POTENZA – Francesco e Sofia sono i nomi preferiti dai neogenitori in Basilicata. Nel 2018 i nuovi nati nella nostra regione si chiamano in prevalenza così. È quanto emerge dall’ultima rilevazione Istat degli iscritti in anagrafe per nascita. Pur non continuando sulla strada della tradizione locale che, in passato, ha premiato nomi come Rocco, Antonio e Vito, i lucani prediligono nomi italiani rigettando qualsiasi tentativo di inserire «inglesismi» anche nell’anagrafe. Per intenderci, Kevin, Ross o Francis qui non attecchiscono.
Se a livello nazionale il nome Francesco perde il suo storico primato (è stato il nome più scelto dal 2001) a favore di Leonardo, in Basilicata, dunque, resiste il suo primato, insidiato da Antonio. Sul fronte femminile, invece, spunta a sorpresa l’aex equo tra Sofia e Giulia. Scalzata dal primo posto Maria, da sempre il nome più gettonato in Basilicata per battezzare una bambina. Per Sofia e Giulia il nostro territorio si allinea a quanto sta accadendo nel resto d’Italia: la graduatoria dei primi tre nomi femminili in Italia, infatti, comprende Sofia, Giulia e Aurora. Nel resto d’italia Sebbene la scelta del nome sia in parte legata alla cultura, alla religione (nomi di Santi, di Patroni) e alle tradizioni radicate nei singoli ambiti territoriali, la concentrazione dei nomi è comunque molto forte. Leonardo raggiunge il primato in ben 14 regioni: tutte quelle del Centro-nord (ad eccezione della provincia autonoma di Bolzano dove primeggia il nome Elias) oltre che in Abruzzo e in Sardegna. A livello regionale, il nome Francesco si posiziona al primo posto soltanto in 4 regioni italiane, tutte del Mezzogiorno: oltre alla Basilicata, dunque, in Puglia, Molise e Calabria. Alessandro, invece, terzo posto a livello nazionale, non è primo in alcuna regione. Giuseppe continua a primeggiare in Sicilia e Antonio in Campania.
Per le bambine, a eccezione della Provincia Autonoma di Bolzano, dove primeggia il nome Emma, in tutte le realtà locali si ritrovano gli stessi tre nomi del podio nazionale. Sofia si conferma al primo posto in dieci regioni del Centro-nord, in Basilicata (a pari merito con Giulia) e in Calabria. Aurora, stabile al terzo posto in classifica rispetto allo scorso anno, primeggia nelle Marche e in quattro regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania e Sardegna). ricerca Prima della rilevazione dell’Istat – che riferisce di dati anagrafici relativi al 2018 – c’era un altro studio più specifico sulla Basilicata sui nomi. Studio che era il frutto del monitoraggio su tutto il territorio non legato a un periodo particolare. In pratica, è lo «stato dell’arte» dell’anagrafica in Basilicata. Di anno in anno, ovviamente, si contribuirà a cambiare questa «geografia onomastica», ma ci vorranno almeno dieci, quindici anni per incidere sulla graduatoria generale che continua a premiare nomi più legati alla tradizione del nostro territorio.
Quella di cui vi stiamo parlando è la ricerca del linguista Enzo Caffarelli, studioso di fama internazionale, pubblicata sulla rivista dell’Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani).
la classificaDalla ricerca emerge che i nomi più diffusi in Basilicata sono Antonio, Giuseppe e Francesco per gli uomini e Maria, Rosa e Carmela per le donne. Lo studio conferma come la Basilicata, da un punto di vista onomastico, si allinei alle altre regioni del Meridione peninsulare dove gli stessi tre nomi (Antonio, Giuseppe, Francesco) compaiono ai primissimi posti delle rispettive classifiche. Scorrendo la graduatoria, spiccano tuttavia alcuni nomi tradizionalmente locali o divenuti tali in seguito al passare di mode panitaliane. Si tratta di Rocco (6), Donato (10), Gerardo (20). Significative, rispetto al resto d’Italia, anche le presenze di Biagio, Nunzio, Mariano, nonché di vari composti: Michele Pio, Francesco Saverio, Gianvito.
curiosità I nomi più tipici della regione, che suonano rari e curiosi, risultano per Potenza e provincia Castoressa, Giannuario, Genioso, Laviero, Menghina, Vitacrescenza. A Matera, Castolo. In entrambe le province: Anglona, Argenzia, Canio, Cristalla, Savelina e Savelino, Senatro, Viggianella.
Cognomi – Fin qui i nomi di battesimo. Quanto ai cognomi, secondo la ricerca di Caffarelli, ai primi tre posti ci sono nell’ordine Pace, Russo e Greco. Lo studio, inoltre, rileva come nel repertorio dei nomi di famiglia lucani esistano molte specificità regionali quali Nolè, Claps, Sileo e Ielpo, nonché Labanca, Santarsiero, Pietrafesa, Cantisani.
Tra i cognomi assai numerosi sono quelli derivanti da soprannomi, ma, nel complesso, prevalgono quelli indicanti origine e provenienza da un luogo o appartenenza a un’etnia, a cominciare da Grieco, Lauria e Montemurro e, continuando a scorrere la graduatoria, Cirigliano, Potenza, Cosentino, Albano, Lombardi, Summa, Stigliano, Venezia, Calabrese, Genovese, Viggiano, Montesano e Palermo. Rispetto ai capoluoghi e alle loro province, i cognomi più tipici sono per Potenza Nolè, Pietrafesa e Claps, per Matera Di Lecce, Ruggieri e Gaudiano.
Toponomastica – Dai nomi e cognomi alla denominazione delle strade e delle piazze. Rispetto al resto d’Italia, la Basilicata condivide solo con la Puglia una particolarità, quella di avere al primo posto della classifica non Roma ma Giuseppe Garibaldi. «L’eroe dei due mondi» è infatti primo con 212 citazioni, seguito dalla Capitale che ne conta 185. Al sesto posto troviamo il patriota brientino Mario Pagano, 108 citazioni, per una caratterizzazione locale che si conferma nel diffuso omaggio al giurista potentino Giustino Fortunato (49). Da segnalare Plebiscito (58) e Solforino (55), in nessun altra regione altrettanto frequenti come nomi di strade e piazze. Curiosità. Numerose sono le denominazione riferite ai gradini: 17 Gradinate a Potenze, 7 Gradoni a Matera, 3 Gradinate a Moliterno, 5 Gradelle a Tricarico. L’angiporto (18 volte) è esclusivo di Anzi; il tratturo di Potenza; i cantoni di Tricarico; i recinti (ben 62) di Matera. Altre denominazioni insolite sono i larghetti di Genzano di Lucania e altrove, le masserie di Avigliano, le scese di Castelgrande e altri comuni, i supportici dei due capoluoghi ma anche di altri centri della regione.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno