POTENZA – Allarme analfabetismo digitale. La Basilicata un tempo con i migliori indici per la diffusione di computer e utilizzo della rete, la regione che si spinge sempre più avanti, in linea con il Paese e con l’Europa, sulla digitalizzazione dei servizi, deve fare i conti con la più alta percentuale di Italia di persone che dicono di non usare internet perché non lo sanno usare. Sono numeri assolutamente non marginali, più di due famiglie ogni dieci, esattamente il 21,71% delle famiglie lucane, che si trovano, ad esempio nella condizione di impossibilità di effettuare l’iscrizione del proprio figlio a scuola (operazione ordinariamente fatta per via digitale) perché nessuno in casa sa usare internet.
L’allarme emerge tra le righe del rapporto Istat su cittadini, imprese e tecnologie informatiche pubblicato la scorsa settimana e basato su dati freschissimi, quelli del 2018. E nel descrivere un Paese in larga parte «connesso» mostra significative sacche di resistenza a questa innovazione su cui riflettere, anche per evitare che la cittadinanza digitale si sviluppi lasciando dei «ghetti» di esclusi.
L’accesso a internet In Basilicata dispone di un accesso a internet il 68,8 per cento delle famiglie. Il dato regionale è più basso di quello nazionale di 6,3 punti (la media è 75,1) siamo quartultimi, ma il valore non è molto dissimile da quello medio del Sud che fa registrare un 69,8%. Nel dettaglio, la distanza si riduce considerando la sola banda larga (Basilicata 68,4%, Italia 73,7) ma aumenta considerando le connessioni a banda larga fisse (da noi il 45,1 a livello Paese il 53,8), ma tutto sommato il 34,1% di famiglie lucane in possesso di banda larga mobile riequilibrano la situazione (a livello nazionale è il 36,9).
Chi non naviga e perché E siamo all’altra faccia della medaglia. Il 31,2 per cento delle famiglie lucane non ha accesso a internet (a livello nazionale il 24,7). E quando s i va a chiedere il perché, la risposta prevalente, data dal 69,6 per cento delle famiglie lucane prive di connessione, è che «Nessuno sa usare internet». Ovviamente si tratta di una percentuale di una percentuale, ma in totale porta al 21,71 per cento del totale. In Italia in questa condizione ci sono il 14,37 delle famiglie, cioè da noi il problema è grande una volta e mezzo quello nazionale che, nella differenziazioni delle altre regioni, spazia dal 9,23% del trentino al 19,83 della Calabria.
Una netta divisione La realtà, quindi sembra spaccarsi in due. Anche perché per il resto d le mondo, quello che internet lo conosce, il fenomeno è in crescita anche da noi: il 64,1% dei lucani (in questo caso parliamo di persone non famiglie) usa internet (dato nazionale 68,5%), il 48,8 lo fa tutti i giorni (nazionale 52,1%) e anche tra quel 33,7% che dichiara di non usarlo (nazionale 30,6) mai c’è chi può contare su un familiare che, in caso di necessità, lo fa al posto suo. E così si sviluppa un mondo nuovo. Il 55,5 per cento dei lucani, ad esempio, ordina in internet merci o servizi (il dato nazionale del 55,9 è analogo) il 29,8 lo ha fatto negli ultimi 3 mesi (34% nazionale) e ancora il 10,5 degli internauti lucani hanno venduto merci o servizi su internet (a livello nazionale il dato è del 10,8%) e il 37,5% ha usato servizi di pagamento (39,2). Pionieri si sono affacciati anche nelle operazioni finanziare on line (da noi il 4,7% a livello nazionale il 10,1) o usare i servizi bancari web (qui il 37,7 nel Paese il 44,6). È chiaro che il mondo va avanti e con diverse velocità ci si adegua. Non così per oltre il 21% dei lucani. Che da questo incedere dei tempi è tagliato fuori.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno