Data di decollo 10 settembre con la compagnia spagnola “Agrupaciòn Senor Serrano” in “The Mountain”creazione Agrupación Señor Serrano, regia e drammaturgia Àlex Serrano, Pau Palacios al teatro Don Bosco. Il festival si conclude il 29 novembre. Sarà un grande e pacifico viaggio della durata di tre mesi attraverso il teatro, la danza e quanto le arti performative contemporanee offrono sul piano nazionale e internazionale in un’epoca piena di contraddizioni e paure. Tra i le presenze internazionali e italiane Gil Kerer (Israele), Renata, Carvalho (Brasile), Erosanteros (Libia), Eva Meyer-Keller (Svezia),Motus, Chiara Guidi Claudia Castellucci – Socìtas, Fanny & Alexander, Virgilio Sieni, Fabrizio Favale -Le Supplici, Cristina Krista Rizzo Tir Danza. Il Festival giunto alla 14 edizione si conferma tra gli appuntamenti nazionali più significativi tra i festival interdisciplinari riconosciuto, ormai da 10 anni, dal Ministero per il suo alto valore artistico. Per tre mesi sarà in primo piano la città di Potenza con i suoi teatri e i tanti luoghi e spazi non convenzionali disseminati nei vari quartieri cittadini. Anno per anno cresce la partecipazione grazie anche all’ampia rete che abbraccia le istituzioni locali, il mondo della scuola, le associazioni di categorie e il vasto mondo associativo e culturale della città e della regione, con un pubblico sempre più numeroso, affezionato ed esigente.
Si segnala in particolare, per quest’anno la collaborazione con l’Associazione Italiana Persone Down di Potenza con cui sarà realizzata una residenza con Antonio Viganò del Teatro La Ribalta per il progetto “Teatro e inclusione. Un corpo poetico e narrativo”. Nonché da segnalare il percorso che varie classi delle scuole superiori di potenza faranno nell’ambito di “Nutrire lo Sguardo” a cura di Amnesiac Arts in collaborazione con il Liceo Scientifico Galileo Galilei, Liceo Scientifico Pier Paolo Pasolini, Basilicata danza e balletto con l’incontro diretto con i vari protagonisti del festival. C’è molta attenzione ai giovani e anche ai più piccoli a cui è dedicata una sezione apposita “Il festival dei 100 scalini”. Amplia è anche la collaborazione con importanti enti e festival teatrali italiani quali il Roma Europa Festival e lo Short Theatre di Roma, il Contemporanea Festival del Teatro Metastasio Prato e Primavera dei Teatri di Castrovillari.
E anche questa 14esima edizione sarà ricca di appuntamenti culturali, artistici e musicali com’è nella natura multidisciplinare del festival. La riflessione, nella sezione “Vertigini. Seduti sull’orlo di un abisso” sarà rivolta in particolare alla questione della tecnica e alle trasformazioni nel nostro modo di percepire, pensare ed essere e al rapporto con la natura con la presenza di studiosi di grande importanza nel campo della scienza, tecnica, filosofia e paesaggistica. Come ogni anno il festival è contrassegnata da una coppia di termini contrapposti, in questa edizione sono Dire/Tacere, che hanno la funzione di catalizzare l’attenzione, suscitare curiosità e provocare alla riflessione intorno questioni importanti che caratterizzano la nostra contemporaneità. “In un’epoca così piena di contraddizioni e timori, ci è sembrato – dice Francesco Scaringi, uno dei due direttori artistici – usare metaforicamente un pensiero del filosofo Wittgenstein ‘Di ciò di cui non si può dire bisogna tacere’, che abbiamo sintetizzato con Dire/Tacere a contrassegno della nostra campagna comunicativa. Siamo invasi da retorica, propaganda, parole urlate che più che aiutarci ad affrontare i problemi, li mascherano lasciandoci in balia delle tempeste: guerra, crisi economica e sociale, pandemia e questione climatica hanno bisogno di parole attente e meditate per comprendere la realtà e guardare al futuro. Magari un po’ di silenzio, di ascolto e attenzione per gli altri non guasterebbe. Ed è proprio questa attenzione e concentrazione che vuole offrire il festival con molto degli spettacoli e con le varie attività programmate”.
“Questa edizione – aggiunge Giuseppe Biscaglia, l’altro curatore- punta molto sulla genesi e intensità dell’esperienza estetica. Voglio dire che tante performance che abbiamo scelto hanno al centro il corpo che si trasforma riconfigurando identità e spazi, narrazioni ibride nei generi espressivi, sino all’incontro di culture diverse che sono tra noi e fuori di noi. Vogliamo dare una visione dinamica della realtà, sottolineando maggiormente l’aspetto del divenire esistenziale e performativo, che si traduce con la ricerca di nuove forme espressive o sulla capacità di una continua riconfigurazione mutante. Senza rinunciare al coinvolgimento o alla spettacolarità delle performance”.
La complessità e articolazione del festival è sintetizzabile da alcune cifre. 34 tra artisti e compagnie presenti per una quarantina di replica, più di 10 tra residenze, laboratori, masterclass ed exhibition. 12 ospiti per 5 incontri culturali, 8 approfondimenti pubblici con gli artisti protagonisti del festival. Il festival, inoltre, è un evento generativo di iniziative che vanno a sommarsi nel suo svolgimento a quelle già programmate.