Tornano a crescere le fonti rinnovabili di energia dopo la frenata brusca rilevata l’anno scorso, una frenata brusca che aveva fatto temere l’allontanarsi dei programmi per l’energia pulita. Secondo l’Osservatorio Fer realizzato dall’Anie Rinnovabili, associazione della federazione confindustriale Anie (industria elettrica, elettronica ed elettrotecnica), da gennaio a luglio la costruzione di nuove centrali alimentate da sole, vento e acqua è quasi raddoppiata rispetto ai primi sette mesi del 2018. In cifre: le nuove installazioni di fotovoltaico, eolico e idroelettrico raggiungono complessivamente circa 727 megawatt, pari a una crescita del +86%.
Le detrazioni sul fotovoltaico – Si conferma in crescita il trend mensile delle installazioni fotovoltaiche che nel mese di luglio con 55,8 megawatt raggiunge un totale di circa 287 megawatt (+30% rispetto allo stesso periodo del 2018). In aumento il numero di unità di produzione connesse (+24%), frutto principalmente delle detrazioni fiscali per il cittadino. Tutte le regioni hanno registrato un incremento in termini di potenza; tra quelle con incremento maggiore si segnalano Basilicata, Campania, Marche, Sardegna e Trentino Alto Adige. Ma quali impianti sono preferiti? Le piccole installazioni di tipo “residenziale” (cioè i pannelli da tetto, tettoia o capannone fino alla potenza di 20 chilowatt) costituiscono il 54% della nuova potenza installata nel 2019. L’Anie segnala che in luglio è stato avviato un impianto di dimensioni industriali da 4,7 megawatt in Sardegna, in provincia di Cagliari.
L’eolico gira al raddoppio – Prosegue la crescita sostenuta degli impianti alimentati dal vento. Con 111,7 megawatt installati in luglio la capacità produttiva realizzata quest’anno è arrivata a 412 megawatt, cioè +226% rispetto allo stesso periodo del 2018. Cresce la potenza ma diminuisce il numero di “mulini a vento” (-64%) perché ormai le tecnologie riescono a costruire “ventilatori” di grandi dimensioni un tempo irraggiungibili. Ciò rafforza il tema del cosiddetto repowering, cioè il fatto che ormai gli impianti costruiti 10 o 20 anni fa sulle colline più ventose sono vecchi, piccoli e poco potenti e devono essere sostituiti senza difficoltà da eliche assai più efficienti. In luglio fra l’altro hanno cominciato a girare le eliche di grandi impianti in Irpinia, per oltre 100 megawatt.
Idroelettrico in difficoltà – Se in luglio c’è stata una crescita buona di 5,7 megawatt aggiuntivi, da gennaio a luglio le istallazioni 2019 sono in calo rilevante (29 megawatt, -34%). Crescono anche le bioenergie, a dispetto dei comitati nimby che si oppongano a qualsiasi nuovo impianto di biometano, e fino a luglio sono stati costruiti impianti per 16 megawatt in più.
Incentivi in rallentamento – I costi sostenuti dal Gse per l’incentivazione e il ritiro dell’energia elettrica sono stati di 13,4 miliardi di euro, in calo rispetto ai 14,2 miliardi di euro del 2017, perché sono scaduti per molti impianti i periodi di sussidio secondo le regole sui certificati verdi e sugli incentivi Cip6. Inoltre, ritirando e collocando sul mercato elettrico 30,6 miliardi di chilowattora puliti, nel 2018 il Gse ha realizzato un ricavo di 1,8 miliardi di euro, circa 100 milioni in più del 2017. Dunque, ricorda l’Anie, il netto degli incentivi in bolletta è stato nel 2018 di 11,6 miliardi di euro.
Fonte: Il Sole 24 Ore