Vietri di Potenza – 31° Anniversario del Terremoto del 1980

Mio articolo pubblicato sullo speciale “Epica e Memoria del Terremoto, Basilicata cronache del Dopo Terremoto”

VIETRI DI POTENZA – “Ore 19.35, era una sera tranquilla quella del 23 novembre 1980. Quando all’improvviso la terrà tremò: un fruscio come il vento. Poi un sussulto. Un boato ed infine l’ondeggiare della terra. Un grido, quello di mio padre: “Il terremoto! Corriamo”. Quello che ho visto non potrò mai dimenticarlo, perché ha aperto nel mio cuore una profonda ferita e non so se il tempo potrà sanarla. Tutta la popolazione si esprimeva nel grido di Sant’Emidio aiutaci, Signore Salvaci. E da quel momento la bontà Divina decise di lasciarci la vita. Ai posteri, cosi ricordano. Gli alunni delle scuole”: è tutto racchiuso in questa targa (affissa da anni in Piazza dell’Emigrante) il pensiero dei vietresi che hanno assistito al terribile terremoto del 1980. Un terremoto che ha lasciato il segno, difficile da dimenticare. Vietri, paese del cratere, non dimentica, e ricorda fatti e particolari di quei giorni. Ci viene raccontato che subito dopo il 23 novembre ci furono giorni di stasi. Dopo alcuni giorni arrivarono a Vietri i primi volontari dal nord.

(Nelle prime tre foto in alto un militare appena giunto a Vietri per prestare i soccorsi post-sisma, un camion rosso donato dal comune di Moggio (Lecco) ai Pompieri per intervenire a Vietri, altri militari in Piazza dell’Emigrante, al centro alcune foto che riguardano Via San Biagio con alcuni solai che hanno ceduto e sotto alcune prime pagine) 

Iniziarono ad arrivare i primi camion con vestiti e generi alimentari. La sera stessa del terremoto la gente scappava dal centro abitato. La parte più disastrata si registra in via San Biagio e San Michele, totalmente rasa al suolo. Un solo ferito per fortuna, proprio in quella zona. Si chiamava Vito. Dal centro abitato si spostava una colonna di centinaia di cittadini, tutti diretti in contrada Mosileo, come ci spiega nel dettaglio Felice Grande (sindaco dal 95’ al 2007 e figlio di Ciro Grande, sindaco dell’epoca). Quasi tutti a piedi raggiungevano l’area. Altri s’insediavano nelle campagne, da amici e familiari. Erano tantissimi  Fu installata dopo pochi giorni la prima tenda riscaldata, dai militari, sotto il comando dei Generali capi di Divisione, Antonelli e Barnard, che dirigevano le operazioni. Dopo una decina di giorni i friulani iniziano con la sistemazione dei terreni per la creazione dell’insediamento terremotati al Mosileo. Dopo un anno furono consegnati i prefabbricati a buona parte dei terremotato.

Nel febbraio del 1981 venne in visita a Vietri l’attuale Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all’epoca capogruppo del Pc in Parlamento.  Al momento della scossa, l’unico disco-pub del paese era aperto, tutti scapparono via. Nella prima notte del terremoto, alle 21, Don Francesco Parrella, il sindaco Ciro Grande col figlio e il Maresciallo Mignone andarono a fare un sopralluogo in via San Biagio e trovarono un anziano a letto, malato, salvatosi dalla caduta di un cornicione. Nel 1981 il centro operativo dell’esercito era in contrada Cugni, tra Vietri e Balvano, dove ora c’è un hotel. Tra le tante visite, spicca anche quella di Claudio Villa. In quei giorni, gli uffici comunali funzionavano all’aperto e anche i consigli e le giunte. Mentre i friulani facevano anche un corso di muratori a gente del posto, molti dei prefabbricati ancora sono li al Mosileo, in stato abbandono e degrado. E i vietresi non dimenticano quei terribili giorni, che hanno lasciato un segno indelebile nella loro vita.

Un video inedito girato a Vietri di Potenza è disponibile a questo indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=P3ZBzJ92wqY

Claudio Buono

3 comments

  1. Gianluca

    Salve Claudio sono Gianluca uno studente di Ingegneria..E’ possibile contattarti telefonicamente(oppure via e-mail)?grazie per l’ascolto

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