Ogni trader, a prescindere dal proprio livello effettivo di esperienza sui mercati, può senza dubbio trarre importanti lezioni dagli esempi di successo dettati da grandi investitori che lo hanno preceduto sui mercati finanziari.
Fortunatamente, i casi studio di trader professionista di successo non mancano nella Storia e, dunque, il materiale didattico per apprendere dalle strategie dei migliori non manca certamente.
La strategia perfetta, purtroppo, non esiste. Ogni strategia di investimento deve scontrarsi con una serie di fattori, dalla condizione del mercato al comportamento degli altri attori sul mercato, dalla quantità di fondi disponibili ad una buona capacità di saper distinguere un’occasione da una trappola.
Scorriamo insieme alcune di queste storie di successo, per poi cercare di applicare quanto imparato sui mercati finanziari.
Jesse Livermore – Il milionario della Crisi del 1929
Jesse Lauriston Livermore, nato nel luglio del 1877 negli Stati Uniti, è passato alla Storia per il modo nervoso e continuo di operare sui mercati finanziari. È considerato, a dirla tutta, uno dei pionieri dell’operazione di day trading.
Rendiamoci conto, prima di parlare dei successi di Livermore, che cosa potesse voler dire essere un day trader all’inizio del XX° secolo. Senza computer, ogni trader era costretto a disegnare il grafico di andamento di un titolo finanziario con penna e righello.
Nonostante questo, Livermore è considerato tra i padri fondatori dell’analisi tecnica, una disciplina fortemente dipendente dall’osservazione costante di grafici finanziari. Potete dunque immaginare il gran lavoro che Livermore andava ad effettuare ogni giorno.
Livermore passò alla Storia per un’operazione di short massivo che andò ad aprire su Wall Street poche settimane prima del grande crollo del 1929. Si calcola che questo investimento fruttò al trader ben 100 milioni di dollari.
Non stupisce che in quegli anni Livermore godesse di una popolarità enorme, con diversi libri pubblicati sulla sua vita e carriera.
George Soros e la crisi della sterlina inglese
Il miliardario ungherese George Soros è forse uno dei personaggi più controversi della Storia recente nel mondo finanziario.
Tra chi gli attribuisce una serie di complotti mondiali – spesso senza nemmeno realmente conoscere chi sia Soros – e chi invece lo idolatra, vale senza dubbio la pena studiare la sua carriera finanziaria per capire più a fondo il funzionamento reale dei mercati.
Vi sono, però, prove reali circa la capacità di Soros di creare vere e proprie crisi finanziarie in alcuni Paesi (o, se preferite, di generare scintille sopra ad una vasca di benzina, con la certezza che prima o poi inizierà un incendio).
Al di là del giudizio morale – che va oltre alle finalità del presente articolo – Soros ebbe alcune intuizioni notevoli nel corso della propria carriera. Come dimenticare, ad esempio, l’enorme posizione short di circa 10 milioni di sterline che il fondo di Soros andò ad aprire nel 1992?
La pressione sulla Banca Centrale Inglese a svalutare la sterlina in quel periodo era molto alta, ma i vertici della banca insistevano sul non optare per tale opzione nel corso di ogni intervista pubblica. Soros, che non credeva nelle dichiarazioni fatte al pubblico dai funzionari statali, decise di scommettere sulla svalutazione della valuta inglese.
Dopo alcuni mesi di attesa, il trader ungherese fu ricompensato: la Bank of England capitolò ed annunciò la svalutazione della sterlina, portando un guadagno netto di circa 1 miliardo di sterline a George Soros ed al suo fondo di investimento.
Un’operazione simile venne poi svolta nello stesso periodo in Italia sulla lira, con il medesimo successo. Una buona comprensione economica, unita ad un’enorme quantità di capitali può veramente creare occasioni di guadagno sui mercati che la stragrande maggioranza dei trader può solo sognare.
Michael Burry e la catastrofe dei crediti sub-prime
Chi ha avuto modo di vedere il film The Big Short dovrebbe conoscere molto bene l’investitore statunitense Michael Burry.
Quando percepì nel 2005 che c’era del marcio nel mercato del credito immobiliare statunitense, Burry cercò di raccogliere capitali da grosse aziende di investimento per aprire una grossa posizione short sulle aziende particolarmente esposte verso i crediti sub-prime.
Faticò a trovare qualcuno che lo ascoltasse, fino a quel giorno in cui Goldman Sachs decise di consentirgli di aprire tutte le posizioni short che voleva su questa nicchia di mercato.
Da questa intuizione Burry guadagnò circa 100 milioni di dollari, chiuse il proprio fondo di investimento e decise di dedicarsi esclusivamente ai propri investimenti da privato.
Gli elementi comuni dei trader di successo
Infine, vale la pena spendere due parole su quali possano essere, alla luce di quanto letto nell’articolo, i veri fattori di successo di un trader professionista.
Una ricetta semplice ed univoca, purtroppo, non esiste. Diffidate di chi sostiene che la lettura di un libro o la presenza ad un determinato corso online potrà fare la differenza.
La strategia giusta nasce da conoscenza, la psicologia, errori, ricalibrazioni, opportunismo e molti altri ingredienti.
Certo, dall’articolo si potrebbe pensare che per diventare un trader di successo sia necessario avere una grande quantità di capitali da investire. Questa, tuttavia, non è una condizione sufficiente ad avere guadagni costanti nella propria carriera di trader.
I soldi da investire, come dimostra anche la storia di Burry, si possono trovare con tanta dedizione e testardaggine. Quello che i soldi non comprano è la competenza e la capacità di analizzare in maniera critica ogni scelta di investimento, vere prerogative del trader di successo.