Un recente articolo del Corriere della Sera evidenzia come, dai dati dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti del MIUR, negli ultimi dieci anni gli studenti che si iscrivono all’Università sono diminuiti del 27,5% a livello nazionale, con una diminuzione ancora più marcata nelle regioni meridionali. In particolare, gli immatricolati in tutti gli atenei italiani provenienti dalla Basilicata (ovvero gli studenti lucani che si iscrivono all’Università, in generale) sono diminuiti del 49,4%, con un calo dai 4.250 del 2004 ai 3.100 attuali: si tratta di un dato molto preoccupante, ascrivibile, come nel resto d’Italia, alla particolare congiuntura economica e occupazionale che scoraggia i giovani ad affrontare un percorso universitario. In questo contesto, l’Università della Basilicata, seppure investita dal generale calo delle immatricolazioni, è riuscita a “contenere le perdite”, subendo un calo di immatricolazioni del 30% negli ultimi dieci anni (in linea, quindi, con la media nazionale indicata dall’Anagrafe). Ciò dimostra come in realtà l’Ateneo lucano abbia quindi costituito in questi anni un argine alla diminuzione di studenti universitari in Basilicata. Inoltre, nel caso dell’Unibas, alcuni fattori specifici hanno determinato questa diminuzione, come la chiusura di alcuni corsi di laurea imposta da norme nazionali conseguenti alla riforma Gelmini, che ha costretto molti giovani a recarsi altrove. Sui dati recenti, però, l’Ateneo lucano dimostra una “tenuta” stabile delle iscrizioni al primo anno in tutti i corsi di laurea – 1.516 in questo anno accademico, +4,2% rispetto al precedente anno accademico – che porta l’Unibas tra le poche Università, in Italia, a vedere aumentate le sue iscrizioni. Un andamento costante anche per gli iscritti al primo anno dei corsi di laurea triennale e a ciclo unico, in media circa 1.300 ogni anno dal 2010 in poi. Gli studenti fuori corso, come detto, sono diminuiti dai 4.076 del 2010/2011 ai 3.714 del precedente anno accademico (-9% circa). Le cifre della “popolazione” universitaria lucana (ovvero il complesso degli iscritti) rappresentano quindi la “cartina di tornasole” di questo quadro: nel 2001, secondo quanto emerge dai dati elaborati dall’Unibas, erano circa 6.500, rispetto ai circa 7.400 del 2014/2015 e ai 7.700 del precedente anno accademico (in sostanza, anche in questo caso, il dato è stabile, considerando i circa 300 fuoricorso in meno). In questo quadro, sostanzialmente stabile, si inseriscono poi i dati emersi dai recenti rapporti di Almalaurea – secondo cui, a cinque anni dalla laurea, il 78,8% degli iscritti nell’Università della Basilicata ha un lavoro, rispetto a una media nazionale del 77,2%, e il 90% è complessivamente soddisfatto del corso di laurea – e del Censis, che posiziona l’Ateneo lucano al terzo posto nella classifica nazionale dei piccoli Atenei. ALMALAUREA, POSITIVI I DATI SUL LAVORO POST LAUREA – A cinque anni dalla laurea, il 78,8% degli iscritti nell’Università della Basilicata ha un lavoro, rispetto a una media nazionale del 77,2%. A tre anni dal conseguimento della pergamena, invece, la percentuale è leggermente più bassa (69,4%), ma ancora superiore a quella degli Atenei italiani (67,9%). I dati emergono dal XVII Rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati nelle 65 università aderenti al Consorzio. Quindi, quasi otto laureati su dieci nell’Unibas, dal 2009 – ovvero nel pieno della crisi economica che dal 2007 attanaglia l’Italia – hanno quindi un lavoro, con un dato che privilegia le donne (80,8% le occupate rispetto a una media nazionale del 75%). Il trend fortemente positivo della condizione occupazionale dei laureati nell’Università della Basilicata si conferma sostanzialmente anche per il campione del 2011, cioè a tre anni dalla laurea: lavora il 69,4% degli ex studenti Unibas, rispetto a una media nazionale del 67,9%. A dodici mesi dalla conclusione degli studi, risultano occupati quattro su dieci (la media nazionale è di cinque su dieci), e anche in questo caso il livello di lavoro “stabile” è superiore, in media, a quello nazionale (38 “lucani” su cento, più della media nazionale, con il 34%). La precarietà riguarda il 62% del collettivo (prevalgono in questo senso i contratti a tempo determinato). I ricercatori di Almalaurea, considerando anche il contesto sociale e produttivo della Basilicata, specificano inoltre che “l’analisi deve tenere conto che si tratta di giovani che in larga parte continuano gli studi, rimandano cioè al post laurea di tipo magistrale il vero ingresso nel mondo del lavoro“. Dai rapporti Almalaurea emerge anche che i laureati nell’Ateneo lucano “più giovani, più regolari negli studi e con maggiori esperienze di stage” (dati del XVI rapporto Almalaurea) e con risultati negli studi al pari dei colleghi delle altre Università del Paese: il 90% si è detto complessivamente soddisfatto del corso di laurea, e sette su dieci sarebbero pronti a iscriversi nuovamente allo stesso corso dell’Ateneo (media nazionale 66,9%). Nel 2013 il 68,7% dei laureati proviene dalla stessa provincia della sede degli studi (51,7% la media nazionale) e il 20% circa da altra regione (media nazionale 21,2%). Il 32% ha un diploma di liceo Scientifico e il 36% proviene da istituti Tecnici. Il voto medio di diploma è 79,8 (82 la media nazionale), quello degli esami è 26 (26,2 la media del Paese), e quello di Laurea è 101,9 (102,4 Italia). Risultati, quindi, in linea con quelli del resto delle Università italiane, contando nel campione tutti gli Atenei (sia quelli grandi e “storici” del Centro-Nord, sia i “piccoli”). FREQUENZA E “ALTO GRADIMENTO” – I laureati Unibas hanno frequentato regolarmente più del 75% degli insegnamenti previsti (68% la media nazionale). Il 90% si è detto complessivamente soddisfatto del corso di laurea, e sette su dieci sarebbero pronti a iscriversi nuovamente allo stesso corso dell’Ateneo (media nazionale 66,9%). CENSIS, UNIBAS TERZA IN ITALIA TRA I PICCOLI ATENEI – Secondo la classifica Censis delle Università 2014-2015 per i piccoli Atenei (quelli cioè con meno di diecimila iscritti) l’Unibas è terza su dodici. Un risultato importante, considerando la giovane età dell’Università della Basilicata, anche in relazione, anche in questo caso, con i dati di Almalaurea, che la vedono in linea con le medie generali nazionali. NUOVI CORSI INTERNAZIONALI E CONVENZIONI – Nell’anno accademico 2014-2015 l’offerta didattica dell’Università della Basilicata, oltre alla laurea triennale in “Scienze Geologiche”, si è arricchita della nuova laurea magistrale in “Geoscienze e Georisorse”, attivata nel Dipartimento di Scienze. E’ stato anche ufficializzato un accordo stipulato tra l’Unibas e la Kazakh-British Technical University (KBTU) per il corso di laurea magistrale in “Geosciences and Georesources”: si tratta di un importante corso di laurea internazionale, tenuto in lingua inglese, che prevede i curricula in “Petroleum Geology” (che si svolgerà presso l’ateneo kazako), ed “Environmental Geology” (nell’Unibas). Tutti i corsi sono stati “pensati” per mettere a disposizione degli iscritti i migliori strumenti del settore geologico, in una terra ricca, come la Basilicata, di risorse naturali (acqua e petrolio su tutte) e dove si svolgono numerose attività estrattive, rendendo quindi questa regione uno straordinario laboratorio per docenti, ricercatori e studenti. E’ stata inoltre attivata la seconda edizione del Master annuale di secondo livello in “Petroleum Geoscience”, organizzato dall’Università della Basilicata, in collaborazione con Total E&P Italia e Shell, per preparare esperti nell’analisi geologica delle aree da cui si estrarrà il petrolio. Attivata, tra l’altro, anche una collaborazione tra l’Unibas e l’Università di Firenze per ampliare e qualificare i contenuti e le tematiche dell’offerta formativa dei corsi di laurea in Beni Culturali e in Architettura, favorendo la mobilità degli studenti, la promozione di scambi di esperienze, e i percorsi comuni di formazione.