati e che non vanno assolutamente sviliti nei contenuti grazie a questi comportamenti oltraggiosi verso le istituzioni.  I problemi di incostituzionalità degli art.37 e 38, portati in piazza e rivendicati  anche da noi, meritano sicuramente una riflessione che vada oltre la semplice enunciazione risentita, nel senso che occorrerebbe avviare urgentemente su tutto il territorio regionale  un’opera di sensibilizzazione popolare che prescinda dalle gratuite esternazioni di persone esagitate, ossessionate solo dal protagonismo ingiurioso e non dalla denuncia pacata dei doveri costituzionali infranti, disattesi, non applicati, grazie a scorciatoie legislative violente che, se pur non giustificano in nessun modo le inclinazioni ingiuriose di taluni esagitati, mediante un linguaggio non consono alla decenza ed al rispetto per le istituzioni, finiscono il più delle volte a passare inosservate perché si continua a ripetere la stessa cantilena maniacale di insulti.  È compito della Repubblica, rispettare il dettato costituzionale, rimuovendo i gravi ostacoli che l’art. 37 e 38 rappresentano per la nostra Basilicata. 

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