I raccapriccianti dettagli dell’indagine ‘Casa Covid’. Una coppia in carcere: accusati di omicidio colposo in 22 casi

E’ raccapricciante oltre che gravissimo quanto viene contestato dalla Procura di Potenza ad una coppia che gestiva una casa di riposo per anziani a Marsicovetere, dove durante l’epidemia da Covid-19, 22 anziani ospiti positivi al virus sono deceduti. All’alba di oggi sono scattati gli arresti in carcere per i due, una coppia, residente a Viggiano e Marsicovetere, di 50 e 45 anni. In un caso, uno degli indagati -secondo quanto contestato dalla Procura di Potenza- avrebbe fatto firmare ad un anziano con infermità documentazione per avere parte del patrimonio. I dettagli. 

Il procedimento ha preso il via nel mese di settembre scorso, dopo la morte di un ospite, seguita poi da altri 21 ospiti deceduti. A seguito dei primi decessi, la Procura di Potenza ha disposto degli accertamenti dei Carabinieri del Nas e della Compagnia di Viggiano. Gli esiti, come riferito dalla Procura, hanno evidenziato “un vasto focolaio di Covid-19 che coinvolgeva ospiti e operatori”. Le indagini, condotte anche tramite intercettazioni telefoniche e pedinamenti oltre che ispezioni dei luoghi e testimonianze, hanno portato a gravi indizi di reato per la coppia.

Le indagini hanno dato modo di appurare, a livello di gravità indiziaria, un quadro di assoluta inadeguatezza della struttura. “Per ragioni economiche e di profitto, per un verso, ospitava un numero almeno doppio di persone fragili e, per l’altro verso, risparmiava su tutte le più elementari procedure anti-Covid”, scrive la Procura.

Nella struttura autorizzata per ospitare 22 ospiti, ne venivano individuati 49, che venivano ospitati anche nella sala mortuaria della struttura. Documentazione falsa sulla registrazione in entrata e in uscita degli ospiti, nessuna procedura messa in atto per le misure anti-contagio, mancanza totale di DPI (con i dipendenti obbligati ad acquistarli con soldi propri), nessun tampone dopo aver accertato i contagi. Inoltre, dopo il sequestro della struttura, gli indagati hanno attivato altre due strutture, abusivamente, individuate e sottoposte a chiusura. Addirittura, uno degli indagati “approfittando dello stato di infermità di un anziano ospite, lo induceva a fare atti dispositivi del proprio patrimonio in suo favore”. Le accuse sono pesantissime: cooperazione in epidemia, cooperazione in 22 casi di omicidio colposo e circonvenzione di incapaci.

I dettagli sono stati resi noti dal Procuratore Capo di Potenza, Francesco Curcio.

Claudio Buono

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