E’ morto nella sua abitazione a Roma, nella tarda serata di lunedì 24 giugno 2013, Emilio Colombo, “Il Presidente”. Politico italiano di spicco, era nato a Potenza, l’undici aprile del 1920. Esponente di spicco della Democrazia Cristiana, nel 2003 è stato nominato Senatore a Vita. Lucano doc, è stato il 15° presidente del Consiglio dei Ministri. L’ultimo padre costituente a morire. Una lunga carriera quella di Colombo, laureato in giurisprudenza e prima volta deputato già nel 1946 nell’Assemblea Costituente, a soli 26 anni. Riconfermato poi in tutte le legislature, per poi dimettersi da deputato nel 1992, ventuno anni fa. Parlamentare europeo in due periodi, dal 76’ all’80’ e dall’89’ a 92’. Di lui, Francesco Saverio Nitti, altro lucano, politico e antifascista italiano scomparso nel 1953, parlò molto bene. “E’ un Colombo che volerà”. E così è stato. Molte volte sottosegretario nei vari ministeri Agricoltura, Commercio Estero, Artigianato e Industria), è stato uno dei fautori dell’elezione di Antonio Segni alla presidenza della Repubblica. Ministro del Tesoro per cinque anni (1963-1968).
Il 6 agosto del 1970 viene eletto Presidente del Consiglio dei Ministri (il primo presidente espresso dalla Basilicata, dopo l’avvento della Repubblica). Secondo dall’Unità d’Italia dopo Francesco Saverio Nitti. Ma in precedenza, a capo di diversi ministeri, come Esteri, Finanze e Bilancio. Subito dopo la nomina, rientra in Basilicata e si ferma a Vietri di Potenza, tenendo un comizio in piazza (vedi foto). Poi presidente del parlamento europeo, dal 77’ al 79’. Nel 1979 per lui il premio “Carlo Magno”. Sostenitore di Buttiglione nel 94’, per 17 anni è presidente dell’istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, ente fondatore dell’Università del Sacro Cuore. Nel 2003 il presidente Carlo Azeglio Ciampi lo nomina senatore a vita. E due anni fa, nel 2011, riceve la medaglia d’oro della fondazione “Jean Monneto”. Un riconoscimenti dei suoi meriti nella nascita e nello sviluppo della Comunità Europea e dell’Ue. Ritorna però sulla sedia più alta del Senato, il 15 marzo 2013, quando presiede l’apertura dei lavori del Senato (causa assenza, per motivi di salute, di Giulio Andreotti). Per lui anche guai giudiziari: nel 2003 coinvolto nell’inchiesta su un giro di droga e prostituzione. Ha anche ammesso di aver consumato cocaina (secondo lui per fini terapeutici). Tra le sue onorificenze quella di Cavaliere di gran croce dell’ordine al merito della Repubblica Italiana (1993), Grande ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica Italiana (1961), Cavaliere di Gran Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e Grande Ufficiale dell’ordine delle Legion d’onore Francia. Mercoledì 26 giugno, a Roma, nella Chiesa di Santa Emerenziana. Questa mattina tra i primi per dare l’ultimo saluto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nel pomeriggio di domani (16,30) è previsto l’arrivo della salma a Potenza, dove sarà allestita una seconda camera ardente, nell’atrio del Palazzo della Città. Ad attenderlo tutti i 131 sindaci della Basilicata e i rappresentanti delle Istituzioni.
Claudio Buono
02:07 / 25 giugno 2013
Ultima modifica: 25/06/2013 – Ore 13:02