La “sfida” è accrescere il consumo responsabile della birra artigianale italiana abbinato ai piatti della cucina più creativa ed innovativa ma anche tradizionale. Una “sfida” che parte dalla “fotografia” scattata al 2013 (fonte Istat) sul consumo di birra da noi in Basilicata: il 41,4% dei lucani beve birra, ma solo il 3,6% tutti i giorni, mente il 23,8% raramente e il 13,9% solo nel classico periodo estivo. Grazie alla sua versatilità, leggerezza e varietà di aromi la birra è oggi riconosciuta come un elemento prezioso in cucina soprattutto in abbinamento. Il pranzo e la cena a tema offrono ai clienti dei ristoranti la possibilità di scoprire un mondo ricco di tradizione e gusti in cui la birra diventa protagonista a tavola. E’ la “sfida” lanciata del risto-pub Black Pepper di Potenza, via Verrastro 5 (di fronte il Palazzo della Giunta Regionale), che con pochi mesi di vita, sta riscuotendo consenso di pubblico per la qualità, la varietà giornaliera dei piatti e, soprattutto, per quello che il Centro Studi Thalia ha definito “buon rapporto qualità-prezzo”. “Proponiamo birre artigianali italiane di qualità a costo promozionalmente contenuto che – spiega Antonio Sabia, uno dei creativi della società di ristorazione – non obbligatoriamente vanno gustate con la pizza secondo un luogo comune e una tendenza ampiamente diffusi. Intanto perché la birra è una bevanda a bassa gradazione alcolica, con pochi ingredienti (tutti naturali, dall’acqua ai senza coloranti e OGM-free). E’ anche una risposta alla domanda di un consumo consapevole e curioso, nato dalla crescente cultura di prodotto, perché la birra è una bevanda semplice e immediata, e al tempo stesso un prodotto affascinante e naturale”. Per le attività di ristorazione – evidenzia il C.S. Thalia – è sempre più essenziale cogliere le nuove tendenze gastronomiche dell’utenza che si racchiudono in pasti veloci ma gustosi. Fenomeni che influenzeranno il futuro prossimo e già sembrano delinearsi chiari all’orizzonte. Tra gli intramontabili gusti si segnala la gastronomia multisensoriale (emozionale), che continuerà a riscuotere successo di critica e pubblico; ma più curiosa è la moda del menu a sorpresa, una sorta di cena al buio completamente affidata alla creatività dello chef, chiamato a stupire il commensale, ignaro fino all’ultimo. E altrettanto apprezzato dai commensali il tentativo di fornire menu più salutari, bilanciati e attenti alle intolleranze senza rinunciare al gusto. Ancora un maggiore consumo di birra e il crescente abbinamento al “mangiare vegetale”. “Per noi – afferma Sabia – il primo obiettivo è stupire l’ospite con ricette classiche rivisitate e dai sapori decisi con l’aggiunta di un tocco di originalità nei prodotti impiegati sempre però tenendo conto del nostro target che chiede una cucina veloce”. Secondo l’osservatorio Thalia c’è un cauto ottimismo per il nuovo anno: la fase peggiore della crisi dovrebbe essere superata. A sopravvivere, però, sarà solo l’impresa che saprà cogliere i mutamenti del mercato interno. Una recente ricerca commissionata a Doxa da AssoBirra – l’Associazione che rappresenta il 97% del mercato italiano, tra grandi aziende, marchi storici, microbirrifici e malterie – dimostra che il classico abbinamento gastronomico ‘birra e pizza’, non solo non è tramontato, ma si è rinnovato in virtù della crisi e di nuovi stili di vita che inaugurano un ritorno alla semplicità. La novità è che c’è la voglia di diffondere una cultura birraria meno generica e più attenta alla proprietà di bionde, rosse e stout sulle tavole degli italiani.