In Basilicata, in media, la speranza di vita alla nascita è di 83 anni e 1 mese, inferiore di 3 mesi a quella dell’Italia, di 4 mesi a quella della Puglia, di quasi un anno a quella della Lombardia e di ben un anno e 2 mesi di quella che si registra nella Provincia autonoma di Trento, dati emblematici delle disuguaglianze nella tutela della salute che si riscontrano in Italia e della diversa capacità delle regioni di assicurare ai propri cittadini cure corrispondenti alle loro esigenze di salute”. A dichiararlo, in una nota, è il consigliere regionale Michele Napoli sulla base delle risultanze dell’analisi Eurostat sull’aspettativa di vita alla nascita nelle regioni dell’Unione Europea. “L’indagine Eurostat conferma sostanzialmente l’analisi svolta annualmente dal Ministero della Salute- aggiunge Napoli- e soprattutto che a quarant’anni dalla legge 833/1978 istitutiva del SSN e con cui venne stabilito il principio secondo cui lo Stato garantisce a tutti i cittadini lo stesso livello di cure, senza distinzione alcuna di condizione economica, sociale o territoriale, di quel principio di equità e di universalità delle cure rimane ben poco”. Per Napoli: “Se due bambini nati lo stesso giorno e lo stesso anno, entrambi sani, ma uno a Potenza e l’altro a Trento hanno aspettative di vita tanto diverse, infatti, il bambino nato a Potenza vivrà un anno e due mesi in meno di quello nato a Trento, vuol dire che a Trento si garantiscono ai cittadini livelli quantitativi e qualitativi di prestazioni sanitarie migliori di quelli che si garantiscono a Potenza”. “Non basta dunque limitarsi ad affermare- come recentemente sostenuto dall’Assessore Franconi- che la Basilicata è adempiente nell’erogazione dei Lea(livelli essenziali di assistenza), perché sono adempienti tutte le regioni d’Italia tranne due(Campania e Calabria)-ricorda il Vice presidente del Consiglio regionale- e perché tra la prima( il Veneto) e l’ultima regione d’Italia( la Sicilia) dichiarate adempienti dal Ministero c’è uno scarto di ben 46 punti, con la Basilicata che risulta di appena 10 punti al di sopra dell’ultima tra le regioni adempienti, la Sicilia, e a distanza di ben 36 punti dal Veneto che è al vertice della classifica”. “I punteggi attribuiti dal Ministero alle regioni in occasione della verifica Lea- ricorda Napoli- sono il risultato di una valutazione relativa alla capacità delle regioni di assicurare ai cittadini servizi sanitari appropriati in tema di tempi di attesa, gestione delle cronicità, funzionamento del sistema di emergenze-urgenza, accesso ai farmaci innovativi, coperture vaccinali, screening, esiti delle cure”. “Ambiti che incidono sulla vita quotidiana dei cittadini-conclude il Vice presidente del Consiglio- “Nei quali si rinvengono insopportabili disuguaglianze tra le varie regioni d’Italia, con la Basilicata che fa registrare performance nettamente inferiori ai reali bisogni di salute della nostra comunità”.