XI^ edizione di “OasiCinema”, il cinema dell’ecologia, avrà luogo nei giorni di mercoledì 26 giugno, 3 luglio e martedi 9 luglio presso il Museo Archeologico Nazionale “Dinu Adamesteanu” di Potenza. La rassegna, ideata ed organizzata dall’Associazione di promozione sociale Zer0971, ha lo scopo di promuovere attraverso il cinema la conoscenza dell’ambiente e del territorio. Gli appuntamenti cinematografici forniranno inoltre agli utenti l’occasione di partecipare, dalle ore 20, alla visita guidata del Museo e contribuiranno alla promozione del patrimonio non solo naturalistico ma anche artistico e museale della nostra regione.
Sarà “Emma e il giaguaro nero” di Gilles de Maistre, il primo film in programma mercoledì 26 giugno. Emma è un’adolescente cresciuta in Amazzonia con i genitori appassionati ambientalisti. Dopo la morte della madre vive a New York con il padre. Quando viene a sapere che il giaguaro nero con cui era cresciuta ora rischia di essere catturato dai bracconieri come specie rara inventa una scusa e parte. Viene seguita dalla sua professoressa di Biologia che ha molteplici paure e vorrebbe riportarla indietro. Film per famiglie finalizzato ad una narrazione che mette in luce non solo la necessità della difesa della fauna ma anche l’urgenza di bloccare il processo di deforestazione che in Amazzonia sta assumendo proporzioni insostenibili dall’intero pianeta. Le riprese paesaggistiche mettono in luce quanto questo polmone verde rappresenti una risorsa e lo fanno grazie ad una storia in cui l’azione, sul versante degli esseri umani, è affidata a una bambina, alla stessa divenuta ragazzina e a una giovane donna.
Gilles de Maistre è un maestro dell’intrattenimento ecologico: regista, autore, documentarista, e produttore cinematografico ma soprattutto un globetrotter con la famiglia al seguito nei posti più disparati, meravigliosi e selvaggi del mondo. Da sempre porta sullo schermo gli animali rispettando la Natura, nel senso più pieno del termine perché non si limita a realizzare film con specie apparentemente difficili da utilizzare su un set ma non fa uso di effetti speciali. Il giaguaro, in questa occasione, ha interagito a lungo sia come cucciolo che come animale adulto con le tre attrici protagoniste quindi il rapporto tra esseri umani e felino non ha nulla di artefatto, ivi compresi gli slanci affettuosi o gli scatti improvvisi.
“La quercia e i suoi abitanti” di Laurent Charbonnier e Michel Seydoux sarà la visione collettiva di mercoledì 3 luglio. Un documentario che ritrae la natura della nostra Terra, partendo dai segreti di una quercia. il film di Laurent Charbonnier e Michel Seydoux si insinua, con un drone che plana dall’alto, sotto le chiome e nel silenzio di un bosco, fino a raggiungere le radici di una farnia, o quercia peduncolata (quercus robur) risalente al 1810. Già dai primi minuti la “regina degli alberi”, dai tempi antichi interpretata come simbolo di forza e resistenza, è molto più che osservata: è scandagliata, sezionata dalla macchina da presa, che la esalta come una casa fortificata e accogliente. La quercia infatti offre rami, foglie, cavità e radici ai suoi numerosi abitanti: una colonia di piccoli topi selvatici, una coppia di ghiandaie, uno scoiattolo rosso, un balanino delle ghiande (insetto che depone le uova nei frutti dell’albero, protagonista di sequenze sorprendenti) e ancora: un astore, un picchio rosso, un tasso, un barbagianni, e più lontano, ma non troppo, caprioli, nutrie e cinghiali. È un ecosistema multiforme e complesso, basato sulla coesistenza non pacifica di tante specie. L’albero è come l’arbitro della vita, un condominio naturale, pulsante di attività e ricerca di cibo, un universo a sé che cambia aspetto e si rigenera di continuo, in un tempo lungo e rassicurante. A volte è anche teatro di drammi, minacce o pericoli, come gli effetti di un temporale improvviso o gli assalti degli animali più grandi a quelli più piccoli, meno forti ma spesso più veloci. Su tutto il film aleggia la nostalgia di un’ecologia da idilio, la rinuncia alla voce narrante è un trionfo della drammatizzazione, dell’umanizzazione degli animali: un esercizio straniante di notevole fattura tecnica, un’esperienza sensoriale inedita che penetra la natura e trasforma in fiction la sua osservazione. Il film ha ottenuto la nomination di miglior documentario al Cesar 2023.
Concluderà la rassegna martedi 9 agosto“La terra mi tiene”, documentario di Sara Manisera e Arianna Pagani. “La Terra mi tiene” è un documentario che intreccia due dimensioni; una intima e personale, l’altra più sperimentale e visionaria. I territori raccontati ne “La Terra mi tiene”, infatti, sono i luoghi da dove, cinquant’anni fa, i nonni della regista contadini e migranti, sono partiti, abbandonando la campagna per migliorare la loro vita e dei loro figli. Il documentario è un viaggio nella memoria contadina che non c’è più ma che contiene i semi per immaginarsi un altro futuro. Seguendo il ciclo delle stagioni e lo scorrere dei tempi della natura, come facevano i contadini del passato, Ivan e Teresa ci raccontano la memoria e la fatica dei contadini, l’abbandono delle campagne, l’emigrazione, lo sfruttamento intensivo dell’agricoltura degli ultimi cinquant’anni ma anche di un meridione che non si lascia andare alla nostalgia e al vittimismo e che prova, partendo dalla memoria della civiltà contadina, a innovare, a restare nelle aree interne, coltivando la biodiversità ed offrendo un modello di rinascimento ecologico della società.
Le proiezioni inizieranno alle ore 21, ingresso libero fino ad esaurimento posti, è gradita la prenotazione inviando un messaggio whatsapp: 3510493109 o scrivendo una mail a: info@zer0971.org, la prenotazione è valida fino a 10 min. prima dell’inizio previsto.
In caso di pioggia le proiezioni si terranno nell’adiacente Sala del Cortile.