“L’apertura al transito della strada statale 95 “Tito-Brienza”( variante alla Ss 95 “di Brienza”) non chiude i tanti problemi della viabilità della nostra Provincia. E questo nonostante gli investimenti ribaditi da Anas per oltre 2,68 miliardi di euro, 1,87 dei quali per la realizzazione di nuove opere ed oltre 800 milioni per manutenzione. Se non si trasferiscono risorse adeguate alla Provincia l’intervento di Anas non potrà mai essere esaustivo delle numerose e legittime esigenze di mobilità delle nostre comunità”. Così Carmine Ferrone, consigliere Provinciale di Potenza (Pd), per il quale la cerimonia “con la passerella di Presidente, assessori ed esponenti del centrodestra regionale, vorrebbe far dimenticare una realtà del comparto viabilità ed infrastrutture che non è quella che gli stessi protagonisti della cerimonia vorrebbero raccontare ai lucani. Intanto fa bene chi ricorda che ci sono voluti 45 anni al taglio del nastro e manifestazioni di mobilitazione e lotta di lavoratori, sindacati e amministratori locali che non possono essere cancellate dal patrimonio della memoria storica del movimento sindacale e popolare lucano. Dunque nessuna concessione ma forte mobilitazione popolare. Inoltre, siamo sempre in attesa di conoscere il destino di numerose strade affidate alla gestione e manutenzione della Provincia senza un euro e di avere informazioni adeguate e certe su quando e come si intende trasferire alle Province, che ricordo hanno deleghe specifiche, i finanziamenti che invece finiscono celermente all’Anas”. “E’ singolare – aggiunge Ferrone – questo comportamento del Governo ad affrontare il gap infrastrutturale al Sud nonostante le ingenti risorse del Pnrr: subito decine di miliardi ad Anas e restano sempre in piedi il progetto Ponte di Messina come quelli delle grandi infrastrutture viarie (e non solo) al Nord e per le Province pochi soldi per altro erogati con il contagocce. Voglio ricordare inoltre -dice Ferrone – il prezzo più alto pagato per la realizzazione del VI lotto della Tito-Brienza: una vita umana. Il 30 marzo 2021, un tragico incidente ha causato la morte di un operaio di 48 anni, originario di Pescara, impegnato nel cantiere . L’uomo è morto schiacciato da un mezzo meccanico, dopo essere precipitato per 30 metri dal costone della montagna. Un tributo di un lavoratore che riprova come le morti sul lavoro sono un’emergenza che richiede interventi urgenti di prevenzione. Con 1.041 vittime sul lavoro si chiude il tragico bilancio 2023 delle morti sul lavoro nel nostro Paese”.