“La scelta “storica” del Consiglio Regionale di erogare alla Caritas regionale un contributo straordinario di 200 mila euro per l’assistenza alle famiglie in stato di difficoltà economica va sottolineata positivamente perchè al di là dell’entità della risorsa finanziaria, per la prima volta, si registra il riconoscimento della missione svolta dalla Caritas e si accoglie il nostro appello a non lasciare la Caritas e le parrocchie lucane da sole ad affrontare l’emergenza povertà”. E’ quanto sostiene il segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza, ricordando i numeri allarmanti diffusi dalla Caritas. “Non si può sottovalutare che almeno 10.000 lucani si rivolgono ogni anno ai 30 centri di ascolto-sostegno parrocchiali sparsi sul territorio, mentre per l’Istat – aggiunge – in Basilicata il tasso di povertà è vicino al 25 %, una percentuale che come rileva il centro studi Caritas è notevolmente al di sotto della realtà. E’ particolarmente utile il lavoro delle centinaia di volontari delle parrocchie lucane ad identificare le caratteristiche del “povero” lucano, in media sposato, tra i 40 e i 50 anni, con fissa dimora e disoccupato. Negli ultimi anni si aggiungono anche le fasce più giovani con lavori precari e figli piccoli a carico, che ritornano dalle famiglie di origine o i piccoli imprenditori che non riescono più a pagare i fornitori e dipendenti. E’ il cosiddetto ceto medio che è maggiormente esposto perché le famiglie non ce la possono fare più a mantenere giovani universitari fuori casa e a pagare mutui e bollette”. “L’analisi della Caritas non consente più sottovalutazioni e misure caritatevoli. La povertà in Italia è raddoppiata rispetto agli anni precedenti alla crisi, ma il futuro (se non si interviene), non è roseo: neanche con la crescita economica la povertà tornerà ai livelli pre-crisi. E con l’introduzione del cosiddetto “bonus di 80 euro mensili” da parte del Governo Renzi riservato ai lavoratori dipendenti che abbiano un reddito imponibile compreso tra 8.145 e 24mila euro, il beneficio è andato a circa una famiglia in povertà assoluta su quattro: si tratta per lo più di nuclei con un solo reddito da lavoro e numerosi figli. Per quanto riguarda invece la Regione è significativa la decisione in attesa che venga avviato il programma del reddito minimo/reddito d’inserimento, previsto dall’articolo 15 della legge regionale n.26/2014 (assestamento di bilancio), di prorogare sino a febbraio l’attuale programma Copes. E’ matura la proposta di introduzione di un reddito sociale che innanzitutto ridia dignità alle persone in difficoltà persino a garantire un pasto completo al giorno al proprio nucleo familiare, contribuendo come invita a fare la Caritas a costruire contesti più giusti ed accoglienti, contemperando l’impegno di carità e il dovere di giustizia”.