In mattina è uscita la notizia del rinvio a giudizio del sindaco di Vietri di Potenza, Christian Giordano, e di un dipendente comunale attualmente in pensione, su decisione del giudice per le udienze preliminari di Potenza. L’accusa è di un’ipotesi di falso e tentata truffa in riferimento alla candidatura di un progetto per il recupero del vecchio Municipio di Vietri di Potenza situato nel centro storico. Per questo motivo il sindaco e l’ex dipendente comunale sono stati rinviati a giudizio. Non si è fatta attendere la risposta del primo cittadino, affidata ad un post sul proprio profilo personale Facebook. Giordano si dice tranquillo e sicuro di non aver commesso alcun reato, anzi di lavorare nella legalità. Di seguito, l’intervento integrale.
A testa alta! Stamattina mi sono ritrovato su diverse prime pagine per un rinvio a giudizio che si è basato essenzialmente su una denuncia “costruita a tavolino” da parte del gruppo di minoranza di Vietri di Potenza. Mi pare giusto però rappresentare la questione ai miei concittadini e ai tanti amici affinché essi stessi possano giudicare. Ho vinto le elezioni fermamente convinto che la cultura della legalità potesse essere l’elemento determinante per il cambiamento e l’innovazione. Ho continuato a lavorare per non tradire la mia comunità garantendo trasparenza e diffondendo il senso delle Istituzioni tra i miei concittadini. E non saranno queste intollerabili strumentalizzazioni a fermarmi! A soli 4 mesi dalla mia elezione a sindaco il gruppo di minoranza denunciava me e l’ex resp. dell’ufficio tecnico, relativamente ad alcune presunte false dichiarazioni tese ad ottenere dei punteggi nell’ambito della richiesta di contributo avanzata dal comune di Vietri alla Regione Basilicata, per la realizzazione di un museo nell’edificio del vecchio municipio, denominato Palazzo Renzi. Premetto che sull’esito del procedimento sono tranquillissimo perché non è stato commesso alcun reato nè da parte mia nè da parte dell’ex responsabile dell’Ufficio Tecnico.
Il vero problema è che diversi documenti fondamentali per questo procedimento, durante le indagini, non sono mai stati acquisiti. Nel frattempo, a causa di indagini parziali, siamo però costretti a subire delle conseguenze che non meritiamo. Ecco perché, vivendo in uno Stato di Diritto, profondamente convinto di svolgere il mio ruolo in piena trasparenza, colgo l’occasione per chiarire la mia posizione. Personalmente potrei giustificarmi semplicemente distinguendo la mia posizione da Sindaco (rappresentante legale e non addetto alla cd “gestione”) da quella dell’ex Responsabile dell’Ufficio Tecnico, materiale compilatore delle schede “incriminate”. Preferisco però entrare nel merito, fermamente convinto che il mio comune (sindaco, responsabili, segretario ecc), ha operato nel pieno rispetto della norma.
Sostanzialmente l’accusa si divide in due punti:
- Il Comune dichiarava che sull’edificio dell’ex municipio sussisteva un interesse (ex lege) di carattere culturale del Ministero Beni Ambientali e Culturali; l’edificio, effettivamente, era stato oggetto di tale “interesse storico”, ma nel 2014, a seguito di esplicita richiesta di verifica avanzata dall’ex sindaco (oggi componente del gruppo di minoranza che ci ha denunciato) era stato “eliminato” per poter procedere ad una “alienazione”; il resp. dell’Ufficio Tecnico non era a conoscenza di tale circostanza (gli affari “grossi” non era lui a gestirli!) e figuriamoci se poteva saperlo il sottoscritto che si era insediato da appena 3 mesi. Ad ogni modo tale vincolo non rappresentava un requisito di partecipazione al bando ma, nonostante ciò, per evitare equivoci, già prima della valutazione da parte della commissione, il comune di Vietri di Potenza (tramite il Responsabile Silvestri) comunicava l’errore alla Regione mediante nota trasmessa a mezzo posta elettronica certificata. La commissione valutava regolarmente il progetto. La Polizia Giudiziaria però, durante le indagini, non ha mai acquisito tale documento.
- La seconda motivazione fa riferimento ad una presunta autoattribuzione di punteggio da parte del comune in altra scheda tecnica compilata dallo stesso Resp. dell’ Ufficio Tecnico. Chi ha denunciato sostiene che il comune si è auto-attribuito un punteggio che non gli spettava (punteggio legato alla gestione del museo). Ebbene, in realtà sia il bando sia una faq specifica della Regione chiarivano che tale punteggio poteva essere acquisito da parte dei Comuni che avrebbe gestito autonomamente il museo. Purtroppo anche tale circostanza non è stata accertata dalla Polizia Giudiziaria.
Cosa avrei fatto di tanto grave? Qual è la truffa? Aver provato a realizzare un museo nella nostra comunità nel totale rispetto del bando?
Una curiosità: vi allego la graduatoria definitiva del bando di riferimento (“Basilicata Attrattiva”) da cui si evince sia il punteggio auto-attribuito da ogni comune sia il punteggio attribuito dalla Commissione Regionale: è evidente che quasi tutti i Comuni assegnatari del contributo si erano assegnati un punteggio maggiore rispetto a quello attribuito dalla Commissione. Quindi tutti i miei colleghi sindaci della Basilicata sono truffatori? Certo che no! Ci mancherebbe! (e mi scuso con loro se li utilizzo come esempio). La realtà è che, in generale, l’auto-attribuzione dei punteggi, per norma, è suscettibile di verifica e modifica da parte delle commissioni.
Dimostreremo che non abbiamo fatto nulla di male ma questa volta saremo noi ad andare fino in fondo! Bisogna prendere atto però che il gruppo di minoranza, muto in consiglio e senza idee, ancora una volta addirittura ci denuncia per evitare che Vietri possa essere assegnatario di contributi (chiaramente non ci riuscirà). È evidente che abbiamo rotto gli equilibri e queste sono le conseguenze. A testa alta!
Avv. Christian Giordano
Sindaco di Vietri di Potenza