«In Basilicata 71mila poveri non possono permettersi un pasto con una componente proteica ogni due giorni e il dato, nei prossimi mesi è destinato a crescere». L’allarme arriva dall’avvocato Giuseppe Tamburro, portavoce nazionale del Banco delle Opere di Carità, organizzazioni leader nell’azione di contrasto alle povertà. «I numeri non lasciano troppo spazio alle interpretazioni, il 13% della popolazione lucana si trova in una condizione di povertà alimentare – ha evidenziato il portavoce del Banco delle Opere di Carità – con un più tre per cento rispetto alla media nazionale molto pericoloso se lo andiamo ad incrociare anche con altre cifre che evidenziano la situazione di difficoltà che sta vivendo la regione. La retribuzione globale annua in Italia è di 30mila euro per il 2021 contro i 24940 della Basilicata che la pongono all’ultimo posto della graduatoria. Queste cifre impongono un’inversione di rotta se si vuole evitare il tracollo. Servono azioni quotidiane virtuose tese e contenere gli sprechi alimentari e ad educare rispetto al senso di solidarietà secondo quelle che sono le linee tracciate da Agenda 2030, ma servono anche politiche di supporto efficaci che si muovano sul doppio binario di tamponare l’emergenza e di creare le condizioni affinché la stessa non si ripeta in futuro. Come Banco delle Opere di Carità, assieme alle parrocchie e a tante associazioni di volontariato siamo impegnati a mettere in campo programmi virtuosi che hanno proprio questa doppia finalità. L’assistenza non deve mai trasformarsi in assistenzialismo fine a se stesso se vogliamo uscire da questo stato di impasse. Un ruolo chiave in questo senso lo giocherà il prossimo parlamento europeo visto che è lì che dovranno essere avviati programmi sulla transizione ecologica che devono essere ispirati dalle linee di Agenda 2030 e, soprattutto, è lì che dovranno essere indirizzate in maniera corretta le tantissime risorse disponibili per promuovere processi virtuosi tesi alla creazione di sviluppo e al contrasto delle povertà».