“Nel 2018 l’economia della Basilicata, come quella del Mezzogiorno, è caratterizzata da un passo lento, ancora più lento di quello fatto registrare negli ultimi due anni, e che per effetto delle revisioni al ribasso delle stime di crescita operate dai principali istituti potrebbe determinare una pericolosa retromarcia della nostra regione, con la ricomparsa del segno meno davanti all’indicatore PIL”. E’ quanto dichiara, in una nota, il consigliere regionale Michele Napoli, sulla base dell’analisi delle dinamiche economiche del Mezzogiorno effettuata dal Centro Studi di Confindustria. “Da tre anni la Basilicata cresce a ritmi da prefisso telefonico(0,8% nel 2016, 0,7% nel 2017 e 0,3% lo scorso anno) con un trend inferiore tanto a quello del Paese, quanto a quello del Mezzogiorno”- aggiunge Napoli-“ E gli elementi di preoccupazione iniziano a farsi sempre più evidenti, per effetto dei risultati fatti registrare dalla Basilicata rispetto a due indicatori macroeconomici fondamentali quali l’occupazione(lo scorso anno abbiamo perso altri 800 posti di lavoro, a fronte di un incremento nel Mezzogiorno di 19 mila unità di lavoro) e gli investimenti pubblici( nei primi dieci mesi del 2018 l’importo dei bandi di gara per lavori in Basilicata è diminuito del 28,4% rispetto all’analogo periodo del 2017, a fronte di un incremento nel Sud Italia del 44,1%)”. “Il progressivo indebolimento degli investimenti pubblici ”-spiega il Vice presidente del Consiglio regionale-“E’ considerato dagli economisti di Confindustria la causa principale della debolezza dell’economia lucana, che è tenuta a galla dagli investimenti privati delle PMI del settore manifatturiero e dall’export, settore quest’ultimo nel quale la Basilicata fa registrare nel 2018 un incremento del 18% rispetto all’anno 2017, con un saldo della bilancia commerciale che è positivo per ben 1,8 miliardi di euro, dato questo in controtendenza rispetto a quello dell’intero Mezzogiorno che fa registrare un saldo commerciale negativo di quasi 2,8 miliardi di euro”. “I dati positivi relativi alle esportazioni”- conclude l’esponente di Fratelli d’Italia- “Testimoniano quanto siano importanti per le dinamiche economiche della nostra regione i settori dell’automotive e degli idrocarburi, i soli in grado di tenere a galla l’economia lucana, stante l’incapacità del sistema regionale di sostenere medianti opportuni investimenti in ricerca, innovazione e sviluppo le prospettive di crescita delle piccole e medie imprese lucane”.