Il flusso del credito alle micro e piccole imprese artigiane della Basilicata porta ancora il segno meno. I dati della Relazione Annuale della Banca d’Italia presentati martedì scorso confermano la contrazione del credito erogato alle imprese: a marzo 2015 la riduzione è dell’1,8% su base annua. Secondo gli ultimi dati Banca d’Italia elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato, il calo con cui si è chiuso il 2014 in Basilicata è del 1,6% rispetto all’anno precedente, ed è destinato a diventare più negativo, con uno stock complessivo di poco più di 1,1 miliardi di euro erogati. Anche per il credito alle famiglie si registra un decremento pari all’1,5% per uno stock di circa 800 milioni di euro. L’andamento del credito alle imprese ha riflesso dinamiche della domanda e dell’offerta differenziate tra comparti produttivi. Si è accentuata la contrazione dei finanziamenti alle imprese manifatturiere che ha risentito del calo della domanda e, soprattutto, dell’irrigidimento delle condizioni di offerta. Al contrario, non si è intensificata la caduta negli altri comparti che hanno beneficiato di una ripresa della domanda, accompagnatasi con condizioni di offerta sostanzialmente invariate. L’andamento della qualità del credito è rimasto stabile per le famiglie mentre per le imprese il tasso di ingresso in sofferenza è ancora aumentato in tutti i settori, salvo che nel comparto dei servizi: per il complesso delle imprese esso si è portato al 5,7 per cento, in lieve miglioramento rispetto allo scorso dicembre. «La situazione creditizia delle imprese, soprattutto di quelle di piccola dimensione, rimane critica– afferma Antonio Miele, presidente di Confartigianato Imprese – un credito sempre più scarso e costoso blocca le opportunità di sviluppo, scoraggia gli investimenti e rallenta i processi di innovazione tecnologica. Le nostre imprese – prosegue– non hanno bisogno di grosse somme ma di cifre piccole, fondamentali per la sopravvivenza di tante attività economiche. Infatti l’impossibilità di autofinanziarsi a causa della bassa capitalizzazione e della scarsa liquidità impone alle aziende di dover contare su una continuità delle linee di credito al fine di poter proseguire l’attività. Insomma le imprese sarebbero pronte a tornare a investire in beni materiali e in asset immateriali, come la formazione, il marketing e la ricerca e lo sviluppo, ma la loro volontà è ostacolata dalla difficoltà di reperire risorse. La soluzione è semplice: per favorire l’accesso al credito degli artigiani, è urgente il rafforzamento dei consorzi fidi promossi dalle associazioni di categoria, che sono vicini alle imprese e conoscono i territori. E poi – conclude Miele – meno tasse sul lavoro e impegni concreti per rilanciare la produzione e l’occupazione, visto che il mercato interno, nonostante l’ottimismo rilanciato dagli ultimi dati Istat sulla ripresa, è ancora fermo. Sburocratizzazione e credito sono tra i temi più importanti che toccano il mondo dell’artigianato e della microimpresa ma Confartigianato guarda anche alle infrastrutture, alla formazione, al lavoro,agli incentivi, al benessere sociale ed all’ambiente”.