Il maestro Franco Lorenzoni, il 3 settembre 2018 ha indirizzato, dalle pagine di Repubblica, questa lettera a tutti gli insegnanti: “Care colleghe e colleghi insegnanti, come tanti, mi domando in questi mesi cosa sia possibile fare per arginare la crescente intolleranza verso chi emigra nel nostro Paese. Il clima sociale sta mutando a una velocità impressionante. La mentalità intollerante e razzista sta crescendo intorno a noi: è un dato di fatto. Come educatore, non posso accettare che una ragazza di Milano che ha il padre africano confessi a sua madre di aver paura a uscire di casa. Credo che, per contrastare il veleno del razzismo, noi insegnanti siamo chiamati a ripensare il nostro ruolo”. Sono profondamente convinto che sia questo un compito prioritario della scuola oggi e come Presidente del Comitato Provinciale Unicef di Potenza, faccio la mia parte, portando nella scuole “SottoPelle” il docu-film di Giuseppe Russo che fa raccontare direttamente agli immigrati ospiti delle strutture di Rionero e Tito le sofferenze, le torture, gli stupri che hanno subito per arrivare in Italia. “SottoPelle” è il meraviglioso risultato di un anno di servizio civile di Giuseppe nel Comitato Provinciale Unicef di Potenza. Giuseppe Russo, costruendo una relazione efficace con queste persone, ha dato loro la forza di parlare, vincendo il dolore. E anche questa settimana i ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Leopardi di Potenza lunedì 25 febbraio, della scuola media di Baragiano mercoledì 27, delle scuole elementari e medie di San Fele, Ruvo e Rapone giovedì 28 e i ragazzi della scuola media di Ruoti venerdì primo marzo hanno seguito con grande partecipazione la proiezione. Il silenzio attento nel buio dei luoghi dove il film è stato proiettato e le lacrime di molti al termine della proiezione, le domande, le riflessioni dei ragazzi, ancora una volta mi hanno dato la certezza che quest’opera di educazione, di lotta contro ogni discriminazione e forma di razzismo, è assolutamente necessaria, in questi mesi difficili che l’Italia sta vivendo. E nella lettera agli insegnanti il maestro Franco Lorenzoni continua così: “Abbiamo responsabilità ineludibili riguardo alla difficile costruzione di una società aperta. A scuola ci troviamo in una situazione delicata, ma in qualche modo privilegiata. La scuola italiana è abitata da spinte divergenti. Da un lato è il luogo pubblico di maggiore accoglienza e integrazione dei figli degli immigrati (e, prima in Europa, da 40 anni accoglie alunni portatori di disabilità), dall’altro tollera ancora al suo interno situazioni in cui vengono messo in atto piccole e grandi discriminazioni inaccettabili. Ogni giorno, dai nidi alle superiori, lavoriamo in classi multietniche che rendono necessario il nostro ruolo di mediatori attenti e di costruttori di una cultura della convivenza, per essere all’altezza dei compiti che ci affida la Costituzione, quando invita a “rimuovere gli ostacoli” che “impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Non è facile. Da trent’anni nel nostro Paese si insulta e si denigra la cultura. Si tagliano fondi alle biblioteche, alla ricerca, alla scienza e alla preservazione dell’arte e del paesaggio. Le conseguenze le paghiamo ogni giorno. Il ruolo di chi insegna è sottovalutato e spesso vilipeso. Ma, paradossalmente, proprio in questa situazione di estrema difficoltà, possiamo ritrovare le ragioni e il senso del nostro operare, che deve nutrirsi di una visione di ampio respiro e andare necessariamente oltre i muri della scuola”. E l’Unicef, che difende i diritti di ogni bambino in 190 paesi nel mondo, continua ad essere a fianco degli insegnanti in questo opera di educazione delle giovani generazioni.
Mario Coviello